sabato 19 ottobre 2019

“La casa degli specchi” di Cristina Caboni


LA CASA DEGLI SPECCHI
di Cristina Caboni
GARZANTI
Milena è appena arrivata a Positano, qui c’è la villa del nonno, conosciuta da tutti come la casa degli specchi, una splendida villa circondata da un giardino di limoni, caratterizzata da un atrio unico nel suo genere e dal quale la villa prende il nome.

Questa stanza che, fin da bambina ha sempre affascinato e meravigliato Milena, è un magnifico atrio con dodici grandi ed antichi specchi appesi alle pareti, specchi che riflettono l’immagine di colui che vi si avvicina rendendolo protagonista e spettatore allo stesso tempo.

Milena era cresciuta con il nonno, da bambina viveva con lui tutto l’anno, poi, quando la madre era mancata, si era dovuta trasferire a Roma a casa del padre, ma non perdeva occasione appena libera dalla scuola di ritornare in quella casa che l’aveva sempre vista felice.

Milena adora suo nonno ed ora che Michele si è ammalato di Alzheimer le risulta davvero difficile lasciarlo da solo tanto più che, proprio durante la sua permanenza in costiera, è accaduto qualcosa di imprevedibile che presto costringerà tutti a fare i conti con i segreti del passato.

Un giorno, infatti, durante dei  lavori di manutenzione di un vecchio muro viene rinvenuto un cadavere nella proprietà di Michele.
Michele appare sconvolto da questo ritrovamento e questa preoccupazione non fa che accelerare il decorso della sua malattia.

In paese si inizia a mormorare sulla possibilità che quel cadavere appartenga all’Americana che altri non era, come Milena scoprirà presto, sua nonna.
Michele non le aveva mai parlato di quella moglie che lo aveva abbandonato di punto in bianco lasciandolo con una figlia piccola, Marina, sua madre.

Giorno dopo giorno Milena cercherà di ricomporre il puzzle e scoprire la verità su quella nonna la cui identità le era stata nascosta per così tanto tempo e che sembra avere in comune con lei, prima tra tutte proprio la passione per il teatro e per quella camera degli specchi.

Eva Anderson era stata un’attrice piuttosto famosa nella Roma della Dolce Vita. Era arrivata giovanissima dagli Stati Uniti con due amiche che, come lei, sognavano di entrare nel mondo del cinema.

A Venezia aveva conosciuto Michele, un giovane orafo artigiano che tra i suoi clienti vantava importanti registi che gli commissionavano quei gioielli che gli attori avrebbero indossato nei film girati negli studi di Cinecittà.

Tra Eva e Michele fu amore a prima vista, si sposarono quasi subito ed ebbero una bimba, ma Eva aveva troppi scheletri nell’armadio ed il passato presto venne a bussare alla sua porta.

Eva aveva sempre saputo che quel senso di protezione e quella felicità che aveva trovato accanto a Michele non erano purtroppo destinati a durare per sempre.

Cristina Caboni ancora una volta ci regala un romanzo capace di trascinarci all’interno della storia facendoci vivere emozioni e tormenti quasi fossimo noi stessi i protagonisti del libro.
Le descrizioni accurate ed intense dei luoghi ci permettono quasi di riuscire a vedere il blu intenso del cielo di Positano e di sentire il profumo che si sprigiona dalla limonaia della casa degli specchi.

Ancora una volta l’autrice di regala personaggi femminili che non si possono non amare fin dalle prime pagine: Milena è una ragazza dolce, ma a suo modo anche molto determinata ed Eva fin da subito dimostra una grande forza di carattere e una determinazione non da poco nel cercare di affermarsi in un mondo, come quello del cinema della fine anni Cinquanta, inizio anni Sessanta, dominato principalmente dagli uomini.

Il racconto presenta due linee di narrazione: da una parte abbiamo il racconto della storia di Milena e dall’altra il racconto della storia di Eva.

La  tecnica del doppio piano narrativo è una tecnica molto cara a Cristina Caboni infatti la ritroviamo in tutti i suoi ultimi romanzi nei quali l’autrice ha dimostrando di essere davvero brava nel saper gestire il racconto di due storie che si svolgono a distanza di anni l’una dall’altra, ma che hanno un elemento comune che le lega indissolubilmente.

