Angelica ha 30 anni appena
compiuti e la consapevolezza di non
poter più procrastinare oltre le proprie scelte.
Angelica può contare
sull’appoggio dei suoi genitori, dell’amica Clizia e del collega Max che
segretamente è innamorato di lei, ma l’ansia sembra comunque non volerle dare
tregua. Angelica ama il proprio lavoro, ha fatto tanti sacrifici per aprire la
sua libreria, ma nulla sembra allontanare da lei gli attacchi di panico che la
colgono all’improvviso sempre più spesso. È stanca del suo essere sempre
controllata, di guardare la sua vita scorrerle davanti agli occhi senza
prendervi mai davvero parte.
Le
troppe notti insonni, i tanti pensieri smarriti, i numerosi rimorsi per opportunità
non colte la portano alla scelta non facile di lasciare il
confortevole nido famigliare e andare a vivere da sola.
Il
piano narrativo si sdoppia quando Angelica un giorno trova, in modo
del tutto fortuito, sotto una mattonella del magazzino della libreria la foto di
una donna e una chiave. La chiave apre un armadietto a muro che custodisce un vecchio diario, datato 1970-71, che
racconta la triste vicenda di Bianca, una giovane donna figlia di contadini.
Ci sono libri che parlano al
cuore e “La vita a mano libera” è decisamente uno di questi. Ogni lettrice, troverà nelle pagine i propri sogni,
desideri e speranze perché le protagoniste nate dalla penna di Alessandra Tempesta
sono oltremodo realistiche. Ogni pagina porta con sé parole che spingono ad
analizzare la propria vita, a rimettere in discussione le proprie scelte, a
chiedersi quali siano davvero le nostre priorità, a capire se la persona che
siamo oggi corrisponde a quella che avremmo desiderato essere.
“La vita a mano libera” è un racconto di dolore e sofferenza, di
paure inconfessate, di sogni dimenticati e di compromessi, ma è anche un racconto
di rinascita che dona speranza. Una storia che pone l’accento
sull’importanza di credere in se stessi, sul valore dell’amicizia e dell’amore;
un invito a non aver paura di vivere i propri sentimenti e di aprirsi all’altro.
È vero, talvolta la vita offre all’improvviso ciò che si è inseguito per anni e, anziché tuffarcisi e prenderlo a piene mani, si resta fermi, immobili, ipnotizzati a guardarlo mentre il tempo lo trascina via. E così si cercano altre chimere, altri aneliti, per dare un senso ai propri giorni.
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