tag:blogger.com,1999:blog-41301590636201512882024-03-29T04:29:36.618+01:00Le Nove MuseElisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.comBlogger539125tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-52677802791835866952024-03-24T21:27:00.002+01:002024-03-24T21:27:51.294+01:00“Il mago m.” di René Barjavel<p><i style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"></span></i></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><i style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiape4jncScAYl8-KP7uNMcJAHecBUhaqUNjqmpP4H8bUdhFAdckYF84R9DUi8BNRz5vqUF7cZzGxyNcHZCk6OkYfZB2FiJLyYSAFbRSkFOkZQytKArgRQi-jzR5-m5D_fsz5dEDaiasLlpO0uBZofxBnURNmZhAiT-0iTla3OphnnPLgSCZWT-vikGPGs/s631/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="631" data-original-width="424" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiape4jncScAYl8-KP7uNMcJAHecBUhaqUNjqmpP4H8bUdhFAdckYF84R9DUi8BNRz5vqUF7cZzGxyNcHZCk6OkYfZB2FiJLyYSAFbRSkFOkZQytKArgRQi-jzR5-m5D_fsz5dEDaiasLlpO0uBZofxBnURNmZhAiT-0iTla3OphnnPLgSCZWT-vikGPGs/w269-h400/copertina.jpg" width="269" /></a></i></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><i><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Più di mille anni fa, in
Bretagna, viveva un mago di nome Merlino</span></i><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">. Inizia così il romanzo con
cui René Barjavel (1911-1985) dà forma e unità alla “materia di Bretagna”
riportando in vita <b>la leggenda di Re Artù e dei cavalieri della Tavola
Rotonda.<o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Merlino</span></span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">, il
mago che pur umano non viene sfiorato dal tempo perché possiede l’eterna
giovinezza delle foreste, <b>Viviana</b>, la giovane fanciulla da lui amata e
nelle cui vene scorre il sangue dell’antica regina di quelle stesse foreste, <b>Lancillotto</b>,
bello e valoroso cavaliere innamorato della regina <b>Ginevra</b>, moglie di <b>Re
Artù </b>e <b>Morgana</b>, donna intelligentissima ma anche tremendamente
pericolosa perché dotata di una bellezza satanica, sono i protagonisti
principali del libro di Barjavel. A fare
poi da cornice alle loro avventure e a quelle dei cavalieri della Tavola
Rotonda troviamo tra le pagine di questo splendido romanzo anche una pletora di
dame e cavalieri, di re e regine, di uomini e donne del popolo, di animali
comuni e fantastici.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Un mondo fiabesco e ancestrale
dove il divino entra continuamente in contatto con l’umano,</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> dove ogni
cosa è possibile, dove gli antichi dei si sono fatti da parte per lasciare
spazio al Dio dei Cristiani, ma non sono scomparsi del tutto, <b>un mondo dove
il diavolo parla agli uomini e si palesa costantemente a loro, dove gli eventi
inspiegabili sono all’ordine del giorno</b> per cui gli uomini non si fanno
troppe domande, tanto più quando si tratta di avvenimenti positivi.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 20.7px;"><span style="font-family: arial;">Merlino è un mago in grado di esercitare poteri immensi, ma neanche lui può nulla sui sentimenti degli uomini e delle donne e, dal momento che è egli stesso umano, nulla può neppure sui propri.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 20.7px;">L’<i>Avventura</i> insieme all’amore che lega Merlino a Viviana sono il filo conduttore del romanzo.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 20.7px;"> Tra incantesimi e sortilegi, paesaggi stregati e castelli magici che appaiono e scompaiano senza lasciare traccia, intrighi e tradimenti, amori e passioni travolgenti, tornei e battaglie, scorrono dinnanzi agli occhi del lettore, come in un film, le storie che vedono protagonisti i cavalieri alla ricerca del Santo Graal, ma a solo uno di loro, il più puro, sarà concesso il permesso di alzare il velo del Calice e vedere cosa esso contenga.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 20.7px;"><span style="font-family: arial;">La narrazione è veloce, senza dubbio anche per merito dell’ottimo lavoro svolto dalla traduttrice Anna Scalpelli. <b>Il lettore si trova talmente immerso nel flusso del racconto da sentirsi egli stesso quasi un personaggio della storia</b>, in grado di udire il clangore delle spade in battaglia o percepire la presenza di Merlino ogni volta questo si palesi.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 20.7px;"><span style="font-family: arial;">Una particolarità da sottolineare è il fatto che <b>l’autore in alcuni punti ha introdotto elementi moderni facendo</b> riferimento, ad esempio, a macchine escavatrici o al traffico di alcune nostre grandi città. Quando questo accade, accade sempre in concomitanza di eventi legati all’operato del diavolo, <b>quasi a voler sottolineare una contrapposizione tra la bellezza e i valori del tempo del mito e i tempi moderni segnati dal progresso</b>; un tempo futuro che avrà in sè qualcosa di diabolico e contaminato.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 20.7px;"><span style="font-family: arial;">Ho scoperto “Il mago m.” di René Barjavel per caso curiosando tra gli stand del Book Pride a Genova. Lo considero un incontro decisamente fortunato. Un libro assolutamente da leggere.</span><span face="Arial, sans-serif"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 20.7px;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-39733377591514709672024-03-17T13:38:00.001+01:002024-03-17T13:53:26.145+01:00“Breve storia dell’arte” di Claudio Strinati <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3ifq0OTb1ndWvrptLY6CXQwuNhFePnnnat0-MRmvudUHo-8DjWPMmzU4T7OM8ltId0P0T_uH-qXcWVIWdNCPOzY60mmMXTnAHHB2jerYKddS4hAJLpt-4hBf7TH_UBk0oDvAurIDSZnoPwhIuJlQH59CH0AYzvpd-u3XbSYzbyDqJe_J1ONt5NTjEKH4/s1000/copertina.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="678" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg3ifq0OTb1ndWvrptLY6CXQwuNhFePnnnat0-MRmvudUHo-8DjWPMmzU4T7OM8ltId0P0T_uH-qXcWVIWdNCPOzY60mmMXTnAHHB2jerYKddS4hAJLpt-4hBf7TH_UBk0oDvAurIDSZnoPwhIuJlQH59CH0AYzvpd-u3XbSYzbyDqJe_J1ONt5NTjEKH4/w271-h400/copertina.jpg" width="271" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">L’obiettivo che Claudio
Strinati si pone con questo saggio è quello di esplorare il fenomeno delle
espressioni artistiche nel corso della storia mettendone in evidenza gli scopi,
l’evoluzione e le corrispondenze.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Si parte dall’assioma più
semplice ovvero che che <b>tutti gli artisti, indipendentemente
dall’epoca in cui essi abbiamo vissuto, pongono tutti quanti la stessa domanda al
fruitore delle loro opere</b>: “ti piace?”</span><span face="Arial, sans-serif"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">L’arte è quanto di più
soggettivo possa esistere e quindi ci si interroga quale sia lo scopo di una
disciplina che ne indaghi la storia. Di fatto oggigiorno l’insegnamento della
storia dell’arte è stato soppresso già in diversi paesi. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Se è vero che <b>la storia
dell’arte costituisce di per sé un tentativo di rispondere il più
oggettivamente possibile ad una materia dominata dalla soggettività</b>, è però
altrettanto vero che l’arte è per i popoli della Terra un fattore identitario,
un qualcosa in cui riconoscersi e trovare le proprie radici più profonde.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La storia dell’arte è
condizionata indubbiamente dalla <b>personalità e dal modo di sentire di ogni
singolo artista, </b>ma questi opera nell’epoca in cui vive e non si può non
tenere conto che né sarà influenzato e che per questo <b>le sue opere rifletteranno
inevitabilmente non solo il suo proprio essere ma anche lo spirito dei tempi.</b><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Lo stesso <b>concetto di
bellezza</b> è un’idea indefinita e indefinibile, soggetta al mutare dei tempi
e delle circostanze. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Attraverso l’analisi degli
eventi salienti che hanno caratterizzato i vari secoli, con uno sguardo attento e puntuale alla
letteratura e alla filosofia, <b>Claudio Strinati ci conduce in un viaggio che
prende avvio dall’arte rupestre degli uomini primitivi giungendo sino alle
soglie dell’arte moderna. <o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Per noi occidentali <b>Rinascimento
e Barocco</b> sono i momenti più alti e memorabili della nostra storia
dell’arte, ma qual è il punto di svolta che ci traghetta nella modernità
mutando per sempre il modo di percepire l’opera d’arte? <b>La scoperta
dell’energia elettrica. </b>Nell’Ottocento, infatti, con la nascita del metodo
fotografico la funzione artistica assume un significato tutto nuovo, così come
avverrà ancora di più in seguito con l’avvento del cinema. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Tra le pagine di questo saggio
ritroviamo tutti i nomi che hanno fatto grande la storia dell’arte, inutile
citarne solo alcuni. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Quando si tratta di arte è
inevitabile che</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> <b>il pensiero dello storico trapeli in tutta
la sua soggettività; ogni lettore si troverà quindi più o meno d’accordo con
alcune affermazioni di Claudio Strinati. </b><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Un esempio può essere il pensiero
dello storico dell’arte sugli ultimi anni di Raffaello. Secondo Strinati questi videro il declino dell'artista che avvenne in seguito alla salita al soglio pontificio di Leone
X. Sebbene apertamente venisse ancora celebrato come maestro sommo, di fatto, colui che era stato il protetto di Giulio II venne accantonato a favore di altri. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Un appunto, giusto per amore
della storia medicea a me tanto cara, tra le pagine del libro troverete
un’imprecisione in quanto è scritto che Giulio de’ Medici, futuro Clemente VII,
era nipote di Leone X. In realtà, Giulio, in quanto figlio naturale di
Giuliano, fratello di Lorenzo il Magnifico, padre di Leone X, al secolo
Giovanni de’ Medici, era di questi cugino di primo grado.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il saggio di Claudio Strinati
è <b>sì una breve storia dell’arte, ma è soprattutto un libro che ci induce a
leggere tra le righe, a fare collegamenti</b> tra le varie discipline e a
gettare uno sguardo su come <b>gli eventi influenzino l’arte e il nostro
sentire,</b> ci porta a riflettere sui concetti di bellezza e di sublime, a
interrogarci se davvero l’arte, come scrive Strinati, costituisca “<a name="_Hlk161573853">l’unico vero esorcismo possibile e concretamente
praticabile alla naturale tendenza umana al combattimento e allo scontro</a>”.</span><span face="Arial, sans-serif"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-56288507453531089872024-02-29T18:00:00.001+01:002024-02-29T18:00:00.126+01:00“Cosimo I de’ Medici” di Eugenio Giani<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7uK3Iw1RX995TQBDvO4pvKQZUOolxA40E0JNxfPCMHd9YGYtTKLuN7I1dUUOJCZr1e_d7ECMAHOwTXOAYEMqZyhd_I4S8xALls9s60mqA3nCMq2IpelflSqEQL4iTTvGxJUz7o5gXwHvVsEzlhjBjSBjarniGi7exqwoTfMRoBm7hWp5yqB8emL3WRmI/s1317/copertina.webp" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1317" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7uK3Iw1RX995TQBDvO4pvKQZUOolxA40E0JNxfPCMHd9YGYtTKLuN7I1dUUOJCZr1e_d7ECMAHOwTXOAYEMqZyhd_I4S8xALls9s60mqA3nCMq2IpelflSqEQL4iTTvGxJUz7o5gXwHvVsEzlhjBjSBjarniGi7exqwoTfMRoBm7hWp5yqB8emL3WRmI/w304-h400/copertina.webp" width="304" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Perché scrivere un altro
libro su Cosimo I quando tanto è già stato scritto sull’argomento? Inizia con questo
