Inghilterra 1803. Olivia Frobisher è una ragazza di
appena diciotto anni, quando la madre muore improvvisamente, con il padre e il
fratello richiamati entrambi in Marina impegnati nella guerra contro Napoleone, la giovane si troverebbe completamente abbandonata a se stessa se non fosse per
lo zio Samuel, il fratello di sua madre.
Mr Samuel Harte è vedovo da moltissimi anni ed è ormai abituato
alla sua vita da scapolo; non avrebbe alcun problema nel farsi carico
economicamente della nipote, ma è alquanto spaventato dall’idea di doversi
assumere la responsabilità del debutto in società di una giovane donna in età
da marito.
Così quando Mr John Rembleton avanza la sua proposta di
matrimonio e la nipote, dimostrando molto buon senso, decide di accettarla Mr
Harte non può che essere lieto della sua buona stella.
Luke Fitzmaurice è coetaneo di Olivia, da sempre avrebbe
voluto arruolarsi, ma complici una grave malattia contratta in giovanissima età
e una madre molto apprensiva, si trova
costretto a rinunciare al sogno di servire il proprio Paese.
Un giorno Olivia, ormai già Mrs Rembleton, e Luke si
incrociano ad un evento mondano, un solo sguardo e un unico ballo, ma nessuno dei due
riuscirà mai a dimenticare l’altro.
Sono trascorsi dieci anni da quel loro primo incontro,
il matrimonio di Olivia si trascina stancamente sebbene sia ora madre di tre
splendidi bambini, mentre Luke, sempre alla ricerca della propria strada, non si preoccupa affatto che tutti lo ritengano un damerino vanesio e nullafacente.
Olivia e Luke riusciranno ad avere finalmente la loro
occasione di felicità sebbene a distanza di tanti anni?
Nonostante
l’ambientazione e l’accurata descrizione della società dell’epoca in cui la
storia è perfettamente calata, la trama
del romanzo è per certi aspetti molto moderna.
Se la cornice storica, infatti, si addice alla perfezione a
quella di un romanzo austeniano, in particolar modo ho ritrovato molto di “Persuasione”
per esempio nel cameratismo che si instaura tra i personaggi maschili nelle
ultime pagine del libro, mai in un
romanzo di Jane Austen avremmo trovato pagine tanto esplicite sul sesso né un
così chiaro riferimento all’omosessualità.
Mr Rembleton sposa
Olivia semplicemente per procurarsi
degli eredi e per mettersi al riparo da un’accusa di sodomia punibile
nell’Inghilterra dell’epoca con la condanna a morte. Il lettore può
comprenderlo, ma non simpatizzare con lui perché il suo è un comportamento
fortemente egoistico dal momento che egli non
dimostra mai alcun affetto né rispetto nei confronti di Olivia. Comprensibile che non la possa amare, ma la freddezza con cui la tratta non gli si può perdonare. Inoltre lui, al
contrario della moglie, non si priva di nulla e continua tranquillamente la sua
storia d’amore con il compagno di una vita, mentre lei deve rimanere fedele e rispettosa come richiesto dalle convenzioni sociali.
Olivia, è vero, ha accettato
di sposarlo per interesse ma, ignara delle vere inclinazioni del marito, ha continuato a sperare per anni che tra
loro potesse nascere un giorno se non sentimento d’amore almeno di complicità.
Spesso durante il
romanzo Olivia si interroga se fosse stato troppo precipitoso da parte sua
accettare quella proposta di matrimonio, ma in realtà l’impressione è che in
cuor sappia che al momento quella era l'unica scelta possibile. Olivia non è certamente razionale e fredda quando Mr Rembleton, ma non è
neppure una donna che si lasci guidare dai sentimentalismi in maniera totalmente
irrazionale.
Che dire poi di Mr Fitzmaurice? Oppresso già dalla
rinuncia di poter servire nell’esercito, gli
viene negata anche la possibilità di avere al suo fianco l’unica donna che sia mai riuscita a suscitare in lui qualche interesse. Come tutti gli altri è un personaggio molto ben caratterizzato; lui così
sicuro in società non fa che commettere passi falsi quando si deve rapportare
con la donna di cui è innamorato creando spesso situazioni imbarazzanti e incresciosi
disguidi.
“I sussurri delle
maschere” è un romanzo davvero
particolare che fa riflettere su una tematica quanto mai attuale. Benché per fortuna ai giorni ci si senta senza dubbio più liberi di esprimere le proprie
inclinazioni sessuali, la strada è purtroppo ancora lunga. Viene quindi spontaneo chiedersi quanti Mr Rembleton ci siano ancora tra noi costretti a indossare una maschera e vivere una vita che non gli appartiene condannando in questo modo all’infelicità non solo loro stessi ma anche la persona che gli vive accanto.