SOTTOVENTO E
SOPRAVVENTO
di Guido Mina di Sospiro
PONTE ALLE GRAZIE
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Nel mar dei Caraibi dovrebbero esserci due isolette gemelle, le Negrillos, dove i pirati hanno nascosto,
centinai di anni fa, un immenso tesoro razziato a ben sedici galeoni spagnoli. Usiamo
il condizionale perché in verità di queste due isolette, di questi due piccoli
puntini di sabbia, nessuna carta fa più
menzione dopo l’anno 1867.
Un narcotrafficante colombiano incarica
Christopher e Marisol di ritrovare l’intero tesoro in modo da poter
giustificare i suoi loschi introiti e sfuggire una volta per tutte alle
indagini condotte su di lui dalle autorità statunitensi.
Christopher Foley è un cacciatore
di tesori, un irlandese nato povero e gobbo; un uomo semplice, poco istruito, istintivo,
che vive alla giornata.
Marisol, di origini cubane ma
vive negli Stati Uniti, è invece una donna colta, molto intelligente, una
filosofa. Una di quelle persone che, qualunque scopo si prefiggano nella vita,
riescono a raggiungerlo con successo.
Due personalità all'apparenza molto
diverse quelle di Marisol e Chris che però, nell'avvicendarsi del racconto, si riveleranno oltremodo ben assortite tanto da riuscire, ovviamente non senza
sforzi da parte di entrambi, a trovare un giusto equilibrio che li aiuterà
anche a comprendere meglio non solo loro stessi ma anche il senso della vita.
Il libro già dall’immagine della
copertina, dove la forma del mare ci fa pensare ad una terra non sferica ma cubica, ci invita a pensare che il romanzo racchiuda in sé più di una
semplice storia d’avventura intesa nel senso letterario della parola.
Il titolo poi “Sottovento e
sopravvento” ci conferma quanto abbiamo magari solo per un momento ipotizzato.
Infatti, come viene poi spiegato anche da una nota dell’autore, la doppia “v” in sopravvento presenta
polisemia, ovvero diversi significati.
La ricerca intrapresa da Chris e Marisol li condurrà non solo al
ritrovamento di un tesoro materiale ma anche di un “tesoro filosofico”.
Il vero tesoro infatti consisterà non
nel ritrovamento del comune metallo prezioso ma piuttosto nel ritrovamento
dell’oro dei filosofi.
“Sottovento e sopravvento” è un romanzo
singolare, curioso e per certi versi inaspettato, una vera sorpresa a dirla
tutta.
Proprio per questo sono
particolarmente contenta di aver potuto rivolgere alcune domande direttamente
all’autore Guido Mina di Sospiro che ringrazio per la disponibilità dimostratami
e colgo l’occasione per ringraziare anche Matteo Columbo dell’ufficio stampa di
Ponte alle Grazie per averlo reso possibile.
Consigliandovi la lettura del romanzo,
quale miglior modo di stuzzicare la vostra curiosità se non con le parole dell’autore
stesso?
Chris e Marisol hanno due personalità completamente differenti ma alla fine
scoprono di essere molto più simili di quanto ci si aspetterebbe. Entrambi, a
modo loro, son cercatori.
A chi si sente più vicino? Quanto è importante per lei la voglia di cercare,
di indagare?
A chi mi sento più vicino…eh a tutti e
due. Chris ha un approccio più istintivo, che io vorrei avere e che non ho. Però
mi piace molto perché si arrangia, vive alla giornata, non ha bisogno di fare
grandi piani, grandi programmi. Marisol ha un approccio cerebrale, algido,
molto artificiale, arbitrario però anche molto intelligente, molto brillante
che si va ad infrangere contro qualcosa di infrangibile cioè i paradossi.
I paradossi sono un problema dello
scibile umano occidentale mentre sono la delizia dello Zen, delle storie Sufi e
del Dao ecc.
Quindi mi sento vicino ad entrambi ma
non sono proprio né uno né l’altro.
La voglia di cercare, di indagare è
fondamentale. Credo che la curiosità sia un dono, io sono nato curioso.
Sono un lettore onnivoro, sto sveglio
di notte a leggere Wikipedia, mentre da ragazzo quando non c’era Wikipedia
leggevo l’enciclopedia britannica a caso, qualunque cosa mi interessava
moltissimo. Tuttora sono molto, molto curioso.
La curiosità, poi, può trascendere
nella voglia di cercare e nel lavorare finché si trovino delle risposte.
Marisol e Chris ad un certo punto si ritrovano a vivere nel “paradiso
terrestre”. Cibo gratis, poche preoccupazioni ma contrariamente a quello che si
potrebbe pensare invece di essere felici la noia prende il sopravvento e tutto
diviene un comatoso sopravvivere. La vita per avere un senso deve essere lotta,
mischia oppure secondo lei si può realizzare sé stessi anche attraverso altre
vie?
La vita così come concepita per noi
esseri umani penso che sia una sfida. Penso che se non la si concepisce come
sfida possa essere effettivamente uno stato comatoso come dice lei. Quindi
secondo me, sì, ci si deve realizzare cercando di trascendere sé stessi ed
arrivare più in là di quelli che si pensava fossero i nostri limiti.
Lei crede che sia il caso a regolare le nostre vite oppure siamo noi i soli
artefici del nostro destino?
È una via di mezzo fra i due cioè non
siamo né dei pupazzi in mano al caso né siamo del tutto artefici del nostro
destino. Per esempio I Ching che è il libro delle combinazioni cinese di
cinquemila anni fa, ci insegna proprio ad avere delle risposte da questo libro
oracolare e poi a comportarci secondo quanto ci viene detto. Quindi non può
succederci niente se non facciamo assolutamente niente ma, alle volte,
nonostante i nostri sforzi non si arriva a nulla. È quindi una via di mezzo tra
i due, bisogna saperla interpretare.
Quanto è importante secondo lei riuscire a mantenere viva la capacità di
sognare?
È fondamentale perché una vita senza
sogni è una vita tristissima, mentre una vita solo di sogni è una vita inutile,
sprecata.
Guido
Mina di Sospiro è cresciuto a Milano
in una casa in cui si parlavano diverse lingue, ha studiato chitarra classica
prima di lasciare l’Italia per la California dove ha frequentato la School of Cinema Production of Southern California; da allora risiede negli Stati Uniti.
I suoi libri – scritti in inglese – sono stati tradotti in dodici lingue.
Ricordiamo tra gli altri Il fiume, L’albero, La metafisica del ping-pong.
Scrive inoltre per il blog Reality Sandwich e per il sito Disinformation,
entrambi di New York City. Vive vicino a Washington DC con sua moglie.