interrogativo il saggio di Eugenio Giani. Invero, lo stesso che mi ero posta io
prima di accingermi alla lettura. Domanda lecita dalle risposte molteplici e
non banali.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il libro di Eugenio Giani è <b>un saggio dal carattere divulgativo che
indaga tutte le sfaccettature della complessa personalità di Cosimo I de’
Medici</b>. In queste pagine viene evidenziata, attraverso connessioni e
suggestioni, l’importanza che Cosimo ebbe non solo per Firenze ma per l’intera
Toscana. Il sottotitolo che lo definisce “il padre della Toscana moderna” è
senza dubbio un titolo evocativo ma anche un’incontrovertibile verità. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Se è vero, infatti, che
tutti ricordano quello che di grande fece il Magnifico per Firenze, è indubbio
che altrettanti meriti vadano riconosciuti proprio al <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">primo Granduca di Toscana, colui che fece di questa terra uno Stato
moderno</b> in grado di dire la propria accanto alle grandi potenze dell’epoca,
certo non in virtù dell’estensione territoriale, davvero esigua, ma grazie ad
un’efficiente macchina governativa.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Cosimo
scelse come suo motto <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Festina lente</i> (affretti
lentamente) e come impresa una tartaruga con una vela sul suo carapace.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> Fu un
uomo dotato di una determinazione e una lungimiranza non comuni, ma contrariamente
a quanto si potrebbe pensare, seppe essere anche molto paziente, attendendo
sempre il momento propizio per agire e comunque mai prima di essersi ampiamente
documentato.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Per
molti egli fu un uomo ambizioso, accentratore e umorale. Certamente Cosimo I
non ebbe un carattere facile</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">; fu sempre poco incline a
fidarsi del prossimo, retaggio degli insegnamenti materni e di un’infanzia
piuttosto complicata per via degli eventi politici del tempo, e agì anche in
modo spietato contro chi osò sfidare la sua autorità. Va però detto, almeno a
sua parziale discolpa, che fu un grande legislatore e, tenendo conto di quelle
che dovevano essere la moralità e la cultura dell’epoca, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">egli agì sempre secondo la legge</b>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Quando Cosimo salì al potere
la situazione finanziaria dello Stato era prossima alla bancarotta. Nei suoi 37
anni di governo ridisegnò l’economia della Toscana e non ci fu settore al quale
egli non mise mano, dall’attività estrattiva fino addirittura alla pesca e alla
piscicoltura.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Comprese fin da subito
l’importanza degli sbocchi sul mare sia per aiutare l’espansione economica del
territorio sia per rafforzare il peso del Ducato sullo scacchiere politico del tempo. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Cosimo
non fu un condottiero, non scese mai in battaglia in prima persona, fu<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>piuttosto un uomo di penna dotato di grande
lucidità ed eloquenza.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Ebbe <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">la straordinaria capacità di saper scegliere e circondarsi dei più
validi collaboratori in ogni settore</b>; questo lo condusse alla vittoria in
quelle guerre che dovette combattere.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Firenze fu indubbiamente il
centro del potere, ma Cosimo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">comprese
l’importanza di fare sentire la propria presenza su tutto il territorio e lo
fece anche attraverso innumerevoli viaggi.</b> La stessa Pisa, l’antica rivale,
la Repubblica sconfitta dai fiorentini, diverrà a tutti gli effetti una sorta
di seconda capitale del Granducato. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Cosimo
sostituì il vecchio sistema della Corte con delle magistrature che noi oggi noi
definiremmo ministeri.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> Tra questi potremmo identificare tra
gli altri un ministero dei beni culturali, a cui fece capo il Vasari, e un
ministero dei beni ambientali affidato al vecchio Ordine di Parte Guelfa a cui
venne data nuova vita attraverso la <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Legge
dell’Unione</i>.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Persino <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">il paesaggio della Toscana venne rimodellato per volere di Cosimo:</b>
furono costruite nuove città e ne furono ammodernate altre, grande impulso
venne dato alla costruzione di mura e fortificazioni, vennero costruiti nuovi
acquedotti e molti terreni vennero bonificati per essere resi produttivi.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Cosimo
diede molta importanza agli archivi, alla stampa, alla cultura e all’arte non
meno che all’economia.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Ebbe la fortuna di essere
affiancato da una <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">consorte quale
Eleonora di Toledo, donna colta, raffinata e dotata di un fiuto per gli affari
non inferiore al suo.</b> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Il loro fu un
matrimonio politico ma anche un’unione molto felice.</b> Purtroppo Eleonora morì
molto giovane e questo fu un duro colpo per Cosimo. Eleonora morì con il titolo
di duchessa, non poté partecipare alla gioia del marito per la consacrazione a
primo Granduca di Toscana.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il libro di Eugenio Giani è <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">una lettura estremamente piacevole,
dettagliata e ampiamente documentata.</b> Seguendo le tracce dei tanti luoghi disseminati
in Toscana che ancora oggi portano il segno dell’opera del primo Granduca
Medici, Giani ci regala un vivido ritratto di quel fine politico e statista che
fu Cosimo I senza tralasciare di dipingerne anche, attraverso curiosi particolari
e aneddoti, i connotati più umani, legati al suo essere anche <i style="mso-bidi-font-style: normal;">uomo comune</i>, figlio, marito e padre
oltre che capo di Stato.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">“(…)
a volte sono proprio le vicende a margine che danno il senso di un’esistenza”</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></i></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></i></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></i></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-21600156849726412492024-02-18T12:03:00.003+01:002024-02-18T12:03:30.856+01:00“Dietro le colonne” di Navid Carucci<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheG7DfuJIqzorqZbU1htOodYW0mudiLNAxcJy28UgCTvEZy6KD0lEoE2APn4rGHuhN2N-RmLy3kSYKf_yu0Cb4-zi2WMi8ZPIxmE3RMfqPT_sxtwW-aEkv_gRmgyGJpmfKCZtDhKc438twC4VHd34cScI8n-Q_N2At__lYCCNYTfYnibdUXWQ9ITjoCrY/s1000/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="643" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEheG7DfuJIqzorqZbU1htOodYW0mudiLNAxcJy28UgCTvEZy6KD0lEoE2APn4rGHuhN2N-RmLy3kSYKf_yu0Cb4-zi2WMi8ZPIxmE3RMfqPT_sxtwW-aEkv_gRmgyGJpmfKCZtDhKc438twC4VHd34cScI8n-Q_N2At__lYCCNYTfYnibdUXWQ9ITjoCrY/w258-h400/copertina.jpg" width="258" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Dopo <a href="https://www.lenovemuse.it/2021/03/la-luce-di-akbar-di-navid-carucci.html " target="_blank">“La Luce di Akbar”</a>,
pubblicato sempre con La Lepre Edizioni, Navid Carucci torna a parlarci dell'Impero
Moghul. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Siamo nel 1657, l’Hindostan è
una terra florida e in pace</span></span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">, il regno è amministrato da ufficiali
capaci e giusti, la raccolta dei tributi è equa, ma improvvisamente, <b>quando
il sovrano si ammala e tutti temono il peggio, si riaccendono le faide per la
successione.</b></span> <span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">L’imperatore Shan Jahan ha già
da tempo <b>designato come erede il primogenito Dara Shikoh, ma questo non
impedirà che gli altri fratelli scendano in campo contro di lui e contro lo
stesso padre</b>, che si sarà nel frattempo rimesso dalla la crisi, scatenando
una sanguinosa guerra per il trono. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Jahanara, la figlia maggiore,
Somma Principessa, ha fatto da madre ai fratelli e le sorelle; Mumtaz
Mahal era infatti morta di parto quando Jahanara aveva appena diciassette anni.
<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">La tradizione dei Timuridi è
una tradizione di sangue,</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> lo stesso Shan Shikoh non si era fatto
scrupoli di uccidere fratello e nipote pur di conquistare il potere. Jahanara,
principessa illuminata e cosmopolita, vorrebbe impedire che la storia si ripeta
ma non ci riuscirà. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Jahanara è molto vicina
all’erede al trono designato dal padre. Dara Shikoh è di un solo anno più
giovane di lei. Entrambi desiderano una religione universale e non divisiva, <i>tutto
è Dio</i>.<o:p></o:p></span></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Proprio la religione sarà al
centro dello scontro con <b>Aurangzeb, terzo figlio maschio di Shan Jahan,
sunnita ortodosso ed estremista.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Se <b>Jahanara</b> parteggia
per il primogenito Dara Shikoh, <b>Rosahanara</b> è dalla parte di Aurangzeb,
mentre la più giovane delle figlie dell’imperatore, <b>Gauharara</b>, è molto
vicina <b>Shah Shuja</b>, secondogenito maschio, di presunta fede sciita.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Navid Carucci con magistrale
bravura è riuscito ancora una volta a raccontare la storia con la <i>S</i>
maiuscola attraverso la narrazione romanzata dei suoi personaggi.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> Con
l’introduzione di personaggi nati dalla sua fantasia e grazie alla dettagliata
caratterizzazione piscologica dei protagonisti realmente esistititi, l’autore è
riuscito a regalarci un affresco quanto più verosimile di un’epoca tanto ricca
di contraddizioni.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Tra le pagine troviamo racconti
di avvenimenti e tradizioni che spesso ci colpiscono per la loro violenza e
crudeltà, come quando leggiamo della cerimonia funebre hindu in cui le mogli
del defunto venivano arse vive insieme al corpo del marito talvolta
volontariamente, più spesso costrette. In verità, se ci pensiamo, anche la
storia occidentale è costellata di altrettanta violenza, basti pensare per
esempio alle nostre corti rinascimentali, alle guerre di religione tra
cattolici e protestanti e all’Inquisizione. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">L’aggressività che ritroviamo
nel racconto di Navid Carucci però non è solo quella fisica che si sviluppa tra
i fratelli in lotta per il potere; le sorelle, pur non combattendo tra loro con
le armi, si fronteggiano con una violenza psicologica altrettanto vigorosa. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Jahanara è fortemente
avversata da Rosahanara.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> Le accuse che la secondogenita rivolge
alla sorella maggiore nascono soprattutto da un sentimento di rivalsa e invidia
per essere sempre stata messa in secondo piano. Esecrabile per i suoi modi, non
la si può certamente assolvere per la sua cattiveria d’animo, ma Rosahanara non
è poi così lontana dalla verità quando accusa Jananara di non sapere cosa
voglia dire essere sempre seconda, di aver sempre vissuto su di un piedistallo.