Nel caso di questo ultimo romanzo, più che nei precedenti, i due piani narrativi sono destinati a convergere essendo le due protagoniste destinate ad incontrarsi e soprattutto a confrontarsi.

C’è poi un’altra sostanziale differenza dai precedenti romanzi dell’autrice ovvero l’introduzione dell’elemento giallistico che si inserisce in modo discreto all’interno del romanzo conferendogli un’atmosfera piuttosto misteriosa.

L’elemento giallo non si esaurisce semplicemente con l’indagine che Federico Marra conduce per cercare di scoprire l’identità del cadavere o nel cercare di comprendere la vera identità dell’uomo che perseguita Eva, ma anche ad esempio nell’apparizione del giovane Gabriel.

Ancora due parole devono essere necessariamente spese proprio sui due giovani personaggi maschili che ruotano intorno alla protagonista.

Federico Marra è un personaggio affascinante, introverso e a tratti alquanto indisponente. Nasconde un segreto, qualcosa nel suo passato gli nega la possibilità di riuscire ad aprirsi alla vita; il suo lavoro poi non facilita certamente la sua espansività o la sua capacità di lasciarsi andare. 

A fare da contraltare al bel tenebroso abbiamo Gabriel, giovane e simpatico, un avvocato che si sta specializzando in investigazioni digitali così da poter un giorno difendere chi non può farlo da sé. All’apparenza un uomo bello e solare, ma in realtà anche lui nasconde un segreto.

E’ ovvio che uno dei due uomini conquisterà il cuore di Milena, non vi svelerò di certo quale dei due riuscirà nell’impresa.
Vi confesso però che la sua scelta mi ha lasciato piuttosto stupita e, forse, anche non troppo d’accordo, ma devo riconoscere che la decisione della protagonista è senza dubbio quella più coerente con il suo personaggio.

Ecco, se siete curiosi di scoprire qualcosa di più, non vi resta che leggere “La casa degli specchi” il nuovo romanzo di Cristina Caboni, una delle autrici italiane più amate sia dai lettori che dalla stampa.

Mi piacciono le dediche all’inizio dei libri perché rivelano sempre qualcosa del loro autore e così ho deciso di salutarvi proprio con la dedica che si trova all’inizio del romanzo:
                
A tutti coloro che hanno il coraggio di cambiare.
Ai pazzi e ai sognatori, che spesso è lo stesso.
A chi parla con i fiori, gli animali
e confida il proprio amore alle stelle.
Questo libro è dedicato a voi.


Se siete interessati, qui potete trovare altri post che parlano dei suoi romanzi





sabato 12 ottobre 2019

“Castelli di sabbia” di Alice e Claude Askew

CASTELLI DI SABBIA
di Alice e Claude Askew
Scrittura & Scritture

Maggie Carvel ha ventitré anni e fin da piccolissima, quando i suoi genitori morirono in un terribile incidente stradale, vive con l’anziana zia Anna a Sandstone, un piccolo villaggio in Inghilterra, dove tutti si conoscono e  la vita scorre lentamente.

L’esistenza monotona di Maggie viene però sconvolta di punto in bianco quando il suo amico del cuore Howard Burton, il ragazzo che conosce da sempre e che ha sempre pensato sarebbe un giorno diventato suo marito, le comunica invece che ha deciso di lasciare il paese per cercare fortuna in Rhodesia.

Col cuore spezzato e umiliata Maggie non vede l’ora di poter sfuggire alla compassione della gente del villaggio dove la sua triste vicenda è ormai sulla bocca di tutti.

L’occasione non tarda molto a presentarsi e ha le fattezze di un bel giovane irlandese che risponde al nome di Pierce Maloney.
Pierce con modi molto galanti conquista subito la fiducia e l’affetto della giovane Maggie tanto che la ragazza accetta immediatamente di sposarlo.

Dopo appena tre mesi dal loro primo incontro i coniugi Maloney sono in viaggio verso il bellissimo Castello di Glenn, l’antica proprietà di famiglia.

Purtroppo si sa che gli irlandesi sono gente abile con le parole e bravissima ad infiorettare la realtà e così la povera e giovane Maggie si ritroverà a fare i conti con verità scomode e cocenti delusioni.

