Faccio sempre molta fatica
quando leggo dell’antico Giappone a mettere in relazione cosa avvenisse in
quello stesso periodo in Italia ed in Europa. Sebbene oggi con la
globalizzazione sembri tutto più semplice, in verità, la difficoltà a comprendere
pienamente la cultura del Sol Levante per noi occidentali resta legata a quel modo
tanto differente di approcciarsi alla vita che inevitabilmente si rifà alle tanto
diverse radici di pensiero.
Non è il primo libro che leggo
sull’argomento, eppure, mai come questa volta, ho compreso come spesso il
nostro modo di entrare in contatto con la cultura orientale sia oltremodo
maldestro e superficiale. Ricordo ancora, ad esempio, quando da ragazzina per
qualche anno praticai judo. Ecco, solo ora riesco a comprendere quanto
all’epoca certe cose mi siano state trasmesse in maniere meccanica e pertanto
inutilmente. Quanto sarebbe stato invece più costruttivo se qualcuno mi avesse
spiegato, ad esempio, l’importanza rituale del saluto prima di un incontro piuttosto
che impegnare ogni sforzo per farmelo eseguire correttamente.
Il libro di Marina Panatero e
Tea Pecunia si pone l'obiettivo, attraverso la storia della spada giapponese
e la saggezza dei maestri samurai, di fornire un valido aiuto per affrontare avversità,
malattie, lutti, insomma quegli avvenimenti dolorosi che nel corso della vita
colpiscono chiunque di noi all’improvviso.
Il volume inizia con una serie
di brevi biografie dedicate ai più grandi maestri di spada samurai e tra
questi ritroviamo due tra coloro che sono a me più cari ovvero Miyamoto Musashi
e Yagyu Munemori.
Si passa poi a trattare più
nello specifico della storia della spada giapponese partendo dal periodo
arcaico, in cui le spade erano di pietra, per passare alle prime spade giunte dal
continente asiatico, per la precisone dalla vicina Corea, e arrivare infine ai
giorni nostri. Sono descritti i diversi modelli, le varie scuole e ampio spazio
è dato anche alla ritualità della loro forgiatura.
La seconda parte del libro è
dedicata alla via dei maestri di spada samurai. Attraverso
le loro parole si comprende come questa sia un modus vivendi utile per
affrontare il più serenamente possibile ogni avversità che si possa incontrare
nella vita.
Prendiamo ad esempio il Dokkodo,
ossia quel breve manoscritto che Musashi compose pochi giorni prima della sua
morte, ebbene, in questo suo testamento troviamo una valida summa dei migliori
insegnamenti che il maestro impartì ai suoi discepoli. Mai pentirsi di ciò che
si è compiuto, non essere avidi, non invidiare il prossimo, essere imparziali,
non abbandonarsi allo sconforto dovuto ad una separazione, sono solo alcuni dei
punti salienti del Dokkodo.
Fondamentali sono l’autodisciplina,
la perseveranza, il superamento della paura della morte e l’accettazione della
sua inevitabilità. Il coraggio è fondamentale nel combattimento come nella
vita perché solo il coraggioso, non conoscendo la paura, riesce, mantenendo la
mente sgombra, a non rimanere bloccato.
In verità, nulla ci viene
insegnato dai maestri perché la preparazione e lo studio sono importanti per
cercare di ritrovare in noi stessi la conoscenza che di per sé fa già parte di
noi.
Tra le belle immagini che
possiamo ritrovare tra le pagine dei maestri di spada dei samurai c’è quella
del fior di loto che cresce nel fango ma non viene intaccato dallo
stesso così la nostra mente, allo stesso modo, dovrebbe rimanere imperturbabile.
Un prezioso suggerimento è
quello di cercare di affrontare le situazioni critiche come si affronterebbe
un viaggio. La forza di volontà e il coraggio che si impiegano
nell'affrontare un viaggio, lo studio dei dettagli con cui lo si pianifica, dovrebbero
essere gli stessi con i quali si affrontano le avversità.
Lo zen ha permeato lo spirito
dei samurai fin dalla sua comparsa. Come già in altre occasioni, parlando dei
libri Marina Panatero e Tea Pecunia, abbiamo detto che lo zen non ha dogmi, non
è né una religione né una filosofia, ma piuttosto un modo di affrontare la vita.
Il principio è quello di lasciarsi alle spalle tutto quel mondo fatto di
contrari e contrapposizioni. L’illuminazione consiste nel prendere coscienza di
essere un tutt’uno con l’universo, significa essere in sintonia perfetta
con il cosmo.
Come l’immagine della luna
e degli alberi che si riflettono in uno stagno viene distorta dallo stagno
stesso, similmente la percezione della realtà può essere distorta dai
nostri pensieri. Un bellissimo esempio è quello dell’albero e della foglia. Se
noi dinnanzi ad un albero fissiamo una sola foglia, vedremo solo quella
specifica foglia, ma se noi guardiamo l'albero nel suo insieme allora vedremo tutte
le foglie che sono sulla pianta.
La via della spada non è semplice
via delle armi, ma anche la risposta alle domande della vita.
Per quelli più scettici, posso
solo dire che, per esperienza personale, anche se leggendo questi libri
potrebbe sembrarvi che nulla vi resti, in verità senza rendervene conto, nei
momenti di difficoltà, tutti questi insegnamenti riaffioreranno alla vostra
mente aiutandovi a ritrovare parte di quell’equilibrio necessario per
affrontare al meglio le avversità.