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lunedì 11 gennaio 2021

“I lupi di Roma” di Andrea Frediani – Review Party

Anno 1277, dopo un lungo conclave Niccolò III, al secolo Giovanni Gaetano Orsini, ascende al soglio pontificio

Dopo la morte di Giovanni XXI, a seguito della quale la sede è rimasta vacante per ben sei mesi, ora gli Orsini possono finalmente portare a termine i loro piani grazie all’elezione del nuovo papa.

Progetti, quelli della famiglia Orsini, il cui scopo non è solo quello apertamente dichiarato, ovvero arginare la dominazione straniera ed in particolar modo il potere del re francese Carlo d’Angiò, re di Napoli nonché senatore di Roma e podestà di Firenze, ma anche quello ben più ambizioso di rafforzare il potere della propria famiglia.

I lupi di Roma, come vengono definiti gli Orsini, fanno presto incetta di cariche pubbliche e, prendendo possesso di buona parte dei territori circostanti, divengono di fatto i nuovi signori di Roma.

Le faide tra le famiglie romane però non accennano a placarsi e così, se da una parte l’alleanza Orsini – Colonna – Malabranca, frutto della sapiente politica matrimoniale condotta nel corso degli anni, è sempre più solida, dall’altra parte la sete di rivalsa e di vendetta delle famiglie nemiche, capitanata da quella degli Annibaldi, si fa sempre più feroce e  spietata.

Mentre Niccolò III insieme all’ambiguo cugino, il cardinale Matteo Rubeo, danno sfogo alle loro più sfrenate ambizioni, Perna Orsini innamorata del giovane Annibaldo Annibaldi vede sempre più lontana la possibilità di coronare il suo sogno d’amore.

Stessa sorte sembra toccare anche all’altra coppia di amanti, quella formata da Orso Orsini, il podestà di Viterbo, e la bella Beatrice, la figlia del conte di Guastapane Porcari.  

Un evento inaspettato, una morte prematura, sconvolgerà però tutti i disegni così meticolosamente pianificati dall’ambizioso Matteo Rubeo; i lupi di Roma, esposti alla vendetta dei nemici quanto mai prima era accaduto loro, si ritroveranno quindi a dover difendere con i denti quanto conquistato fino a quel momento.

Riusciranno gli Orsini a riconquistare la loro posizione e magari nel contempo pentirsi di quei metodi così poco ortodossi da loro praticati per raggiungere il successo ad ogni costo?

Il romanzo di Andrea Frediani è un buon compromesso tra verità storica e finzione letteraria. I protagonisti sono per la maggior parte personaggi reali che interagiscono tra loro in modo alquanto verosimile anche laddove, per l’economia della trama, è stato necessario da parte dell’autore apportare modifiche sovrapponendo talvolta alcuni eventi.

Sapevo poco delle vicende della famiglia Orsini e questo libro si è rivelato un ottimo punto di partenza per fare la loro conoscenza e per stuzzicare la voglia di approfondirne la storia.

La trama del romanzo è ben bilanciata: ai fatti storici salienti, battaglie sul campo e scontri politici, si alternano le vicende amorose di Perna e Annibaldo e quelle di Orso e Beatrice.

L’amore di Perna Orsini e Annibaldo Annibaldi è la classica storia d’amore contrastato che prima tra tutte richiama la celebre storia di Romeo e Giulietta, due famiglie nemiche e due giovani che sognano attraverso la loro unione di poter porre le fondamenta per quella pace tanto sospirata.

La storia di Orso e Beatrice invece è una storia dove l’amore deve fare i conti con il dovere e l’onore. Orso, per quanto innamorato di Beatrice, non ha la forza di sottrarsi ai doveri verso la propria famiglia e anche quando capisce che per i parenti egli è solo uno strumento, la tessera di un mosaico, non riesce comunque a sottrarsi a quanto impostogli dagli altri Orsini.

Beatrice è comunque molto diversa da Perna, La figlia del conte Guastapane Porcari è una donna tenace e risoluta, non è facile per lei concedere una seconda possibilità e, proprio perché le è costato tanto cercare di giustificare l’amato Orso, il vedersi rifiutare da lui una seconda volta per assecondare le imposizioni della famiglia, farà scattare in lei un desiderio di rivalsa e di vendetta che sfocerà alla fine nell’autolesionismo.

Su tutti i personaggi, sul violento Riccardello Annibaldi, sull’arrogante Cencio, sull’ambizioso e ambiguo cardinale Matteo Rubeo, svetta la figura carismatica di Margherita Colonna, colei che ha saputo tenere testa alla famiglia e, seguendo la propria strada, elevarsi al di sopra delle meschine lotte di potere per dedicare la propria vita al prossimo.

“I lupi di Roma è un romanzo scorrevole che, grazie ad una trama avvincente e a un racconto serrato degli avvenimenti, riesce a mantenere sempre alta l’attenzione del lettore favorendo lo sviluppo di un legame empatico tra questi e alcuni suoi protagonisti.

Nel corso del suo papato Niccolò III favorì in ogni modo i propri parenti e nipoti assegnando loro cariche e proprietà, tanto che leggendo queste pagine non si può non richiamare alla mente un altro papa che salì al soglio pontificio due secoli più tardi e il cui nepotismo e accumulo di ricchezze fanno ancora oggi discutere e indignare. Il suo nome? Alessandro VI, ovviamente, al secolo Rodrigo Borgia.

In quanto a dissolutezza, baldanza, arroganza alcuni personaggi di I lupi di Roma non hanno davvero nulla da invidiare né al papa Borgia né al suo temutissimo figlio Cesare, il duca Valentino.

Se il più grande sogno di Cesare Borgia, condottiero spregiudicato e politico ambizioso, fu quello di unire l’Italia con lui come unico principe a dominarla; gli Orsini duecento anni prima furono senza dubbio la famiglia che più di tutte provò a costruire un regno e una dinastia autoctoni.

Il libro di Andrea Frediani è il racconto della feroce lotta che una delle dinastie più ambiziose di Roma, gli Orsini appunto, condusse per il proprio prestigio e non solo.