GLI OCCHI DELLA
GIOCONDA
di Alberto Angela
RIZZOLI
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La Gioconda è il dipinto più famoso al mondo e si stima
che venga ammirato al Louvre da circa
sei milioni di persone ogni anno.
Su quest’opera d’arte sono stati scritti tantissimi libri
e quindi perché scegliere il libro di Alberto Angela in mezzo ad una così sterminata bibliografia?
“Gli occhi della Gioconda” è un libro unico nel suo
genere, come ogni libro di questo autore.
Alberto Angela infatti grazie alla sua grande capacità di
sintesi riesce ancora una volta a regalarci una storia estremamente
coinvolgente ed appassionante, ovvero riesce attraverso un raffinato linguaggio giornalistico dal taglio televisivo, a
porgerci un ritratto completo di Monna Lisa non solo in quanto opera d’arte, ma
anche come prezioso oggetto inquadrato all’interno di un determinato periodo
storico, scientifico e culturale.
Il grande interrogativo del libro è: chi era Monna Lisa nella realtà?
Tutti noi siamo soliti identificarla con Lisa Gherardini, figlia di Antonmaria
Gherardini, di famiglia nobile decaduta.
Il nome di Gioconda gli deriverebbe dall’aver sposato, appena
quindicenne, un mercante fiorentino,
Francesco del Giocondo, rimasto
vedovo per la seconda volta.
Proprio lui avrebbe commissionato il ritratto della moglie
a Leonardo Da Vinci.
Alberto Angela risponde alla domanda conducendoci alla
scoperta di una verità alternativa. Lo fa con il suo infondibile stile,
prendendoci per mano con l’intento di farci scoprire nuovi possibili scenari attraverso dettagli e indizi degni di una
indagine da spy story.
Angela sostiene che non si possano apprezzare interamente
i capolavori dell’arte se non si entra nei dettagli della vita e nei
particolari delle esperienze personali che hanno formato l’artista che li ha
ideati; allo stesso modo ritiene che non si possono apprezzare le opere d’arte se
non si conosce l’epoca in cui l’autore di queste ha vissuto e gli ha dato vita.
Egli lascia quindi che sia proprio la Gioconda stessa ad accompagnarci a Firenze, Milano, Roma, Amboise e
in tutti quei luoghi dove Leonardo operò e presentarci così l’artista attraverso
la storia del suo dipinto più famoso, parlandoci al tempo stesso delle tecniche
pittoriche, degli studi della prospettiva, dei cartoni e dei disegni
preparatori opera del grande maestro.
Attraverso Monna Lisa ci avviciniamo al genio del più grande artista del Rinascimento.
Impariamo a conoscere un Da Vinci che dipingeva molto
lentamente, che aveva continui ripensamenti ed era talmente perfezionista da intervenire
più e più volte sui suoi dipinti anche nel corso degli anni.
Il libro di Alberto Angela non si limita a parlarci solo
dell’artista e dell’inventore Leonardo ma anche dell’uomo.
Un uomo descritto dai contemporanei come una persona
pacifica, sensibile, gentile eppure capace di progettare terribili macchine da guerra.
Come gli altri volumi di Alberto Angela, il libro è
suddiviso in capitoli ognuno dei quali corredato di bellissime immagini che si
integrano perfettamente al testo.
La lettura è piacevole, scorrevole e non si può che
rimanere affascinati dal racconto e dalle inaspettate curiosità, alcune tanto
singolari da riportarci alla mente argomenti molto diversi e lontani da quello
trattato.
Mi riferisco in particolare ad un brano tratto da il “Libro del Cortegiano” (1528) di
Baldassarre Castiglione che Alberto Angela cita a sostegno di una delle tesi
per l’identificazione di Monna Lisa; ebbene questo passo che vi riporto di
seguito mi ha richiamato alla mente un passo di “Orgoglio e pregiudizio” di
Jane Austen ed inevitabilmente mi sono ritrovata a chiedermi se la Austen avesse
preso spunto proprio da qui per il suo dialogo tra Darcy, Caroline Bingley ed
Elizabeth Bennet:
E per rispondere in
breve a quello che si è detto finora, voglio che questa donna conosca la letteratura,
la musica, la pittura e sappia, danzare e fare festa. Alla modestia e alla
capacità di crearsi una buona fama deve unire le stesse doti che sono state
consigliate per il buon cortigiano. E così avrà sempre grazia nel conversare,
nel ridere, nel giocare, nel chiacchierare; e si saprà intrattenere in modo
adeguato e piacevole con ogni persona che incontrerà.
Ma ora basta divagare e torniamo a “Gli occhi della
Gioconda”.
Che dire ancora? un altro successo del bravo Albero Angela,
un’analisi condotta in modo accurato e
dettagliato, che indaga sull’identità della donna la cui figura alla fine
dell’Ottocento divenne emblema e simbolo della donna fatale per eccellenza.
Ed è proprio questo,
alla fine, il segreto del fascino della Gioconda: che ogni epoca, ogni cultura,
ogni singola persona, vede in quel famoso sorriso ciò che corrisponde ai suoi
sogni, ai suoi desideri, alle sue fantasie.