Spesso ad un certo punto
della vita si avverte l’esigenza di fare un bilancio della propria esistenza,
andare indietro nel tempo, ripercorrere ciò che è stato e forse immaginare come
sarebbero andate le cose se si fossero fatte scelte diverse.
Sul
finire dell’anno 1585 Margherita d’Austria, ritiratasi ad Ortona a Mare, sente
che la sua fine è vicina e si lascia andare ai ricordi. Ha
vissuto a lungo, tanti viaggi e tante conoscenze costellano la sua esistenza,
alcune persone sono solo ricordi sbiaditi, altre, nonostante non siano più da
tanto tempo, sono ancora lì, presenze costanti nella sua mente e nel suo cuore.
Margherita d’Austria, figlia naturale dell’imperatore Carlo V,
nacque e crebbe nelle Fiandre. Fu
affidata dal padre alle cure prima di Margherita di Savoia e poi di Margherita
d’Ungheria. Per quanto Carlo V amasse la figlia, questo non gli impedì di
seguire le consuetudini della politica matrimoniale del tempo. Margherita venne concessa in sposa al duca Alessandro de’ Medici, per consolidare
l’alleanza con Clemente VII dopo il terribile episodio del Sacco di Roma.
Margherita conobbe così l’Italia, la corte di Napoli prima e di Firenze dopo. Il matrimonio durò solo pochi mesi poiché
Alessandro venne assassinato per mano del cugino Lorenzino.
Vedova ad appena quindici
anni, Margherita si ritrovò di nuovo ad essere una pedina sullo scacchiere
politico. Carlo V decise di concedere la
mano della figlia a Ottavio Farnese, legandosi così nuovamente alla famiglia di
un papa, Paolo III.
Se il matrimonio con
Alessandro era stato accettato da Margherita con ubbidienza, quello con Ottavio
fu da lei contrastato profondamente. Gli sposi, però, dopo un inizio
burrascoso, riuscirono col tempo a trovare un loro equilibrio di coppia fatto
di stima e affetto reciproci.
Margherita per volontà del
fratellastro Filippo II, succeduto al padre Carlo V, fu governatrice delle
Fiandre dove trascorse parecchi anni, ma nessun
luogo le fu mai caro quanto la terra d’Abruzzo. Non è quindi un caso che
questa terra per cui Margherita si adoperò tanto per emanciparla a livello
economico e amministrativo, proiettandola sul grande scenario politico
nazionale ed europeo, non manchi mai di celebrarla e tenerne viva la memoria
ancora oggi.
Inutile dire che mi sono
avvicinata a questo personaggio perché legata alla famiglia Medici sebbene solo
per un brevissimo periodo. Avrebbe forse potuto esserlo più a lungo se Carlo V
avesse accettato di darla in sposa a Cosimo I de’ Medici, ma il destino volle che scegliesse diversamente e forse per Firenze e la Toscana fu meglio così perché
altrimenti non avrebbe avuto una duchessa come Eleonora di Toledo al quale il
granducato deve moltissimo.
Margherita d’Austria,
duchessa di Parma e Piacenza, fu però anch’ella
una figura di grande forza. Donna colta, intelligente, ostinata e
intraprendente, in un mondo governato dagli uomini, percorse sempre, laddove
le fu possibile, la via diplomatica della mediazione.
I
fatti narrati nel romanzo di Giulia Alberico sono ovviamente liberamente
reinterpretai dall’autrice, ma invogliano il lettore a cercare di
saperne di più su questa protagonista la cui storia non è così conosciuta come
quella di altre grandi figure femminili a lei contemporanea o di poco discoste
nel tempo.
Il racconto è scorrevole, le pagine scivolano via velate di
malinconia: l’incalzare del tempo che volge al termine, i ricordi di una
vita, un bilancio fatto di sogni infranti e desideri realizzati, di rimpianti per
amori che avrebbero meritato una possibilità, di rimorsi per essere stata
troppo egoista con chi avrebbe meritato più attenzioni, ma anche di coraggio e gratitudine,
coraggio per essere riuscita ad affrontare prove difficili e gratitudine per coloro
che le sono rimasti accanto senza chiederle mai nulla in cambio.
“La signora delle Fiandre” è
un buon romanzo storico dove l’atmosfera e il modo di pensare dell’epoca sono
resi in maniera minuziosa e dove i personaggi di pura invenzione si integrano
perfettamente ai numerosi personaggi realmente esistiti. Pur trattandosi di un
racconto liberante ispirato alla storia di Margherita d’Austria è evidente che
l’autrice abbia effettuato una scrupolosa ricerca storica prima di accingersi
alla stesura del romanzo.