Da parte sua Jahanara, schiacciata dalle responsabilità, ha anche lei i suoi
demoni da affrontare come la mancata maternità, che vive come un terribile fallimento
personale, e la continua ricerca di un equilibrio che sembra sempre sfuggirle.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Gauharara è forse l’unica che
riuscirà a fare pace con se stessa superando il proprio demone ovvero il terribile
senso di colpa per aver provocato la morte della madre con la propria nascita. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">“Dietro le colonne” racconta
il passato, un passato lontano nel tempo, ma che ha ancora un forte legame con
il presente,</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> vuoi perché ci porge una chiave per meglio
afferrare dinamiche politiche e religiose ancora attuali, vuoi perché ci fa
comprendere che alcuni demoni personali con i quali ci confrontiamo noi tutti sono
gli stessi da sempre perché parte dell’essere umano in quanto tale.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Farti valere non significa
tradire i tuoi famigliari, anzi non devi smettere di amarli, di amare, o
governerai senza cuore. Però i vincoli della sottomissione sono d’impaccio al
volo.</span></span></i></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-64013781051002465472024-02-01T18:00:00.001+01:002024-02-01T18:00:00.135+01:00“Giuliano de’ Medici” di Rita Delcroix<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZaLZMCJVoXtusw0QFd6kgfMZ5YKiyxUIXuv3glL6bsrCpXx8nJzvQ7HOmsaynNSk_5SFN5DHjUrWxtmAqFvx7nOmIdVEHHvV2S45zbFmidlG2gD1rMsfAdzpQdBT5SNyHIG_jBBc7CfBo2kFMgfD6Zr0AIYr57p9_rbgUVJ7K6M2X750IJGZJcmZZYKE/s442/copertina.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="442" data-original-width="300" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZaLZMCJVoXtusw0QFd6kgfMZ5YKiyxUIXuv3glL6bsrCpXx8nJzvQ7HOmsaynNSk_5SFN5DHjUrWxtmAqFvx7nOmIdVEHHvV2S45zbFmidlG2gD1rMsfAdzpQdBT5SNyHIG_jBBc7CfBo2kFMgfD6Zr0AIYr57p9_rbgUVJ7K6M2X750IJGZJcmZZYKE/w271-h400/copertina.jpg" width="271" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Quando ci si sofferma ad
osservare la splendida tomba del duca di Nemours (1479-1516), con la bellissima
rappresentazione del giorno e della notte, opera di Michelangelo, pochi si
interrogano su chi davvero fosse stato <b>Giuliano
de’ Medici, pochi ne conoscono la storia.<o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Rita Delcroix ha colmato
questa lacuna regalandoci, a mio avviso, una delle più belle biografie che
siano mai state scritte su questo personaggio le cui sembianze sono a noi
giunte grazie ad un <b>meraviglioso dipinto
di Raffaello</b>. </span><span face="Arial, sans-serif"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Pochi come l’Urbinate furono
capaci di cogliere l’anima dei personaggi ritratti e così fu anche per Giuliano. Non solo i dettagli fisici non sfuggirono all’occhio attento di
Raffaello, come la falange mancante del dito indice della mano destra, ma anche
quel suo essere <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">gentile e quella sua
bontà d’animo, qualità che lo resero benvoluto da tutti tanto da piangerlo
ovunque quando per lui sopraggiunse la morte a soli 37 anni.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Lorenzo il Magnifico era
solito dire dei suoi tre figli maschi che fossero uno saggio, uno buono e uno
pazzo. Il pazzo era Piero, il primogenito, colui che morì nel Garigliano senza
mai poter fare ritorno a Firenze dopo la cacciata del 1494; il buono, Giovanni, colui
che salì al soglio pontificio con il nome di Leone X e infine, il saggio, Giuliano,
quello a cui era più legato, l’ultimogenito nato l’anno dopo la Congiura dei
Pazzi e a cui aveva dato il nome dell’amato fratello assassinato nel Duomo di
Firenze il giorno 26 aprile 1478.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Giuliano,
forse più degli altri figli, soffrì per la morte del padre al quale era sinceramente
affezionato e per il quale nutriva quasi una venerazione.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> Per
tutta la vita Giuliano, che verrà anch’egli appellato Magnifico come il padre,
cercò invano di ricreare intorno a sé quell’ambiente famigliare e intriso della
dottrina neoplatonica che aveva conosciuto durante la sua infanzia. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Troverà però,
per un breve periodo, qualcosa di simile ad Urbino, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">alla Corte dei Montefeltro, ultimo baluardo di cavalleria e
neoplatonismo, </b>dove stringerà solide amicizie e ritroverà vecchie
conoscenza. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Malinconico, disilluso, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">sempre alla ricerca di un suo equilibrio in
un’epoca tanto violenta e voltagabbana</b> in cui stentava a riconoscersi, lui
così leale e sincero, pervaso da un sentimento di fedeltà orgogliosa al passato
e dalla volontà di essere all’altezza del nome di suo padre, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Giuliano non possedeva né i difetti né le
qualità necessarie per essere un politico. </b>L’amore per il bello e per lo
studio ne fecero <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">l’emblema del
cortigiano ideale</b>, tanto che lo stesso Baldassare Castiglione ne fece uno
dei protagonisti del suo celebre “<i>Cortegiano</i>”.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">In un’epoca dove <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">l’Italia era terra di conquista, dove ogni
giorno alleanze, fedeltà, amicizie venivano continuamente negate e tradite</b>,
l’esule Giuliano,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>unico Medici ovunque
ben accetto per il suo buon carattere, viaggiò costantemente tra Venezia,
Bologna, Roma, Urbino, fino al suo tanto agognato ritorno a Firenze. La città però
era mutata e il palazzo di Via Larga non era più lo stesso, le sue mura non
risuonavano più delle voci amate e famigliari dei protagonisti della Corte di
Lorenzo Il Magnifico. Giuliano, spaesato e solo, preferì dunque fare ritorno a Roma, ancora una volta in
cerca di quel mondo perduto, sempre <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">nel vano tentativo
di far rivivere un giorno i fasti della vecchia corte medicea perduta.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Giuliano de’ Medici fu molte
cose: un soldato valoroso e sfortunato, un poeta e un letterato, un mecenate amico degli
artisti, ma soprattutto, ammantato della suprema eleganza della sprezzatura, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">egli fu uno degli ultimi rappresentanti di
un mondo al crepuscolo.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Il libro di Rita Delcroix è
caratterizzato da <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">una prosa elegante e
fluida</b>, le immagini scorrono vivide dinnanzi al lettore che sente,
pagina dopo pagina, quasi di partecipare in prima persona agli eventi che incalzanti
si susseguono.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">L’opera della Delcroix è <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">una biografia romanzata </b><span style="mso-bidi-font-weight: normal;">che presenta </span>qualche imprecisione storica senza dubbio, ma nell’insieme è un
libro davvero ben scritto: <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">commovente,
avvincente ed emozionante</b>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Una delle <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">caratteristiche più apprezzabili di questo
libro è l’interdisciplinarità degli argomenti</b> perché, indagando a
trecentosessanta gradi il personaggio di Giuliano e di coloro che vissero
accanto a lui, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Pietro Bembo , il
Castiglione, Leonardo da Vinci, Raffaello solo per citarne alcuni</b>,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Rita Delcroix indaga a tuttotondo anche la
sua epoca dal punto di vista artistico, politico, storico, filosofico e
letterario.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Difficile davvero condensare
in poche righe i tanti stati d’animo suscitati da queste pagine ricche di
storia e partecipazione emotiva.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Una lettura decisamente
consigliata al di là della passione o meno condivisa per la famiglia Medici e
per il periodo storico in cui i fatti narrati si svolsero.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">(…)
quell’esule povero e splendido che temperava l’orgoglio degli Orsini con
l’intelligente umanità dei Medici.</span><span face="Arial, sans-serif"><o:p></o:p></span></span></i></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></i></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></i></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></i></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-66405194914477903442024-01-20T14:57:00.002+01:002024-01-20T14:57:23.859+01:00“I Diari di Dante” di Riccardo Starnotti<p class="MsoNormal"></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlYQbGa-DxWIVLwafaLgFO9_Av7MfzqIc5KF3cZsXLZyO0EkA_ge0FTbpVZND28E4_TSXJeswXDYE5Lg54IsTd6nFeciNu4YrZ-A-yc0fJodNyY6CE09Phghdez_qDwM9Yvn6HaoNTyRmaFcSKwoDIqM-kj6VTJjoR8IXaWtfGAeLjY3UNupiL3vB9y8A/s1000/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="698" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjlYQbGa-DxWIVLwafaLgFO9_Av7MfzqIc5KF3cZsXLZyO0EkA_ge0FTbpVZND28E4_TSXJeswXDYE5Lg54IsTd6nFeciNu4YrZ-A-yc0fJodNyY6CE09Phghdez_qDwM9Yvn6HaoNTyRmaFcSKwoDIqM-kj6VTJjoR8IXaWtfGAeLjY3UNupiL3vB9y8A/w279-h400/copertina.jpg" width="279" /></a></span></b></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Secondo
una leggenda medievale la Divina Commedia sarebbe stata spiegata nella sua totalità solo dopo
settecento anni dalla sua stesura o dalla morte del suo autore.<o:p></o:p></span></span></b></p><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">30 Marzo 2009. <b>Riccardo compie 25 anni</b>, non è nel <i>mezzo del cammin</i> della sua vita, ma ha
pur sempre raggiunto un traguardo, il quarto di secolo.<b> Il tempo della profezia sta per
scadere </b>e lui da qualche notte fa uno strano sogno, sempre lo stesso. <b>E se fosse proprio lui il prescelto per
risolvere l’enigma?</b> Una serie di coincidenze lo conducono alla scoperta di <b>una pergamena antica. La pergamena riporta
una bellissima poesia in terzine dantesche</b> che fa pensare che il suo autore
potrebbe essere addirittura il Sommo in persona.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal">
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Inizia così un affascinante
viaggio alla scoperta del significato del testo poetico, un percorso che parte <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">da Firenze e attraversa diverse località
del Casentino, un viaggio fatto di incontri speciali e di testi antichi, di
luoghi singolari, senza mai perdere di vista la letteratura dantesca.</b> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Più volte Riccardo si
sentirà dinnanzi alle terzine che celano il mistero con le loro “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">parole di colore oscuro</i>” come Dante di
fronte alla porta dell’Inferno, ma non si scoraggerà mai, sostenuto sempre dalla
presenza della dolce compagna Irene.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">“I Diari di Dante. La
leggenda si avvera” si preannuncia essere il primo volume di una trilogia. Un
testo molto diverso da quello che mi sarei aspettata, ma conoscendo l’autore
non stupisce che la sorpresa potesse nascondersi dietro l’angolo. Invero, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">questo libro ha un taglio molto particolare
che non permette in alcun modo di inserirlo in uno specifico genere letterario.
<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Sulle parole di Dante
Riccardo Starnotti ci conduce alla scoperta delle località meno conosciute del
Casentino, ci fa conoscere i misteri del luogo da dove il viaggio ebbe inizio,
San Miniato al Monte a Firenze, ci porta nella <i style="mso-bidi-font-style: normal;">burella</i> del bellissimo castello di Poppi.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Tra
queste pagine, però, non troviamo solo luoghi, poesia e alchimia, ma anche tanti
personaggi affascinanti e una gustosa guida enogastronomica</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">
perché, come non manca mai di ricordare Riccardo, anche la fase “<i style="mso-bidi-font-style: normal;">mastica</i>” ha la sua importanza quanto quella
mistica.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Il libro di Riccardo
Starnotti è anche <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">uno zibaldone di
pensieri che inducono il lettore ad interrogarsi su tante tematiche,</b> che
non necessariamente debbono essere ricondotte alla poetica dantesca, come il vero
significato della filosofia, la necessità di ritrovare un ritmo lento, il piacere della scoperta, il piacere di imparare cose nuove
solo per il gusto di farlo.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">A questo punto credo sia doveroso
spendere qualche parola sull’autore di questo libro. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Riccardo Starnotti è davvero un personaggio. Guida turistica e
ambientale,</b> è solito condurre visite <i style="mso-bidi-font-style: normal;">dantesche</i>
nei luoghi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dove il poeta nacque e visse durante
l’esilio e in quei posti menzionati nella Divina
Commedia. Riccardo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">si è tanto calato
nella parte che ormai anche i suoi amici stentano a riconoscerlo quando si
presenta loro <i style="mso-bidi-font-style: normal;">in borghese</i>.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Il suo libro per quanto
romanzato è <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">fortemente autobiografico.
