Nel 1799 Paolo e Ignazio
Florio lasciano Bagnara Calabra per trasferirsi a Palemo. I fratelli Florio sono ambiziosi e gran lavoratori, hanno tutta
l’intenzione di farsi strada, ma i nobili palermitani sono aggrappati ai loro
privilegi e, seppur pesantemente indebitati, guardano dall’alto chi si
ammazza di fatica per ritagliarsi il proprio posto in società.
I Florio sono gente tenace e nel giro di due generazioni la bottega di spezie
con la quale hanno cominciato è solo l’infinitesima parte dei loro giro d’affari. In
meno di un secolo sono riusciti a costruire quella che oggi verrebbe definita
una vera e propria holding. I loro
interessi economici si sono diversificati: hanno acquistato case e terreni,
sono proprietari di una compagnia di navigazione, gestiscono diverse tonnare, sono produttori
di marsala.
Nonostante
il successo economico e politico raggiunto, molti a Palermo li definiscono
ancora facchini, la nobiltà gli è
ancora preclusa, il sangue fa la
differenza. Con la terza generazione si avverte
che il vento sta cambiando, ma questa sarà materia per il secondo volume della
saga, “L’inverno dei Leoni”.
Sullo
sfondo della storia italiana dai moti del 1818 fino all’unità d’Italia la
storia dei Florio imprenditori si intreccia con quella delle loro vicende
personali. Una saga famigliare seducente e intrigante come i suoi
protagonisti. Una storia che, sia per scrittura che per tematiche, ricorda i
grandi testi della letteratura, primo tra tutti Il Gattopardo di Giuseppe
Tomasi di Lampedusa.
Molti
sono gli spunti di riflessione che nascono durante la lettura del romanzo:
alcuni di carattere più generale e legate alla società dell’epoca,
come il ruolo della donna oppure la collusione tra politica e imprenditoria, altri di carattere umano come i
rapporti tra genitori e figli oppure gli amori segreti e le complicate
relazioni sentimentali.
I protagonisti del romanzo,
specialmente quelli maschili, non riescono mai ad avere rapporti sereni con gli altri famigliari. L’impero che riescono a costruire è qualcosa di immenso, ma la
smodata ambizione e l’impegno profuso assorbono ogni loro energia. Qualunque cosa deve essere sacrificata sull’altare
di Casa Florio.
Una trama interessante e una
scrittura scorrevole caratterizzano questo romanzo. Alcune parole in dialetto
talvolta potrebbero risultare un po’ ostiche, ma le ho trovate decisamente
utili affinché il lettore riesca a calarsi ancora più profondamente
nell’atmosfera del racconto che risulta sempre molto intenso e coinvolgente.
Ognuno all’interno del libro
proverà simpatia per alcuni personaggi piuttosto che per altri. I miei
personaggi preferiti sono stati Ignazio, il primo, quello arrivato a Palermo con
il fratello Paolo, e Giulia Portalupi. Alcuni personaggi invece incontreranno
le simpatie del lettore all’inizio per perderla magari nel corso della narrazione. A me è accaduto con Giuseppina, la moglie di Paolo Florio.
Sono curiosa di leggere il
secondo volume della saga e di vedere la serie TV omonima tratta da questo
primo libro con Vincenzo Florio interpretato da Michele Riondino e Miriam
Leone nei panni di Giulia Portalupi.