Un’opera d’arte può essere più misteriosa di un thriller? Se l’investigatore che
conduce le indagini è l’assirologo Claudio Saporetti, classe 1938, la risposta
alla domanda della quarta di copertina non può essere che affermativa.
Il libro è una raccolta
di sessanta articoli più o meno brevi, alcuni inediti e altri già pubblicati su
riviste nel corso degli anni.
Gli argomenti trattati
sono i più disparati e spaziano dall’arte moderna come con Giuditta I, opera
di Gustav Klimt, fino all’arte rupestre. Anche la collocazione delle opere è
molto ampia: Italia ed Europa, Medio Oriente, Africa e Sud America solo per
accennare ad alcuni dei luoghi.
Ovviamente non è possibile
entrare nel particolare di tutte le opere e le tematiche affrontate dal libro,
ma si può dire che ogni tematica, per quanto specifica, non è mai fine a se
stessa.
Ogni analisi, ogni
indagine spinge infatti il lettore ad interrogarsi su altre opere presenti o
meno nel libro e stimola la sua voglia di ricerca e comprensione di elementi
comuni tra esse. Proprio in questa prospettiva viene affrontato uno dei temi
principali del volume ossia l’analisi della simbologia nelle opere d’arte.
Ovviamente non tutti i
saggi possono interessare il lettore allo stesso modo, ognuno troverà
argomenti che più lo coinvolgono. Io, ad esempio, ho apprezzato
particolarmente le pagine dedicate alla costruzione delle cattedrali, all’arte
di Benedetto Antelami, al confronto tra simbologia canonica tipica della
pittura e quella invece tipica delle maestranze scultoree.
Saporetti ci mette in
guardia dal prendere per buone tutte le interpretazioni che gli storici
dell’arte ci hanno proposto e ci propongono perché spesso nel corso degli anni queste
si sono rivelate fallaci alla luce di nuove scoperte. È importante quindi
mantenere sempre la mente aperta e un atteggiamento critico nei confronti
dell’opera.
Spesso è l’autore
stesso a confutare in queste pagine una tesi di un collega lasciando però sempre
aperto uno spiraglio per nuove interpretazioni.
Non è raro il caso in
cui autorevoli professori e ricercatori abbiano elaborato teorie molto
fantasiose per descrivere ad esempio quadri o per spiegare la funzione di
alcuni particolari oggetti. Se ci pensiamo è la stessa cosa che accade quando
si cerca di interpretare un testo letterario o una poesia leggendo tra le righe
o tra i versi qualcosa che in realtà l’autore non aveva mai neppure
lontanamente pensato.
Il libro edito da La Lepre
Edizioni è una pubblicazione se vogliamo coraggiosa, una storia dell’arte e
dell’archeologia sui generis raccontata con passione e anche con un pizzico di
ironia sotto forma di indagine investigativa.
Va detto che a volte si
fa un po’ fatica a seguire il testo mancando una completa documentazione
fotografica di quanto descritto negli articoli, ma questo è abbastanza
comprensibile poiché il volume non è, e non ha nessuna pretesa si essere, un libro
d’arte illustrato.
Leggendo queste pagine
si può avere a volte l’impressione che interpretare simboli, significati e
iconografie sia una cosa semplice, invece non c’è nulla di più difficile e
fuorviante. Questo volume ci aiuta a identificare molte soluzioni, ma apre anche
tanti interrogativi a cui non vi è una soluzione immediata e chissà mai se si
troverà.
Un libro da tenere a
portata di mano, una guida da consultare e rileggere ogni qualvolta si è
assaliti da un dubbio interpretativo o magari anche da una semplice curiosità.
E ritorniamo a La lepre edizioni.
RispondiEliminaQuesto sembra molto interessante e ricco di spunti, considerati i sessanta articoli.
Personalmente sono più attratta dalla storia, storia dell'arte e dall'archeologia antiche e medievali, ma sono aperta anche alle indagini su opere più moderne.
Si, questa casa editrice mi dà sempre spunti di lettura molto interessanti e mi piace molto anche la veste grafica delle sue pubblicazioni.
EliminaQuesto libro è molto particolare. Non è facilissimo da seguire non conoscendo tutte le opere ma l'idea dell'indagine in stile poliziesco è molto intrigante.
Mi aspettavo un libro che partisse dal generale (simboli) per indagare il particolare (riferimenti nelle opere) e invece a sorpresa il processo di indagine è inverso.