Riccardo, infatti, ha fatto propria la missione di riuscire a rendere fruibile
e comprensibile a tutti la Divina Commedia.</b> È presidente <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">dell’Associazione Culturale Amici di Dante
in Casentino</b> che si <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>occupa di far
riscoprire i luoghi danteschi e dal 2021 ha lanciato la prima <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">piattaforma e-learning</b> per spiegare in
maniera semplice e chiara il testo che ha dato vita alla lingua italiana, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><a href="https://www.dantflix.com " target="_blank">DANTFLIX</a></b>. T</span></span><span style="font-family: arial; font-size: 13.5pt;">rovate Riccardo Starnotti su
Instagram e Facebook come @viajandocondante </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-66956802460133947302024-01-14T20:03:00.001+01:002024-01-14T20:03:34.916+01:00“The house of the Wolfings” di William Morris<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG_GFLyU9iQawEHAuYoZvzAiTrdbvEBV0LmpeJE1l7t03mNeQA0LQtrgT24pqiSr5ZSstEzA91NwFT9V2djdTsbwx13znlPjdt-yubO5LzeuoQ5mI2ejLYAn3atn9UZbe0CFZaZkxeVZCFvloivp5KsI6C-ilquXOxzwIet450eWxSwmPNy6dXSo0CvHE/s800/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="532" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiG_GFLyU9iQawEHAuYoZvzAiTrdbvEBV0LmpeJE1l7t03mNeQA0LQtrgT24pqiSr5ZSstEzA91NwFT9V2djdTsbwx13znlPjdt-yubO5LzeuoQ5mI2ejLYAn3atn9UZbe0CFZaZkxeVZCFvloivp5KsI6C-ilquXOxzwIet450eWxSwmPNy6dXSo0CvHE/w266-h400/copertina.jpg" width="266" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">William Morris (1834-1896) fu
un uomo dotato di una mentalità estremamente versatile; molteplici furono i
suoi interessi che spaziarono nei più diversi campi artistici e culturali sino
ad approdare alla militanza politica. Egli fu uno dei primi socialisti inglesi.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Tra le sue innumerevoli passioni
ci furono <b>la mitologia nordica e il
romanzo medievale in particolar modo quello islandese.</b> Questi argomenti influenzarono
largamente la sua produzione letteraria.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">“The
house of the Wolfings” è il romanzo che ha ispirato la nascita del genere
fantasy.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> Lo stesso J. R. R. Tolkien affermò di aver tratto
ispirazione proprio da quest’opera per le storie ambientate nella sua “Terra di
Mezzo”.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">La storia del romanzo di
William Morris <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">racconta della lotta tra
i Goti e gli invasori Romani, inframmezzando alla realtà storica elementi
mitologici e fantastici.</b> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">In
un alternarsi di</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">prosa
e poesia</b>, la fusione di elementi di magia e di verità del passato danno
vita ad <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">un racconto epico carico di
pathos e raffinato lirismo.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Protagonista del racconto è <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Thiodolf, condottiero degli Wolfings</b>,
una della Casate più importanti della Marca. Spetterà a lui, scelto come <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Comandante di Guerra insieme ad Otter dei
Laxings</b>, condurre gli eserciti per difendere le
Terre delle Genti dal famelico invasore.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">William Morris esalta in
queste pagine <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">il valore, l’ardore e
l’eroismo dei Goti contrapponendolo all’avidità e all’irreggimentazione proprie
dei Romani</b> sebbene non manchi, comunque, di riconosce a questi un grande coraggio in
battaglia. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">È appassionante poter <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">leggere la storia da un altro punto di
vista,</b> quello dei Goti appunto, essendo noi quasi sempre abituati a
leggerla dal punto vista dei Romani.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">“The house of the Wolfings”
è un romanzo che affronta temi che, oltre ad interessare i cultori del genere
fantasy</span></span><span style="font-family: arial; font-size: 13.5pt;"> che qui potranno ritrovare le atmosfere all’origine del loro genere
preferito, diventano anche un importante spunto di riflessione sociale
considerando proprio la visione politica utopistica dell'autore.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Qualche parole deve
assolutamente essere spesa per la casa editrice Black Dog: molto bella la veste
grafica del volume, ottima la qualità della carta e particolarmente felice
l’idea di corredare il volume con le bellissime illustrazioni in bianco e nero opera
di Elena Massola. Infine, da sottolineare l’interessante prefazione a cura di
Andrea Comincini che qui ci racconta il <i>genio
dimenticato</i> di William Morris.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-7162475226291404792024-01-04T18:00:00.001+01:002024-01-04T18:00:00.125+01:00“Volpi e leoni: i misteri dei Medici” di Marcello Simonetta<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr_O1IZDfLkkEyrt_6OCpWVUQxSDBtev5zy8X0TaxpQ1IHo0vp5grmUmnelPIjqbmQF9JUW1JOYXRh3dnlDKevXiBGwv32amFS2pjqs2yiLAdCXsRZDhCxS3tpwAP8ZBZ3orp02A_HHViDDi3RoNkiUiGKk5WXY7gfwvtOw0WCtBFbpMeA-rqMJNcYgrM/s828/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="828" data-original-width="536" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjr_O1IZDfLkkEyrt_6OCpWVUQxSDBtev5zy8X0TaxpQ1IHo0vp5grmUmnelPIjqbmQF9JUW1JOYXRh3dnlDKevXiBGwv32amFS2pjqs2yiLAdCXsRZDhCxS3tpwAP8ZBZ3orp02A_HHViDDi3RoNkiUiGKk5WXY7gfwvtOw0WCtBFbpMeA-rqMJNcYgrM/w259-h400/copertina.jpg" width="259" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Con la morte di Lorenzo il
Magnifico, avvenuta il giorno 8 aprile 1942, si apre per gli stati italiani <b>un periodo complicato e ricco di contraddizioni
che culminerà con il terribile sacco di Roma nel maggio del 1527</b>. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Il saggio di Marcello
Simonetta si pone l’obiettivo di esaminare come i vari membri della famiglia Medici
si mossero sulla complessa scena politica italiana dopo la morte di colui che
il Guicciardini aveva definì <i>l’ago
della bilancia</i> d’Italia. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Simonetta prende fin da
subito le distanze dal finto buonismo mediceo mettendo i discendenti del
Magnifico sullo stesso piano della famiglia più controversa della storia:<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">“<i>I
Borgia erano orgogliosi portatori del male, i Medici furono ipocriti
sostenitori del bene</i>”.<o:p></o:p></span></span></b></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">In queste pagine incontriamo
<b>Piero il Fatuo</b>, l’erede designato
del Magnifico, il fratello Giovanni, il futuro Leone X, e il cugino Giulio, il
futuro Clemente VII, oltre a tante altre figure, solo apparentemente di minor
spicco, ma non meno importanti per la scena politica del tempo. Tra queste
troviamo <b>Alfonsina Orsini, la moglie di
Piero</b>, una donna dal carattere indomito e volitivo, che non si tirava mai
indietro quando c’era da lottare per ottenere favori per <b>il figlio Lorenzo</b>, per il quale pretese dal papa Leone X il ducato
di Urbino, o per la <b>figlia Clarice</b>,
moglie di Filippo Strozzi. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Proprio Filippo
Strozzi incarnava il fautore per eccellenza dell’inciucio tra politica e
finanza.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> Avventuriero, seduttore e privo di scrupoli, Filippo
Strozzi, fu uno dei protagonisti principali della storia. Una figura, la sua,
che stupisce oggi per la sua contemporaneità. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Un personaggio che
incuriosisce, e credo meriti un ulteriore approfondimento, è quello di <b>Giuliano de’ Medici, il terzogenito del
Magnifico,</b> futuro duca di Nemours. Dandy ante litteram, Giuliano, aveva ereditato
dal padre, al quale sembra fosse stato molto affezionato, l’abilità del verseggiare
in stile petrarchesco. Egli risulta il membro più piacevole e affascinante della
famiglia e fu molto amato presso le corti del suo tempo.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Le due figure a cui Simonetta dedica più spazio sono ovviamente quelle dei <b>due
papi Medici</b>: Leone X e Clemente VII. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Leone
X,</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">
<b>al secolo Giovanni de’ Medici</b>, quando
venne eletto a soli 38 anni era già sovrappeso e la sua complessione risultava poca
sana. Verrà ricordato per il suo comportamento gaudente, le spese folli e la
sua inaffidabilità. Perderà definitivamente la reputazione di “buono”, a cui tanto
teneva, in occasione di quella che è passata alla storia come “la congiura dei
cardinali”.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Clemente
VII, al secolo Giulio de’ Medici</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">, figlio illegittimo di
Giuliano, riuscì a far rimpiangere addirittura il papato del cugino
Giovanni. Se da cardinale diede l’impressione di essere persona accorta e lungimirante,
una volta assurto al soglio pontificio si rivelò violento, ambizioso e
vendicativo. Più di tutto furono però la sua doppiezza e la sue continue
esitazioni nel prendere decisioni a condurre Roma e il papato alla rovina.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Un <b>solo breve accenno viene fatto a Giovanni dalle Bande Nere</b>, ma va
detto che il saggio analizza maggiormente l’aspetto politico della storia
piuttosto che il dispiegarsi degli eventi sul campo di battaglia vero e proprio.
<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Il libro è un saggio ben
documentato, corredato da <b>numerosissime
note e da una ricca bibliografia</b>. Pur volendo essere di natura divulgativa,
il testo è comunque dettagliato e rigoroso nel metodo. <b>I dati riportati, tutti verificabili, si rifanno non solo a lettere e
fonti di archivio ma anche ad una precisa e attenta analisi dei testi letterari
dell’epoca.</b> La lettura non risulta però sempre scorrevole. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Complotti, vendette,
alleanze e tradimenti sono il leitmotiv di quest’epoca tanto confusa e oscura. A
tal proposito, per chi ancora non l’avesse visto, consiglio il bellissimo film
diretto da Ermanno Olmi “Il mestiere delle armi” (2001) </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/wVly1HDYocg" width="320" youtube-src-id="wVly1HDYocg"></iframe></div><br /><span style="font-family: arial;"><br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><br /></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-87075941568097753502023-12-25T21:51:00.001+01:002023-12-25T21:51:42.524+01:00“È colpa tua?” di Mercedes Ron <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqHD5qRV9ejiAgdH5dGyUSUvYNYRsnXfg2ZYg923s-xf9vF3jgu9Uk4B5KZLpkqAKl-5dYrAMCAx2lerCzPsWEGNfSgixVEUFsUPRIFujIq-8HAbg-SMjyJxRF7sPnKXh-hlHcQakJhEcFMCnFGXHxLAP7L7I8vzvg97W2DpGoJ5-5I24uqvmrBI297s4/s466/Copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="466" data-original-width="301" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjqHD5qRV9ejiAgdH5dGyUSUvYNYRsnXfg2ZYg923s-xf9vF3jgu9Uk4B5KZLpkqAKl-5dYrAMCAx2lerCzPsWEGNfSgixVEUFsUPRIFujIq-8HAbg-SMjyJxRF7sPnKXh-hlHcQakJhEcFMCnFGXHxLAP7L7I8vzvg97W2DpGoJ5-5I24uqvmrBI297s4/w259-h400/Copertina.jpg" width="259" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Nick e Noah , dopo tante peripezie, sono ormai una coppia ma
le prove da superare per loro sembrano non finire mai. <b>Numerosi sono gli elementi che giocano a loro sfavore mettendo a dura
prova la loro relazione.</b> L’opposizione dei genitori, la differenza di età,
gli scheletri del passato, la gelosia e le paure irrazionali, i traumi mai
superati, la mancanza di fiducia potrebbero alla fine allontanarli per sempre.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">È vero, i loro sentimenti sono intensi e profondi, ma </span><b><span style="font-family: arial;">l’amore e la passione di fronte a tanti dubbi,
incomprensioni e difficoltà potrebbero non essere sufficienti per superare tutte
le crisi che Nick e Noah incontreranno sul loro cammino. </span><o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Andrò controcorrente, ma per me <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">il secondo volume della trilogia non regge assolutamente il confronto
con il primo.</b> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Per quasi duecento pagine la storia sembra trascinarsi e avvitarsi
su se stessa in attesa di un qualcosa che sblocchi la situazione, un qualcosa
che sembra non arrivare mai, poi lentamente il racconto inizia a rianimarsi, la
narrazione inizia a prendere slancio e alla fine, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in aperto contrasto con la fiacca partenza, il finale si rivela davvero
ricco di colpi di scena inaspettati e sorprendenti.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">A differenza del primo romanzo questo <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">libro non è autoconclusivo</b> per cui, una volta letto questo secondo
episodio, si è costretti ad affrontare inevitabilmente la lettura del terzo. Il
mio consiglio sinceramente è quello di fermarsi alla lettura del primo. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Lo so, posso sembrare spietata e forse un po’ lo sono pure,
ma sono cresciuta a pane e zia Jane quindi merito un po’ di indulgenza. Leggerò
comunque anche il terzo volume, chissà, magari mi sorprenderà positivamente
mantenendo quanto di buono intravisto nell’ultima parte di questo secondo
episodio. Insomma, come si dice, mai dire mai… </span><o:p></o:p></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-8397061548724929202023-12-21T18:00:00.001+01:002023-12-21T18:00:00.125+01:00“Il Banco Medici” di Raymond De Roover<p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioIVU_nLoNbxNW2vrav4d8jswCdBg-uh51ZEGPwFp_T6An0ifXqSrRTOwjeapmfU8WaqN6_1fmhw598L6j68l_dSHcJQ747ERRRI92B28mSXMZqgbhJFFmzv9JjEAFNWNp1GJgCH5SD77owhw50ZFGO21-QOZebKsxfrDrTOb1TcXdDNCERf8pbg85_3k/s1500/copertina1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1500" data-original-width="1010" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEioIVU_nLoNbxNW2vrav4d8jswCdBg-uh51ZEGPwFp_T6An0ifXqSrRTOwjeapmfU8WaqN6_1fmhw598L6j68l_dSHcJQ747ERRRI92B28mSXMZqgbhJFFmzv9JjEAFNWNp1GJgCH5SD77owhw50ZFGO21-QOZebKsxfrDrTOb1TcXdDNCERf8pbg85_3k/w269-h400/copertina1.jpg" width="269" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Ho inseguito questo libro a
lungo in quanto fuori catalogo in lingua italiana ormai da tempo. Sono riuscita
a scovarne una copia a Roma in una libreria di libri antichi e introvabili anche se non proprio a buon mercato trattandosi di una prima edizione datata
1970. Il volume nell’edizione in lingua inglese è invece ancora regolarmente disponibile.<o:p></o:p></span></span></p><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Quando si pensa al Banco
Medici si pensa di solito alla <b>sola attività
finanziaria dimenticando che dietro ve ne fossero state altre, tra cui quella
commerciale e quella assicurativa</b> sebbene in codesta i Medici ebbero, in
verità, un ruolo molto trascurabile.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p>
