IL PALAZZO
D’INVERNO
di Eva
Stachniak
SUPERBEAT
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Elizaveta Petrovna salì al
trono nel 1741 con un
colpo di stato e, dopo aver fatto imprigionare l’infante Ivan VI e la madre di lui, la reggente Anna Leopoldovna, assunse la guida dell’impero.
Nel
1743 la zarina Elisabetta di Russia non avendo figli, decise di designare come
suo erede il nipote Karl Peter Ulrich,
duca di Holstein, che ribattezzerà con il nome di Pietro Fedorovic.
“Il
palazzo d’inverno” racconta gli intrighi
di corte e le cospirazioni che ebbero luogo negli anni che vanno dal 1741 al
1764.
A
narrarci in prima persona la storia romanzata degli eventi storici è la protagonista del
romanzo Varvara “Barbara” Nikolaevna.
Varvara
è figlia di un semplice legatore di
libri nato in Polonia e giunto
alla corte di Russia per mettere le proprie abilità al servizio della famiglia
imperiale.
I
genitori di Varvara muoiono lasciandola sola al mondo. Ha solo sedici anni quando diventa “una protetta della corona” ovvero
una di quelle ragazze orfane e abbandonate accolte sotto l’ala protettrice
della zarina e impiegate al suo servizio.
Varvara
Nikolaevna viene assegnata al guardaroba imperiale e qui viene da subito presa
in antipatia e tiranneggiata dall’altezzosa capo cameriera di corte, madame Kluge.
Grazie
all’interessamento del cancelliere di
Russia, il conte Bestuzev, Varvara resterà ben poco confinata tra le
domestiche assegnate al guardaroba della zarina e, istruita a dovere dal suo
nuovo protettore, diventerà una spia di
palazzo.
Io ero una “lingua”, una
“gazzetta”, la portatrice della “verità” dei sussurri. Sapevo tutto di libri
cavi, bauli con doppio fondo, meandri di corridoi segreti. Sapevo come aprire i
cassetti nascosti nel tuo secretaire, staccare la ceralacca alle tue lettere e
far sì che non ti accorgessi che erano state manomesse. Se fossi entrata nella
tua stanza, avrei rimesso a posto il capello che avevi avvolto intorno alla
serratura. Se ti fossi fidato del silenzio della notte, io avrei origliato i
tuoi segreti.
Grazie
al suo carattere intraprendente ed alle sue innate capacità Varvara diventerà ben presto, grazie
ai suoi racconti, indispensabile non solo al conte ma alla zarina stessa.
Tra
gli insegnamenti di Bestuzev ci sono però importanti regole da rispettare come
non provare mai a tradirlo né cercare di ingannarlo, non abbassare mai la
guardia, non fidarsi di nessuno e mai, mai per nessun motivo affezionarsi e
legarsi a qualcuno.
Un
giorno però giunge alla corte di Russia, la giovanissima principessa Sofia Federica Augusta Anhalt-Zerbst, che la zarina
Elisabetta ha scelto come futura moglie del proprio successore.
Sofia,
che cambierà il suo nome in Caterina, con la sua dolcezza ma soprattutto con la
sua solitudine e le sue paure, farà breccia nel cuore di Varvara che per lei abbandonerà la sua prudenza sostenendola anche
contro la volontà dello stesso Bestuzev che, contrario alla scelta della
zarina, trama nell’ombra per mandare a monte il matrimonio e rispedire in
patria la principessa.
Negli anni la scelta di
sostenere Caterina da parte di Varvara si rivelerà una scelta coraggiosa,
difficile e pericolosa, ma si rivelerà per certi versi anche la scelta
vincente.
Caterina,
infatti, è destinata ad un grande futuro, sarà
ricordata da tutti come Caterina la
Grande , una sovrana illuminata.
Una
sovrana che amava dedicarsi alla lettura e amava leggere gli scritti di Voltaire,
Diderot e Montesquieu.
Sotto
la sua guida la Russia
conobbe uno dei periodi di maggiore riconoscimento a livello europeo.
Il
romanzo di Eva Stachniak pur rifacendosi
alle numerose biografie di Caterina II è a tutti gli effetti un’opera di pura
finzione letteraria con una buona base di verità storica.
Varvara Nikolaevna è quindi
solo un personaggio di fantasia,
ma è così ben delineato da sembrare davvero reale e riuscire a creare con il
lettore una straordinaria empatia.
E’
infatti un personaggio capace di catturare e affascinare il lettore, trascinandolo
e rendendolo partecipe della sua storia sin dalle prime pagine.
Le descrizioni della corte
con i suoi intrighi e le sue passioni, la sete di potere, i tradimenti sono inoltre talmente
minuziose e perfette da
risultare del tutto credibili.
Attraverso
di esse il lettore può rivivere i fasti e gli inganni alla corte di Russia di
metà Settecento come se egli stesso, in prima persona, potesse origliare le conversazioni da
dietro qualche paravento o sbirciare incontri segreti attraverso le fessure tra le assi sconnesse del pavimento di una soffitta.
“Il
palazzo d’inverno” è un romanzo storico avvincente e ben costruito; una lettura
assolutamente imperdibile per gli appassionati del genere.