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martedì 26 gennaio 2021

“L’ombra del maestro e altri racconti dell’invisibile” di Gianni Eugenio Viola

Sei brevi racconti, sei differenti storie che trascendono la realtà per sconfinare nel soprannaturale laddove il mondo visibile e quello invisibile, grazie ad un inaspettato varco, possono entrare in contatto tra loro anche se solo per un breve attimo.

Protagonista di “Mister Magic”, il racconto di apertura del libro, è un giornalista sul viale del tramonto intenzionato a smascherare il prestigiatore di un circo che sostiene di essere in grado di eseguire la trasmutazione dei metalli.

L’alchimia è la protagonista anche di un altro racconto intitolato “La rosa e la croce. Rosenkreutz” dove la vita dei proprietari di una locanda viene sconvolta da dei sedicenti architetti che affittano il locale per la loro riunione annuale.

Altri due racconti invece hanno come protagonista la letteratura.

“L’ombra del maestro” è la tardiva confessione di un cinico scrittore che in vita aveva pubblicato con uno pseudonimo alcuni libri di riflessioni filosofiche.

“Immortale” invece è il classico racconto di un autore che per ottenere imperitura fama letteraria accetta di vendere anima e corpo al diavolo.

Infine, gli atri due racconti sono legati alla morte delle compagne dei protagonisti delle rispettive storie.

In “L’ultima notte con Victoria Alba” il protagonista, nel tentativo di lenire il dolore causato dalla perdita della donna amata, si lascia convincere a contattare una negromante per poter parlare con lei un’ultima volta.

In “Amate mura” invece il protagonista della storia decide di cambiare tutte le lampadine dell’abitazione perché non riesce più a sopportare l’idea di convivere con la luce che quei lumi avevano sparso sulla tragedia consumatasi dentro il loro appartamento.

Il libro di Gianni Eugenio Viola è un libro breve, appena 157 pagine, ma non fatevi ingannare perché la sua lettura esige i suoi tempi, ogni pagina ha infatti bisogno di essere interpretata, analizzata e compresa.

Innumerevoli sono i richiami alla letteratura, alla storia, al mito, alla leggenda e alla ricerca alchemica.

Alcuni indizi sono più evidenti come i nomi degli immortali alchimisti che prendono parte all’annuale riunione alla locanda o il richiamo alla confraternita dei Rosacroce, altri meno e necessitano quindi di uno sguardo più approfondito.

La cosa che mi ha attratto di questo volume e mi ha spinto alla lettura è stata, come spesso succede, l’immagine della copertina che ho scoperto poi essere Abendlied di Franz Sedlacek (1891-1945), scelta quanto mai indovinata.

Le atmosfere di questi racconti portano il lettore in un’altra dimensione, a volte sembra di essere in un quadro di Marc Chagall altre in acquarello di un paesaggio toscano di quelli che i pittori sono soliti vendere ai turisti per le strade, talvolta, pur essendo i racconti ambientati in epoca contemporanea, sembra di rivivere le atmosfere gotiche del film Dracula di Bram Stoker e a tratti si ha l’impressione di udire l’eco delle opere di Franz Kafka

Le cose vicine sono le più difficili da raggiungere… Vuol sapere. Ebbene deve aspettare, caro signore, aspettare.

È un libro che a suo modo fa riflettere il lettore e lo spinge ad interrogarsi sul senso della vita e sulla verità o, piuttosto, su quelle verità che noi riteniamo tali.

La quarta di copertina pone l’interrogativo “L’essenziale è invisibile agli occhi?

Sì, fu la volpe a svelare al Piccolo Principe proprio questo suo segreto:

Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi

E verrebbe ancora da aggiungere ricordando Giulietta e Romeo (atto II, scena II)

Che cosa c’è in un nome? Quella che chiamiamo rosa, pur con un altro nome, avrebbe lo stesso dolce profumo.