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Il
1397 può considerarsi l’anno di fondazione del Banco Medici</span></b><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">. A
quel tempo, Giovanni di Bicci che aveva gestito il Banco di Roma decise di trasferire la sede principale a Firenze. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Il Banco Medici sopravvisse tra alti e bassi fino al 1494 quando vennero
cacciati da Firenze.</b> <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">L’attività del Banco Medici
raggiunse la sua massima espansione <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">alla
morte di Cosimo il Vecchio, dopo di lui iniziò il lento ed inesorabile declino.</b>
Molti hanno incolpato il Magnifico di troppa prodigalità, ma un fattore da non
trascurare è quello che <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">i Medici furono
sovrani di fatto, se non di diritto, e per questa loro posizione spesso nelle
loro scelte il calcolo politico ebbe il sopravvento sulle mere condizioni
economiche.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Di fatto quattro possono
essere indicate come <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">le cause primarie
del crollo</b>: cattiva amministrazione, direttive sconsiderate, debolezza
strutturale e avverse congiunture.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Il Banco Medici non raggiunse
mai le dimensioni che in passato ebbero le banche dei Bardi e dei Peruzzi;
sotto questo aspetto il Quattrocento viene visto dagli storici come un periodo
di ristagno se non addirittura di regresso economico.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Nonostante ciò, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">la potenza raggiunta con il Banco consentì
ai Medici d’impadronirsi del potere politico,</b> consentendogli allo stesso
tempo di affidare importanti commissioni ad artisti, promuovere gli studi umanistici e impiegare ingenti somme nella
costruzione di monumenti. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Si deve precisare che prima di questo studio
effettuato dal De Roover l’argomento non era mai stato approfonditamente indagato.</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><b>I</b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> documenti
d’affari del Banco Medici sono tali da riuscire a ricostruire un quadro
abbastanza particolareggiato del funzionamento della banca e dei problemi di
amministrazione. </b>Solo il famoso archivio Datini di Prato può considerarsi più
completo di quello mediceo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Per il periodo anteriore al
1451 la fonte principale consultata dal De Roover sono stati</span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13.5pt;"> </span><b style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13.5pt;">i libri segreti.</b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13.5pt;"> Questi furono scoperti nel 1950 in una busta che era
stata malamente archiviata. Purtroppo per questi anni manca però la corrispondenza
che è invece presente per gli anni successivi al 1450, anni in
cui però sono giunti a noi solo frammenti dei libri contabili.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Quello che si evince dallo
studio del De Roover è che i problemi di ieri erano molto simili a quelli attuali
tanto che sembra si usassero anche gli stessi escamotage come l'evasione fiscale, le fughe di capitali, l'occultamento e l'alterazione dei libri contabili. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">I Medici non inventarono nulla
di nuovo. Di fatto la loro opera di innovatori sta nell’aver attivato <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">un’organizzazione simile alle moderne
holding e nell’avere dato vita a quello che potrebbe avvicinarsi al primo
cartello della storia con l’affare dell’allume.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">De Roover analizza ogni
aspetto delle attività economiche dei Medici non solo del Banco, delle <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">numerose filiali italiane ed europee</b> e
della Tavola dei Medici, ma anche del <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">commercio
internazionale, dell’affare dell’allume e dell’industria tessile.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Il saggio indaga anche <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">dettagliatamente il sistema monetario della
Firenze del Quattrocento basato su due distinti sistemi monetari: uno
sull’oro, di cui l’unità monetaria era il fiorino, e l’altro sull’argento.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Questo aspetto è stato oggetto
di indagine anche di Tim Parks con il suo <a href="https://www.lenovemuse.it/2018/05/la-fortuna-dei-medici-di-tim-parks.html " target="_blank">“La fortuna dei Medici”</a> (2005) di cui vi ho parlato tempo fa e che nella bibliografia cita tra
gli altri anche il testo del De Roover.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Il testo di Parks è più
centrato, e forse anche più chiaro nell'esposizione, di quello del De Roover in merito alla questione legata al duplice sistema monetario e alle notevoli complessità che
ne seguirono.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Entrambi sono testi molto
validi che si integrano a vicenda e la cui lettura è imprescindibile per
chiunque voglia conoscere nel dettaglio la storia dei Medici e di come fosse
nata la loro fortuna, ma anche per chiunque voglia accrescere la propria
conoscenza<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sulle origini del
contemporaneo mondo degli affari.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><br /></span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-83457036800572726172023-12-17T18:55:00.004+01:002023-12-17T18:55:29.692+01:00“Spettacolare” di Francesca Reggiani<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyb_B__jYZaHnqaKiJIiIC88ryPX0jOazMGVEA4QftjbIroHCGknYYwzlfG6d0c7hW8q63tx8q0xgqhia8I0ja_RyIqNOTVqgyasFHJLiNrnZgFkQVVdtmd4we0IaIs_SQbmVxD362RvBHPByVzJFeq-peYqC77TB6npsoNlIgBlC_hxaLZ-eXUP0_ZTQ/s1000/copertina2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="643" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyb_B__jYZaHnqaKiJIiIC88ryPX0jOazMGVEA4QftjbIroHCGknYYwzlfG6d0c7hW8q63tx8q0xgqhia8I0ja_RyIqNOTVqgyasFHJLiNrnZgFkQVVdtmd4we0IaIs_SQbmVxD362RvBHPByVzJFeq-peYqC77TB6npsoNlIgBlC_hxaLZ-eXUP0_ZTQ/w258-h400/copertina2.jpg" width="258" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Tutti noi, nostro malgrado, abbiamo
dovuto abituarci alla <b>precarietà</b> perché
questo è quello che oggi offre il mondo del lavoro. Nessuno si sofferma, però, a
pensare che ci siano stati <b>alcuni
lavoratori che da sempre abbiano dovuto fare i conti con questa condizione. È
il caso del mestiere dell’attore. <o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Francesca Reggiani
ripercorre in queste pagine la storia della sua vita. <b>Tra racconti famigliari, pezzi di satira e personaggi da lei interpretati,
l’artista ci conduce alla scoperta di questo antico mestiere.</b></span> <span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Un lavoro, quello
dell’attore, che più che una professione in realtà potrebbe essere definito
anche un modo di essere perché, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">quella
che viene portata sulla scena, è la vita vera.</b> Tutti noi recitiamo un ruolo
e indossiamo le nostre maschere di pirandelliana memoria. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">L’attore </i>– dice Francesca
Reggiani -<i style="mso-bidi-font-style: normal;"> è colui che decide di
trasformare in professione una condizione esistenziale</i>.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Attenzione, però, questo non
significa sia una professione nella quale ci si possa improvvisare. Senza
dubbio è necessario avere una certa <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">predisposizione</b>,
avere anche qualcuno che ci dia <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">i giusti
consigli e magari qualcuno che riconosca in noi un qualche potenziale, ma lo
studio resta un elemento fondamentale </b>per raggiungere il successo. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Qual è <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">la cosa che l’attore rincorre per tutta la
vita? Potrà sembrare ovvio, è l’applauso</b>. L’applauso è adrenalina, è
riconoscimento, ma è anche consapevolezza che nulla deve essere mai dato per
scontato perché il percorso sarà sempre uno stare perennemente sulle <i style="mso-bidi-font-style: normal;">montagne russe</i>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Non
è tanto la straordinarietà degli argomenti trattati in questo libro ad essere
interessante quanto il modo ironico con cui l’autrice li affronta.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> Se
vogliamo, le cose dette potrebbero anche sembrare quasi banali, ma non lo è
assolutamente il taglio con cui la Reggiani le analizza. Di fatto tutti questi
pensieri, che sono anche i nostri pensieri, o almeno della
maggioranza, da noi non vengono mai espressi perché pochi hanno la forza e il
coraggio di farlo apertamente per paura di essere accusati <b>non essendo </b><b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in linea con il dilagante conformismo
morale.</b> Che lo si voglia ammettere o meno, le cose ci sono sfuggite di mano
e noi viviamo in un mondo perbenista dove anche <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">fare satira è diventato estremamente difficile. <o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">In questo mondo
iperconnesso, dove tutti comunicano ma nessuno parla, dove si è soli anche
quando ci si incontra fisicamente, dove durante un viaggio in treno nessuno
guarda più il paesaggio fuori dal finestrino perché costantemente attaccato a
computer, telefono e tablet, dove le donne riportano una data di scadenza come
le mozzarelle, mentre l’uomo è affascinante a qualunque età, mi sentirei di
aggiungere che questo è quello che credono loro e noi gli lasciamo credere, in
questo mondo dove la gente comune ha paura di esprimere sinceramente le proprie
opinioni, salvo poi farlo nel peggiore dei modi nascondendosi dietro
l’anonimato di una tastiera, bene, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in
questo mondo che limita la libertà di tutti e di nessuno allo stesso tempo, i
comici vengono costretti a giustificarsi per le proprie battute</b> e far
ridere diventa sempre più complicato. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">“Spettacolare” è un libro<b style="mso-bidi-font-weight: normal;"> intelligente e pungente, che con uno
sguardo ironico ed arguto ci porta a riflettere e prendere coscienza</b> del
nostro atteggiamento nei confronti della vita e del mare di contraddizioni che
ci circonda e nel quale ogni giorno cerchiamo di stare a galla con sempre più difficoltà.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Indovinata la scelta di
inserire dei QR code al termine di alcuni passaggi così da poter rivedere in
video alcuni monologhi che senza dubbio hanno un resa più efficace rispetto
alla semplice lettura. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-81267240569801751202023-12-16T15:22:00.001+01:002023-12-16T15:22:34.669+01:00“È colpa mia?” di Mercedes Ron<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho_NzBZ8abGvr-4KVATprDSRaNxDQWkr746vNTNiwnGhh9v9qz039LUqHkosc0pRmUeO0AQ0U9YYh1nRaSKzB4VFDcbvpsYkgZCCfWr18sJuqQpj__0iNKk6uFTIGM0aucMq65rFF_ZcpMhNpN9hBqLIhILD8uXn9xles-klWRRg1gkIMdeDv5QDo4pYM/s500/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="323" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEho_NzBZ8abGvr-4KVATprDSRaNxDQWkr746vNTNiwnGhh9v9qz039LUqHkosc0pRmUeO0AQ0U9YYh1nRaSKzB4VFDcbvpsYkgZCCfWr18sJuqQpj__0iNKk6uFTIGM0aucMq65rFF_ZcpMhNpN9hBqLIhILD8uXn9xles-klWRRg1gkIMdeDv5QDo4pYM/w259-h400/copertina.jpg" width="259" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Abbiamo tutti quell’amica <i>scema</i> che sa capire perfettamente quando
è il momento di farci ridere perché il livello del nostro stress ha raggiunto
il limite di guardia, Ecco, la mia si chiama Sabrina. Vi chiederete cosa ci azzecchi la mia amica
con questo libro, ebbene, è stata lei a costringermi, amabilmente si intende, ad
affrontare la lettura di questo romanzo perché, secondo il suo insindacabile giudizio,
era giunta l’ora che mi prendessi una pausa anche dai miei amati saggi medicei.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Quindi via con la visione insieme
del <b>film originale Prime tratto dal romanzo</b> e poi la lettura del libro.
Vi dico subito che </span><b><span style="font-family: arial;">“E colpa mia?” è il primo volume di una trilogia ma,
mentre al termine del film lampeggia un sottinteso "<i>to be continued"</i> grosso come una casa, il libro può considerarsi
tranquillamente un romanzo autoconclusivo.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: 13.5pt;">Veniamo al racconto. La
diciassettenne </span><b style="font-size: 13.5pt;">Noah è costretta a trasferirsi in California per seguire la
madre</b><span style="font-size: 13.5pt;"> che ha da poco sposato un affascinante miliardario. Nonostante per
lei si spalanchino le porte di un mondo fatto di feste, bei vestiti, scuole di
altissimo livello, Noah </span><b style="font-size: 13.5pt;">non riesce a darsi pace per ciò che ha dovuto
inevitabilmente lasciare dietro di </b><span style="font-size: 18px;"><b>sé</b></span><span style="font-size: 13.5pt;">: i suoi luoghi del cuore, la sua squadra di
pallavolo, la sua migliore amica e Dan, il suo fidanzato. Come se non bastasse </span><b style="font-size: 13.5pt;">sarà
costretta a convivere anche con il nuovo fratellastro, Nicholas</b><span style="font-size: 13.5pt;">. Dopo
qualche duro scontro iniziale però il fratellastro, un </span><b style="font-size: 13.5pt;">ventiduenne bello e
dannato, inevitabilmente</b><span style="font-size: 13.5pt;"> farà breccia nel cuore di Noah. </span><b style="font-size: 13.5pt;">Entrambi i
ragazzi hanno esperienze traumatiche alle spalle e il loro legame in qualche
modo riuscirà a risanare quelle vecchie ferite.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">La trama è piuttosto scontata:
<b>due mondi che si scontrano, le crisi adolescenziali, la paura di non essere
accettati.</b> Tanti gli elementi classici di questo tipo di letteratura, risse
e corse in auto comprese, ma nell’insieme devo ammettere che il romanzo si è
rivelato <b>una piacevole lettura d’evasione.</b><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Il ritmo del film è senza dubbio più
veloce; il libro, però, sebbene a tratti rallenti un po' riesce sempre a
mantenere alto l’interesse del lettore. <b>L’autrice merita un plauso
particolare anche per la caratterizzazione dei personaggi</b> che sono ben delineati. Sinceramente tutta questa passione che si scatena tra i
protagonisti mi ha fatto un po’ sorridere, ma ci sta trattandosi a tutti gli
effetti di <b>un romanzo <i style="mso-bidi-font-style: normal;">young adult</i>.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Per dovere di cronaca è giusto ricordare che questo
libro, edito da Salani e ormai bestseller conclamato, ha fatto <b>la sua prima
apparizione sulla piattaforma Wattpad</b> riscuotendo un enorme successo tanto
da contare ben oltre 500.000 follower.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Che dire? Brava la mia amica!