L’amore che prova per Pierce sarà sufficiente a darle la forza di affrontare tutte le avversità e le dure prove che la vita metterà sul suo cammino?

“Castelli di sabbia” potrebbe sembrare all’inizio un libro in puro stile Jane Austen, ma proseguendo nella lettura molti sono gli autori e i generi che si rincorrono tra sue le pagine.

Charles Dickens è il primo autore che mi viene in mente perché a tutti gli effetti “Castelli di sabbia” è un romanzo di formazione, Maggie Carvel cresce e diventa una donna matura nel corso degli anni trasformandosi da ragazzina impulsiva e anche un po’ viziata in una donna altruista e riflessiva.

Le tinte fosche in cui vengono descritti alcuni personaggi ed alcuni luoghi oltre a Dickens non possono non richiamare alla mente autori suoi contemporanei quali ad esempio Wilkie Collins, collaboratore e amico dello stesso Dickens, autore di romanzi gialli dal fascino misterioso.

Le descrizioni dell’Irlanda e del castello di Glenn hanno poi indubbiamente anche un che di fiabesco e così a tratti ci si aspetterebbe da un momento all’altro di veder apparire dal nulla un folletto o un leprechaun  che danzano sulle note di un'antica ballata irlandese.

Con Maggie, protagonista indiscussa del romanzo, si muovono sulla scena tre figure maschili; tre uomini che, seppur molto diversi tra loro, sono tutti innamorati di Maggie e sono da lei ricambiati anche se in modi differenti.

Quali siano questi modi e cosa Maggie apprezzi maggiormente di ciascuno di loro lascio a voi il piacere di scoprirlo attraverso la lettura di questo romanzo davvero particolare.

Howard Burton, il primo amore di Maggie, ci viene presentato all’inizio come un ragazzo piuttosto goffo ed impacciato, ma si rivelerà essere un uomo tenace e capace di costruire la propria fortuna facendo affidamento solo sulle proprie forze, incarnando così l’esempio del self-made man tipicamente dickensiano.

Pierce Maloney è invece l’eterno ragazzo, generoso e altruista, ma purtroppo anche portato a vivere in un mondo tutto suo, un mondo creato dalla sua fantasia che lo spinge il più delle volte a comportarsi da irresponsabile.
È un uomo dal carattere debole che fugge sempre dinnanzi alle proprie responsabilità ed è totalmente incapace di affrontare i più banali problemi quotidiani.

E infine c’è lui,  il terzo uomo, Lord Revelstone, colui che appena appare sulla scena con il suo modo di fare altezzoso e scontroso riporta alla mente subito il famoso Mr. Darcy di Orgoglio e Pregiudizio.
Per onestà devo anticiparvi che il suo personaggio non raggiunge certo le vette del forse più ammirato ed amato personaggio austeniano, ma nel suo piccolo vi posso assicurare che anche Lord Revelstone riuscirà a conquistare il cuore di più di una lettrice.
Il disilluso e disincantato Richard Revelstone si rivelerà, nonostante il suo carattere all’apparenza asociale e scorbutico,  un amico costante e fedele sia per l'inaffidabilr Pierce Maloney che per l’orgogliosa Maggie Carvel.

Qualche parola merita di essere spesa anche sui coniugi Askewautori del romanzo.

Alice (1874 1917) e Claude Askew (1865-1917) furono una coppia di acclamati scrittori londinesi che scrissero diversi romanzi a quattro mani.
Il successo arrivò per loro con il romanzo intitolato The shulamite che diede vita ad un film muto, prodotto dalla Paramount Pictures, dal titolo Sotto la frusta.
Ebbero una vita avventurosa durante la quale viaggiarono moltissimo.
Morirono durante la navigazione verso Corfù a causa di un siluro tedesco che colpì e affondò il piroscafo sul quale stavano viaggiando.

“Castelli di sabbia” fa parte della collana VociRiscoperte della casa editrice Scrittura & Scritture.

Con la collana VociRsicoperte questa casa editrice indipendente ha deciso di pubblicare alcuni grandi romanzi del passato ormai introvabili in Italia.

Non ci resta quindi che ringraziare Scrittura & Scritture per l’impegno profuso nel cercare di restituire a noi lettori questi romanzi dimenticati e nel regalarci la possibilità di fare la conoscenza con interessanti autori del passato spesso a noi ignoti.