Il campo di battaglia è
disseminato di cadaveri, l’Ordine Bianco è stato sconfitto, ma la strega non
è morta, la guerra non è finita. È solo questione di tempo prima che
l’esercito di Wèn (Vortingern), torni a seminare terrore e morte.
I dodici Priori, i custodi dei
dodici elementi sui quali si basa l’equilibrio del mondo, stanno morendo. Wèn,
la creatrice del tredicesimo elemento, la stregoneria, ne sta distruggendo la
stabilità con il suo esercito di strigoi e lamie.
Ad un cavaliere risorto per
mano dei Priori spetterà il compito di fermare la
strega e le sue orde di spettri. Ad affiancarlo, in questo incarico
dagli esiti quantomai incerti, ci saranno tre donne: la gatta mutaforma Vesper,
la veggente Avril e la regina Valka, conosciuta da tutti anche come Valka
la Sanguinaria o la Madre dei Predoni.
Il romanzo di Jack Roland è un
racconto in cui nulla è come sembra e dove la sottile linea che distingue il bene
dal male è fragilissima. Bene e male non possono mai essere concetti assoluti
e il personaggio del cavaliere Tristo è l’incarnazione stessa del principio
per cui, talvolta, un male diventa necessario quando il bene che ne scaturisce
è superiore.
La conoscenza di Jack Roland
dei grandi classici del ciclo arturiano è indubbia così come è vasta la sua conoscenza della letteratura fantasy, possiamo citare due saghe su tutte
quella di The Witcher di Andrzej Sapkowski e quella del Trono di Spade di
George R.R. Martin. Jack Roland, però, conosce altrettanto bene i racconti del terrore, si potrebbero in questo caso citare come Lovecraft e Poe.
Jack Roland è stato bravo a trarre
ispirazione da questa vasta materia letteraria per ricreare un mondo tutto suo,
dove i personaggi hanno una loro propria identità. Non è facile creare un mondo dove una veggente, che a tratti richiama alla mente la
leggendaria Morgana, e un cavaliere, che presenta alcune caratteristiche
tipiche dei paladini arturiani e allo stesso tempo quelle di un Geralt di Rivia, riescano a risultare credibili aggirandosi tra vampiri e inquisitori. Eppure, non solo il racconto è
estremamente piacevole, ma i personaggi sono tutti dotati di un carisma e un
fascino non comuni.
Interessante poi la
sottotraccia del racconto in cui si evidenza l’importanza di una convivenza
civile e rispettosa tra le varie etnie e le varie professioni di fede, una
tematica estremamente attuale.
Quella narrata nel Priore Oscuro è una storia molto interessante e coinvolgente, a suo modo anche originale, senza dubbio un racconto cupo e potente come i suoi protagonisti.
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