Ogni tanto una ventata di leggerezza è decisamente necessaria. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Alla prossima puntata con “E colpa tua?”</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-46228820074228834182023-11-25T20:18:00.002+01:002023-11-25T20:18:39.091+01:00“Lucietta” di Federico Maria Sardelli<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR1Gcl-5Ws2eQhQl1jGrs94Oi7qwtcvReR5HZsLmCQLj0QkwOkfJyk_jz4WjQOksEKvYRZDCuoFuTMsugOsjatW9uds-zKfR0VWnCv5l_ALuNe5OptP-TTp0CaviC5tkLD-BDesHHmoYqHgwXTLwZyHWNL1mLHrDkm7Za2ag60cy-2IRGptq7Hxy7JjuA/s510/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="510" data-original-width="364" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjR1Gcl-5Ws2eQhQl1jGrs94Oi7qwtcvReR5HZsLmCQLj0QkwOkfJyk_jz4WjQOksEKvYRZDCuoFuTMsugOsjatW9uds-zKfR0VWnCv5l_ALuNe5OptP-TTp0CaviC5tkLD-BDesHHmoYqHgwXTLwZyHWNL1mLHrDkm7Za2ag60cy-2IRGptq7Hxy7JjuA/w285-h400/copertina.jpg" width="285" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Siamo sul finire del
Seicento, in una Venezia in declino dal punto di vista politico ma ancora
largamente attiva sul piano culturale e musicale, <b>due bambini vengono alla luce a distanza di un anno l’uno
dall’altro</b>. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Nel 1677 la neonata <b>Lucietta</b> viene abbandonata e affidata all’Ospedale
della Pietà, <b>Antonio Vivaldi</b> nasce
appena un anno dopo, nel 1678. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Due
vite consacrate alla musica</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">, le loro, ma mentre Lucietta è
condannata a trascorre tutta la sua esistenza tristemente reclusa in un ambiente
difficile e ostile, Antonio è invece destinato ad andare in giro per il mondo e
ottenere una fama internazionale.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Don
Antonio Vivaldi e l’organista Lucietta</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> avranno modo di fare musica
insieme, seppur per un breve periodo, ma quei pochi attimi basteranno per
toccare in qualche modo le loro anime per sempre.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">“Lucietta” di Federico Maria
Sardelli è <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">un libro che unisce due
generi molto diversi tra loro: il romanzo e il saggio. </b>Alternando capitoli
dedicati a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fatti immaginati</i> a capitoli
dedicati a <i style="mso-bidi-font-style: normal;">fatti documentati</i>,
l’autore riesce a ricreare perfettamente le atmosfere della Venezia dell’epoca.
<b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Il racconto è incentrato sulle
condizioni di vita delle piccole che venivano accolte all’Ospedale della Pietà,
vite di povere segregate</b>, come era stata quella di Lucietta; racconto di vite caratterizzate
da cibo scarso e di pessima qualità, da malattie (angoscianti le pagine in cui
viene descritto come si tentò di curare l’affezione agli occhi di Lucietta), da
cattiverie e vessazioni perpetrate ai danni delle recluse sia dalle compagne che
da chi avrebbe dovuto vegliare su di loro. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">È tangibile il senso di
angoscia e di claustrofobia che doveva attanagliare le <i style="mso-bidi-font-style: normal;">figlie</i> della Pietà. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Federico
Maria Sardelli è davvero abile a descrivere quei sentimenti di inquietudine,
rivalsa, gelosia e tormento che si dovevano respirare tra quelle mura.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Eppure, ambienti tanto
freddi e privi di empatia come <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">gli
ospedali veneziani furono formidabili centri di produzione musicale</b> a cui si
guardava con interesse non solo da parte dei cittadini, ma anche dei visitatori
stranieri. Alcune esecuzioni raggiungevano tali livelli da suscitare grande ammirazione
persino nei diaristi e nei cronisti più celebri dell’epoca. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Molti
dei manoscritti che Vivaldi scrisse durante il suo primo mandato per l’Ospedale
della Pietà sono andati purtroppo perduti</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">. Il maestro Sardelli
sottolinea però il fatto che, sulla base di quel poco che si è conservato, possiamo
oggi osservare quanta formidabile cura Vivaldi mettesse nel dare a ciascuna <i style="mso-bidi-font-style: normal;">figlia</i> il tipo di <i>musica adatta
all’altezza della sua maturazione tecnica</i>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Avvalendosi delle <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">fonti d’archivio per raccontare la verità dei
fatti </b>e facendo al tempo stesso ricorso <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">alla fantasia per compensarne le lacune</b> e per rendere più fluida la narrazione, Federico Maria Sardelli è riuscito
nell’impresa di fare <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">riemergere dalle
ombre del passato e dare voce alla figura storica di una musicista di grande
talento dimenticata dal tempo,</b> non perché non abbastanza talentuosa, ma
perché, come scritto nelle note stesse dell’autore, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">appartenente <i style="mso-bidi-font-style: normal;">alla classe dei
diseredati</i>.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: 13.5pt;">La Lucietta di Federico
Maria Sardelli è mansueta e testarda, ha imparato presto che la rassegnazione è
la miglior medicina nei momenti di avversità, ma per lei sbagliare è un’umiliazione
insopportabile. Ha un carattere forte e </span><span style="font-size: 13.5pt;">sembra sempre molto sicura di sé, eppure,
nasconde anche tante fragilità e una di queste si chiama proprio Antonio
Vivaldi.<o:p></o:p></span></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: 13.5pt;">La protagonista di questo libro, così come il famoso musicista che abbiamo già avuto modo di </span><span style="font-size: 18px;">apprezzare</span><span style="font-size: 13.5pt;"> negli altri volumi a lui dedicati da Federico Maria Sardelli, fa parte di quei personaggi destinati ad essere irrimediabilmente amati da tutti i lettori.<o:p></o:p></span></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: 13.5pt;"><br /></span></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: 13.5pt;">Di Federico Maria Sardelli vi ricordo:</span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">- <a href="https://www.lenovemuse.it/2022/09/laffare-vivaldi-di-federico-maria.html" target="_blank">L'affare Vivaldi</a></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">- <a href="https://www.lenovemuse.it/2022/12/il-volto-di-vivaldi-di-federico-maria.html" target="_blank">Il volto di Vivaldi</a></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-33200090140706730882023-11-12T16:18:00.001+01:002023-11-12T16:18:15.169+01:00“Tana Alighieri” di Elena Petrioli<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTxyiczJ03uKI7eKDcj_8vSThoRl7BTOREkj6p5_CzqgBds0hyHUL57LlP9Uu6T2mZKum4_juYRDRVPD45_9OhM_nIPnSEc-7rYAIDlrWRcYaLNEns2tUg2EWjP9zpbHjZnzH9wD2Rwp9JJaLRbynXPLC8b4HjWBOVcnogpJGxq5CfVrnDu-amE5uz8kE/s889/9788894772180_0_536_0_75.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="889" data-original-width="536" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTxyiczJ03uKI7eKDcj_8vSThoRl7BTOREkj6p5_CzqgBds0hyHUL57LlP9Uu6T2mZKum4_juYRDRVPD45_9OhM_nIPnSEc-7rYAIDlrWRcYaLNEns2tUg2EWjP9zpbHjZnzH9wD2Rwp9JJaLRbynXPLC8b4HjWBOVcnogpJGxq5CfVrnDu-amE5uz8kE/w241-h400/9788894772180_0_536_0_75.jpg" width="241" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">La
cosa bella della <i>Storia</i> è la sua
capacità di riuscire a meravigliarci di continuo perché ci sarà sempre qualcosa rimasto
a noi celato nelle pieghe del tempo.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Ecco
quindi che non stupisce se la maggior parte di noi fino ad oggi ha ignorato che
Dante Alighieri avesse una sorella di nome Gaetana (o Tana). </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">La
vita talvolta riserva delle sorprese come è accaduto all’autrice di questo
saggio. Mai, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Elena Petrioli avrebbe
immaginato che</b>, per una concatenazione di eventi inaspettati, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">si sarebbe ritrovata un giorno addirittura ad
impersonare Tana Alighieri facendo visite guidate
teatralizzate.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Ognuno
durante la pandemia ha reagito a suo modo ed <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Elena Petrioli, affermata guida turistica da oltre venticinque anni nonché
appassionata di storia locale, </b>ha rivolto in quei giorni il suo sguardo verso il Sommo. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Senza
rendersene conto si è trovata a seguire <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">le
tracce della sorella di Dante, immedesimandosi così tanto nella sua storia da riuscire persino, a distanza di secoli, a riportarla in vita per le vie di Firenze. <o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Come
nasce l’idea di questo breve saggio? Poiché risultava ovviamente impossibile
trasmettere tutte le informazioni su <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Tana
Alighieri, per quanto purtroppo alquanto esigue,</b> durante una
visita guidata, Elena Petrioli ha avvertito la necessità di mettere per
iscritto, in maniera ordinata e puntuale, una summa di quanto già pubblicato e
dibattuto su questa figura quasi sconosciuta, ma alquanto importante nella vita
di Dante. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Elena
Petrioli, però, non si è limitata ad una mera ricerca bibliografica, ma ha
confrontato tra loro le ipotesi e le argomentazioni a sostegno delle stesse dei
vari storici che si sono succeduti nel corso dei secoli fino ai giorni nostri.
Ha esaminato gli stessi testi danteschi e gli scritti degli autori a lui contemporanei
e, infine, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">ha verificato in
prima persona ed esaminato documenti d’archivio in maniera minuziosa e
capillare così che non venisse tralasciato alcun dettaglio utile alla ricerca. Si è dedicata anche
ad un attento studio topografico </b>con l'intento di
identificare, quanto più possibile, i luoghi dove si svolsero gli eventi trattati.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">In
questo saggio, non solo troverete <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">la
storia di Tana Alighieri, sorella maggiore di Dante e moglie del ricco mercante
Lapo Riccomanni, ma anche una breve sintesi di come si presentasse la Firenze
dell’epoca dal punto di vista politico, economico, sociale e topografico. <o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Le
contraddizioni, ad un occhio moderno, potrebbero sembrare molte, per questo l’autrice
ha ritenuto necessario <b>fornire qualche
breve indicazione al lettore affinché questi avesse le giuste coordinate per
meglio addentrarsi nella storia</b>. Era indispensabile per prima cosa, poi,
fare chiarezza sull’annosa questione relativa alle differenze tra <i>magnati</i> e <i>popolani</i>.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">“Tana
Alighieri” è una lettura piacevole e interessante che riesce a <b>far convivere nelle sue pagine due storie parallele</b>:
<b>quella contemporanea, dell’autrice, </b>con
le sue passioni, le sue aspirazioni e le sua esperienze, <b>e quella medievale, prettamente storica, legata al personaggio di cui
si narra </b>e di cui viene tracciato un profilo, se vogliamo, anche romantico di
sorella premurosa e di moglie discreta ma capace, se necessario, anche di
affiancare il marito negli affari.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="tab-stops: 177.75pt; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-78898230485241557002023-10-15T22:05:00.004+02:002023-10-15T22:05:46.081+02:00“Quando le stelle torneranno a prenderci” di Valentina Aldeghi<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIDbKfBuhPvI6Agup-awoXXXwjArwXT_k9ctcIa0JVJ4XLv1x6Mf2r93BiPNHQsSqm7rt0gxiOUiSlJxFZ0JY2DBUoMMCy_yY63AVkdlRQpTAJONGEAq9bu0FbPq5WUIq74_N3rrssF8B-aYWcqmWu96slYO70bpfjrYRHkzNJ-a6afpYIB-J2QjNoYdA/s800/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="800" data-original-width="563" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgIDbKfBuhPvI6Agup-awoXXXwjArwXT_k9ctcIa0JVJ4XLv1x6Mf2r93BiPNHQsSqm7rt0gxiOUiSlJxFZ0JY2DBUoMMCy_yY63AVkdlRQpTAJONGEAq9bu0FbPq5WUIq74_N3rrssF8B-aYWcqmWu96slYO70bpfjrYRHkzNJ-a6afpYIB-J2QjNoYdA/w281-h400/copertina.jpg" width="281" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Emerenziana porta il nome della
protagonista di una delle leggende di Toblach, ma nonostante un nome tanto
particolare <b>Emmi, come la chiamano
tutti, ignora completamente la storia di quella terra, il Sudtirolo.<o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">A raccontare la leggenda di
Emerenziana ad Angela, la mamma di Emmi, era stata la loro <b>vicina di casa Irmgard.</b> La leggenda aveva affascinato talmente
Angela da indurla a chiamare la figlia come la principessa della
fiaba.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Il legame di Emmi ed Irmgard è
un legame davvero speciale; <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">I’anziana
donna è a tutti a tutti gli effetti per Emmi una nonna</b>, alle sue cure
infatti la madre l’ha sempre affidata fin da piccola quando andava al lavoro o
aveva qualche impegno fuori casa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Sarà
una vacanza, all’apparenza banale e spensierata, che Emmi farà a Innichen con
le amiche a sconvolgere completamente le loro vite. <o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Irmgard comprenderà che è
arrivato il momento per lei <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">di fare i
conti con quel passato che, ora più che mai, bussa prepotente alla sua porta</b>
per essere raccontato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Il Sudtirolo ha
letteralmente travolto <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Emmi che, una
volta tornata, si accorge di non riuscire a dimenticare Konrad, il bel tenebroso
che ha fatto breccia nel suo cuore e di cui al momento ignora persino il nome</b>.
Inoltre quella terra, fino a poco tempo a lei completamente sconosciuta, sembra
essere diventata per Emmi il centro dei suoi pensieri, vorrebbe comprenderne la
storia, conoscere le sue leggende e
afferrare il carattere della sua gente.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Il libro di Valentina Aldeghi
è un racconto emozionante. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Una storia
d’amore tra due giovani protagonisti, Emmi e Konrad,</b> che non può non
appassionare il lettore. Entrambi insicuri e sensibili, così diversi eppure
così simili. Emmi, nonostante le ferite infertele dalla vita, accetta di
rischiare fin da subito il proprio cuore. Konrad, al contrario, fa fatica a
lasciarsi andare, ma allo stesso tempo non riesce a restarle lontano.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Invero,
la storia d’amore è anche un pretesto per raccontare la storia del Sudtirolo,
una storia fatta di sofferenza, di tradimenti e di contraddizioni.</span></b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> Una
storia che spesso il turista, che tanto dice di amare questa terra, ignora e non
è neppure interessato ad approfondire. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">L’autrice però non è una
turista qualunque. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Valentina Aldeghi,
come Emmi, ha riconosciuto in Innichen la sua <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Heimat.</i></b><i style="mso-bidi-font-style: normal;"> </i>Non esiste una
parola italiana che possa tradurre questo termine: casa o patria non rendono la
vera essenza di questa parola. <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Heimat</i>
è quel luogo del cuore che senti essere casa tua, un luogo a cui senti di
appartenere anche se non ci sei nato. Lo scrittore Fabio Genovesi sostiene che
essere nato nella propria <i style="mso-bidi-font-style: normal;">casa</i>, come
è accaduto a lui con la Toscana, è una fortuna, ma <b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;">casa</i> è per ciascuno di noi ogni qualsivoglia luogo nel mondo a cui si senta di appartenere davvero.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Emmi si chiede se meriterà
mai di appartenere a Innichen, se gli abitanti un giorno la accetteranno. È
sempre difficile farsi accettare, se la propria <i style="mso-bidi-font-style: normal;">Heimat</i> non è il luogo dove si è nati. Si finisce sempre per
sentirsi un po’ dei traditori verso il luogo di nascita e degli intrusi laddove
invece vorremmo essere di <i style="mso-bidi-font-style: normal;">casa</i>. Ma
forse ha ragione Konrad, o almeno mi piace pensarlo, quando dice che <i style="mso-bidi-font-style: normal;">i luoghi appartengono a chi li ama e non a
chi li abita</i>.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">La
storia del Sudtirolo è una storia che merita di essere conosciuta. </span></b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Dimentichiamo
troppo spesso che la stessa Italia è una nazione giovane. Se pensiamo che
ancora oggi sopravvivono campanilismi all’interno di una stessa regione e fazioni all’interno di una stessa città, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">dovremmo
comprendere quando più possa essere ancora dolorosa la situazione in una terra
in cui vicende tanto laceranti risalgono ad un passato così recente.<o:p></o:p></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">“Quando le stelle torneranno
a prenderci” è un romanzo davvero particolate in grado di <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">affascinare il lettore con le sue magiche atmosfere</b> che fanno da
sfondo a due storie d’amore che si rincorrono e si alternano per tutta la
narrazione, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">quella di Irmgarg e Alois e
quella di Emmi e Konrad</b>, entrambe a modo loro intense e struggenti. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Al
pari dei personaggi sono però altrettanto protagoniste del romanzo la Storia e l’importanza
della salvaguardia delle tradizioni e dell’identità di un popolo.<o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">A chi consiglierei questo
libro? A chi ama le storie d’amore, a chi ama il Sudtirolo, a chi ama la
storia in generale, a chi crede nel destino… insomma a tutti coloro in cerca di una bella
storia e che abbiamo voglia di tornare a sognare.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><br /></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-22067344835112294212023-10-10T20:02:00.004+02:002023-10-10T20:02:26.940+02:00“La figlia più amata” di Carla Maria Russo<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"></span></i></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><i style="mso-bidi-font-style: normal;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDHhrWCr3HKIAHP2RaBLGvevRKKdlfn6z8EPPbn2rqUFKL8x9tEsMlf_giD8xDtjrNmslLhEyYrpDTpLbxuUZAYv7gIcbh1UhwCSic55pn3N22AbzuZnBHTjJ9w1ZqZFSo_x61wotuIfoMYSU0lIn6Fx0zyxfYfr_K8lz653dfSbjvOQUz2ab1WG0BxZk/s500/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="500" data-original-width="326" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgDHhrWCr3HKIAHP2RaBLGvevRKKdlfn6z8EPPbn2rqUFKL8x9tEsMlf_giD8xDtjrNmslLhEyYrpDTpLbxuUZAYv7gIcbh1UhwCSic55pn3N22AbzuZnBHTjJ9w1ZqZFSo_x61wotuIfoMYSU0lIn6Fx0zyxfYfr_K8lz653dfSbjvOQUz2ab1WG0BxZk/w261-h400/copertina.jpg" width="261" /></a></i></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><i><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">I
duchi passano. Firenze resta.</span></i><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"> Il romanzo di Carla Maria
Russo si apre con il racconto di un incontro segreto. <b>In una piccola stanza ricavata nelle segrete della Torre Volognana due personaggi
stringono un patto di ferro</b>. L’uno è un giovane freddo e razionale, l’altro
un uomo potente e vigoroso sebbene non più nel fiore dell’età. È l’uomo anziano
che ha scelto di legarsi alla causa del giovane.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Cosimo
I de’ Medici, uomo potente e autoritario, figlio di Giovanni dalle Bande Nere e
nipote di Caterina Sforza, domina Firenze con il pugno di ferro, nessuno osa
contraddire l’orgoglioso e dispotico duca</span></span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">, eppure anch’egli ha
<b>le sue debolezze: la moglie Eleonora di
Toledo, che ama profondamente, e le sue figlie, in particolare Bia e Isabella</b>.
Ebbene sì, contrariamente ad ogni logica di potere, Cosimo non cerca neppure di
mascherare la sua preferenza per le figlie femmine e questo suo sentire fuori
dal comune non fa che alimentare rancori e gelosie tra i suoi eredi.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b style="mso-bidi-font-weight: normal;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">Dopo
la morte di Bia, la bimba avuta prima del matrimonio, Cosimo sembra non
riuscire a riprendersi dalla grave perdita</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;">. Quando Eleonora gli
annuncia di aspettare un altro figlio, egli le fa promettere che sarà una bambina. <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Isabella non sostituirà mai Bia
nel cuore di Cosimo, ma diventerà per lui altrettanto preziosa. </b>Purtroppo
per Isabella, però, il troppo amore di Cosimo si rivelerà per lei anche una
terribile condanna.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Il romanzo è un’opera di
fantasia, ma si comprende che l’autrice ha svolto ampie ricerche per scrivere
questa storia. Infatti, per quanto <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">i
fatti vengano reinterpretati e romanzati liberamente, essi conservano una
solida base di verità storica e una verosimile rispondenza allo svolgersi dei
fatti.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">La storia di Cosimo I de’
Medici e della sua numerosa famiglia <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">sì
presta perfettamente ad essere trasformata in un romanzo. Tanti eventi furono
oggetto di illazioni, chiacchiere, maldicenze già all’epoca in cui tali fatti
avvennero.</b> Non entro ovviamente nello specifico per non <i style="mso-bidi-font-style: normal;">spoilerare</i> e rovinare così l’effetto
sorpresa al lettore digiuno di storia medicea per il quale certi avvenimenti
storici risulteranno certamente sconosciuti.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Carla Maria Russo ha la <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">straordinaria capacità di saper riportare
in vita i personaggi del passato, farli interagire e dialogare tra
di loro, ricreare la perfetta atmosfera dei luoghi attraverso i quali farli agire
e muovere</b>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">La narrazione si volge su
tre piani: quello legato al complotto e alle lettere che si scambiano i due
personaggi che hanno stretto il patto segreto, alcuni frammenti di racconto
estrapolati da ciò che si è salvato di un diario scritto da Isabella de’ Medici
e giunto nella mani del figlio Virginio e infine il racconto vero e proprio, quello
in cui si narra la storia di Cosimo I e della sua famiglia.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Uno degli aspetti più
singolari della famiglia di Cosimo I de’ Medici fu che nonostante l’amore fuori
dal comune che legò questi alla moglie e alla figlie, nonostante alcuni
particolari comportamenti che, almeno all’apparenza, avrebbero dovuto cementare lo
spirito familiare, come il desiderio del capofamiglia di riunirsi ogni
giorno per pranzare tutti insieme, in verità, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">mai
nucleo familiare fu più disunito e mai dei congiunti svilupparono tanta ostilità
gli uni nei confronti degli altri come i figli del primo Granduca di Toscana.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Ogni personaggio è
caratterizzato <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">in maniera magistrale
dalla penna di Carla Maria Russo sia sotto il profilo fisico che sotto il
profilo psicologic</b><b>o. </b><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">La debolezza di Cosimo </span><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">nei confronti delle sue donne </span></span><span style="font-family: arial;">e la sua
intransigenza quando si trattava di imporre la propria volontà senza guardare in
faccia nessuno, la rigidità della duchessa Eleonora che si scioglieva al cospetto
del marito, i sogni di Maria per sfuggire alla realtà, le pene di
Lucrezia per il suo sentirsi perennemente inadeguata, la follia di Pietro, la fredda
intelligenza di Ferdinando e l’incontrollata smania di esercitare il potere di
Francesco, sono solo alcuni dei molteplici aspetti che caratterizzano i
numerosi personaggi che animano le pagine del romanzo. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">E poi c’è lei, <b style="mso-bidi-font-weight: normal;">Isabella de’ Medici, viziata e ribella</b>.
Una bambina a cui la madre non si riesce e il padre non vuole mettere un freno, che si comporta come un
maschiaccio, che adora cavalcare e andare a caccia ma che, una volta divenuta
adulta, si trasforma in una splendida donna colta e raffinata, appassionata di poesia
e di musica, il fiore della Corte di Cosimo I de’ Medici, colei a cui tutti
guardano come alla vera duchessa di Firenze.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;">Una <b>trama affascinante, personaggi seducenti e un ritmo narrativo
estremamente scorrevole</b> rendono la lettura di questo libro davvero
piacevole. Carla Maria Russo si conferma ancora una volta
un’ottima autrice di romanzi storici. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 115%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><br /></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-24161234902746368462023-09-18T15:55:00.000+02:002023-09-18T15:55:52.339+02:00“Dante” di Marco Santagata<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD2vyCdHp8RNe-TCoZwyG3It3f8NL3ujos5xDYjHunnqjOMQbidsGu1tOTd-EtV0DPXclFgZXTbx9Ikokh-54DZMWl4x-MOBwWohoykcbaxZPO76srFmQpsuRpROFZCdWzGC6Q4HauzT9EpWGgJiqwNUIM4JMdgsHHyBkBQvfuLeAMY71UWjABZI7HVUk/s1551/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1551" data-original-width="1000" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjD2vyCdHp8RNe-TCoZwyG3It3f8NL3ujos5xDYjHunnqjOMQbidsGu1tOTd-EtV0DPXclFgZXTbx9Ikokh-54DZMWl4x-MOBwWohoykcbaxZPO76srFmQpsuRpROFZCdWzGC6Q4HauzT9EpWGgJiqwNUIM4JMdgsHHyBkBQvfuLeAMY71UWjABZI7HVUk/w258-h400/copertina.jpg" width="258" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Dante si sentiva un
predestinato, lo si evince dalle sue opere e da come condusse la sua vita. <b>Uno
degli aspetti più rilevanti della sua personalità fu il suo sentirsi diverso.</b>
In ogni evento della sua esistenza, in ogni cosa detta e fatta, che si trattasse
della morte della donna amata, della sua attività politica o della condanna all’esilio,
egli vi intravide sempre la mano del destino.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Santagata si interroga su come
potesse venire percepita dagli altri la personalità di un uomo tanto
particolare e come potesse essere giudicato dai suoi contemporanei.
L’immagine che noi abbiamo di Dante oggi è spesso quella di un uomo egocentrico
e persuaso della propria eccezionalità. <b>Un uomo che non proveniva da una
famiglia magnatizia, ma che, come tale, aveva scelto di vivere.</b> Aveva
amicizie altolocate, <b>aveva sposato una Donati</b> e lo studio, la
letteratura, la filosofia erano le uniche occupazione che riteneva adatte a
lui, sebbene questo gli procurasse delle difficoltà economiche talvolta anche
piuttosto rilevanti come si evince dalle fonti archivistiche.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il libro di Marco Santagata è,
come recita il sottotitolo, <b>il romanzo della vita</b> del Sommo Poeta. Un’esistenza
che indubbiamente fu ricca di avvenimenti e consumata in un’epoca assai
movimentata dal punto di vista sociopolitico. <b>In verità, il libro è un
saggio molto ben documentato e articolato</b>, la cui lettura si presenta
scorrevole come quella di un’opera romanzata. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il racconto della vita di
Dante Alighieri non può prescindere dal <b>racconto della storia di Firenze. Santagata ci riporta dettagliatamente gli eventi di quel tempo e ci racconta dei
vari personaggi che vi presero parte regalandoci un quadro vivissimo di quell’epoca.
<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Dante non visse però sempre a
Firenze ed ecco, allora, che Santagata ci narra anche delle <b>diverse realtà
al di fuori di Firenze e delle varie corti nelle quali l’esule trovò asilo.</b>
Lo storico indaga quindi anche i rapporti, famigliari e politici, che legavano tra
loro i vari personaggi, gli appoggi sui quali Dante poté contare e quali furono
i pericoli che corse. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Tra le pagine del libro non troviamo
solo il racconto di Guelfi e Ghibellini, magnati e popolani, battaglie e scontri tra fazioni, ma Santagata va alla <b>ricerca anche dei dettagli, se vogliamo, più intimi della
vita di Dante.</b> <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><b>Tenta di fare
emergere ad esempio la figura del Dante bambino </b>di cui è rimasta solo
un’impercettibile traccia. All’epoca, infatti, si pensava che non fosse di
alcuna utilità riportare i fatti privati dell’infanzia e della giovinezza di un
individuo in quanto privi di valore morale esemplare. Cerca inoltre di comprendere quale fu il rapporto tra Dante e la moglie Gemma, che tipo di padre egli fu e
che rapporto ebbe con le sorelle, in particolare con Tana, e con l fratello
Francesco.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Il libro di Santagata prende
in esame ogni aspetto della vita di Dante Alighieri riuscendo ad intrecciare
gli eventi pubblici e privati della sua vita con le sue opere.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> Marco Santagata rilegge i vari passi degli scritti mettendoli in
relazione con i fatti occorsi nella vita del poeta in quegli stessi anni in cui le
varie parti delle opere vennero elaborate riuscendo così a darcene <b>un'interpretazione
più completa e, anche se talvolta non proprio condivisibile, senza dubbio sempre
interessante e affascinante.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Un saggio dettagliato, ben
documentato, scorrevole. Una lettura estremamente piacevole che conferma
l’ottimo giudizio su Santagata che avevo avuto leggendo il suo “<a href="https://www.lenovemuse.it/2023/07/le-donne-di-dante-di-marco-santagata.html ">Le donne di Dante</a>”.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-62980223718300279322023-08-26T21:05:00.003+02:002023-08-26T21:05:34.262+02:00“Democrazia machiavelliana” di John P. McCormick<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8h7lfbr-MGi1iZj6F3Jfk0VwcEgrhEFZMtQgOX76JbjnP35qTMOWWKadiTOrY868sduGoeknbK4PAjwrt1WitL8KvHf8Kbeot79x0T2SB3Bf9bs4ofQzs6cw2-sXBU65XiGHiG_a7HZ9XRsHdUOR3WI04sxw_WGMvF_ZilycRpl_Z8BD07aQTuWJYBok/s2480/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2480" data-original-width="1795" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg8h7lfbr-MGi1iZj6F3Jfk0VwcEgrhEFZMtQgOX76JbjnP35qTMOWWKadiTOrY868sduGoeknbK4PAjwrt1WitL8KvHf8Kbeot79x0T2SB3Bf9bs4ofQzs6cw2-sXBU65XiGHiG_a7HZ9XRsHdUOR3WI04sxw_WGMvF_ZilycRpl_Z8BD07aQTuWJYBok/w290-h400/copertina.jpg" width="290" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Niccolò Machiavelli, secondo
il pensiero di John P. McCormick, non fu né un consigliere di tiranni né un
teorico repubblicano, ma <b>un acuto studioso delle repubbliche del
passato preoccupato di trovare degli strumenti di potere atti a contenere le
élites.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Analizzando “Il Principe” e
altri scritti, ma soprattutto prendendo in esame quanto scritto nei “Discorsi
sopra la prima deca di Tito Livio”, il professor McCormick mette in risalto
come, per il politico fiorentino, <b>la libertà dipenda da istituzioni che
incoraggino la diffidenza popolare nei confronti dei membri più ricchi e
influenti della società e del governo</b>. Machiavelli auspica un conflitto di
classe in quanto ritiene che questo, se istituzionalizzato, possa favorire la
libertà. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Le élites tendono a scegliere
un principe che appartenga alla loro stessa classe sociale perché pensano di
poterlo in qualche modo manipolare in virtù degli interessi comuni. Esse desiderano
il potere illimitato mentre il popolo chiede giustizia e uguaglianza, in
quest’ottica quindi <b>la partecipazione del popolo è costruttiva e positiva.<o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">“Democrazia machiavelliana” è <b>un
articolato e corposo saggio</b> <b>in cui non si analizza solo il pensiero di
Machiavelli, ma si prende in esame anche come questo sia stato, nel corso dei
secoli, interpretato e talvolta applicato </b>da statisti, filosofi e politici di
correnti e paesi diversi.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">John P. McCormick ritiene fondamentale,
<b>per una giusta interpretazione del corpus delle opere machiavelliane,
considerare i destinatari delle opere stesse</b>. In particolare, si occupa di
esaminare da vicino i dedicatari dei Discorsi ovvero Cosimo Rucellai e Zanobi Buondelmonti.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il professore McCormick,
inoltre, vuole dimostrare come l’intento di Machiavelli <b>scrivendo il
Principe non fosse quello di istruire i regnanti a manipolare il popolo, ma
piuttosto come la gente comune potesse controllate le élites</b>. Desidera dimostrare
come si siano spesso sottovalutati i tentativi fatti dal politico fiorentino di
<b>stabilire dei mezzi e delle istituzioni capaci di dotare i comuni cittadini
del potere per resistere alla dominazione dei ricchi e scoraggiare la
corruzione dei funzionari.<o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Indubbiamente “Democrazia
machiavelliana” è un saggio molto completo, ben documentato in cui il
professore <b>McCormick ha saputo argomentare acutamente il proprio pensiero</b>,
dimostrandosi esperto conoscitore sia degli scritti di Niccolò Machiavelli che
della politica sia contemporanea che di quella del passato più o meno prossimo.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Sinceramente questo libro non
mi ha entusiasmato per diversi motivi, tra cui il fatto che troppo spazio è
stato riservato a prefazioni e introduzioni, circa un terzo del testo. Inoltre,
probabilmente perché non addentro alla materia politica e ancora legata alle
più classiche, e se vogliamo anche obsolete, interpretazioni del pensiero
machiavelliano, ho trovato alcune parti piuttosto forzate. <o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">L’impressione da non addetta
ai lavori, ci tengo a ribadirlo, è quello che in queste pagine si analizzino i
testi di Machiavelli con l’intento di attualizzarli troppo e quasi piegarli al
proprio scopo, arrivando così ad una reinterpretazione del pensiero del
politico fiorentino che, a mio avviso, risulta un po’ esasperata.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La cosa certa è che, dopo aver
letto questo lavoro, viene senza dubbio voglia di leggere, o rileggere, tutte le
opere di Machiavelli per un interessante confronto con quanto sostenuto da John
P. McCormick.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> </span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> </span><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13.5pt;"> </span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-44608457654023499362023-08-22T21:01:00.002+02:002023-08-22T21:01:17.820+02:00“Memorie della Grande Mademoiselle” De Montpensier<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1soW2ONkZm033Vy8vMfzSL3S-n2Yza44cKcYsEWm5bbbcI6-QtR9b0uBEM-imjtTH02CfBnPZxBnl1y5TReqFgzyL77sr4KwLk9opM4zTNXPfU5Qqp9HfyD_GoJkXi_ggKWAWlukRAAkk9pB51rG3_4kNeysBGWOy6GD4yEu4ovMFC8i1rDuoqjOKvbo/s600/copertina.webp" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="600" data-original-width="408" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1soW2ONkZm033Vy8vMfzSL3S-n2Yza44cKcYsEWm5bbbcI6-QtR9b0uBEM-imjtTH02CfBnPZxBnl1y5TReqFgzyL77sr4KwLk9opM4zTNXPfU5Qqp9HfyD_GoJkXi_ggKWAWlukRAAkk9pB51rG3_4kNeysBGWOy6GD4yEu4ovMFC8i1rDuoqjOKvbo/w273-h400/copertina.webp" width="273" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Anne Marie Louise De
Montpensier (1627-1693) era <b>figlia di Gaston d’Orléans, unico fratello di
Luigi XIII</b>, e della prima moglie Maria di Borbone, duchessa di
Montpensier.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Alla morte di Monsieur, in
mancanza di eredi maschi, il ducato d’Orléans fu assegnato al fratello di Luigi XIV, e Anne Marie Louise divenne la Grande Mademoiselle per
distinguerla dalla nuova Mademoiselle, figlia del principe Philippe.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Le memorie della Montpensier sono
composte da ben 95 quaderni. I manoscritti </span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">sono piuttosto
difficili da decifrare perché, per sua stessa ammissione,<b> aveva una calligrafia pessima</b> tanto che anche il padre le suggerì di far scrivere
al segretario la corrispondenza a lui destinata.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Buona parte di queste memorie
furono <b>scritte negli anni 50 del XVII secolo durante l’esilio di Anne Marie
Louise e la scrittura riprese successivamente nel decennio dal 1670 al 1680 per
combattere la depressione</b> sopraggiunta a seguito di un momento difficile.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il libro, edito da Luni
Editrice, ripropone ovviamente solo una piccola parte degli scritti della
Grande Mademoiselle. <b>Il volume è suddiviso in tre parti,</b> ognuna di esse
è dedicata ad un particolare evento significativo della sua vita.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Fanciulle a corte.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> La
madre di Anne Marie Louise morì poco dopo la sua nascita e lei venne affidata ad una governante. Erano gli anni del cardinale Richelieu. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Eroina della Fronda.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> Racconta
degli anni burrascosi in cui la De Montpensier non si risparmiò per la causa e,
al contrario del padre sempre indeciso e opportunista, non esitò a mantenere le
proprie posizioni pagando in prima persona per le proprie idee.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">L’amore.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> Fin
da adolescente erano state prese in considerazione per lei le più importanti
teste coronate, un elenco infinito di pretendenti, tra cui figuravano il futuro
re d’Inghilterra, il delfino di Francia e l’imperatore d’Austria. Non se ne
fece mai nulla. <b>All’età di 43 anni, però, Anne Marie Louise si innamorò come
una ragazzina del duca di Lauzun, un partito talmente al di sotto del suo rango
da scandalizzare l’intera Corte.</b> Il re prima diede il suo consenso, ma
pochi giorni dopo lo ritirò. Lauzun venne incarcerato a Pinerolo dove restò
imprigionato per ben dieci anni.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><a name="_Hlk143108567"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Anne
Marie Louise De Montpensier, </span></b></a><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">il miglior partito d’Europa,
morì senza essersi mai sposata e senza eredi.<o:p></o:p></span></b></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Ogni sezione del libro è
corredata da alcune interessanti <b>pagine introduttive (note del curatore) in
cui si inquadra minuziosamente il periodo storico</b> a cui si riferiscono i
fatti narrati dalla Grande Mademoiselle e, allo stesso tempo, si traccia <b>un
profilo dettagliato dei personaggi </b>che vi presero parte.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">A leggere frasi del tipo
“Soffrirei a vedervi ballare e divertirvi, invece di andare dove vi spacchino
la testa oppure ci rimettano sopra la corona” non si può non sorridere e non
pensare alla sorellastra Marguerite Louise d’Orléans e alle sue <i>amorevoli</i>
lettere indirizzate al consorte Cosimo III de’ Medici.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Anne Marie Louise De
Montpensier fu una donna del suo tempo, più vicina alla moda della Corte di Luigi
XIII che a quella del Re Sole. <b>Estremamente calata nella parte che il suo
rango le imponeva, teneva in massimo conto lo stile di vita che poteva mettere
in risalto la sua posizione.</b> Per lei i balli, lo sport, le feste e la
possibilità di convolare a nozze con una testa coronata erano una priorità.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Eppure, a differenza del padre
che con i suoi comportamenti ipocriti, voltagabbana e opportunisti la mise
spesso a disagio, Anne Marie Louise fu una donna a suo modo fedele ai propri
principi, per quanto talvolta discutibili, e un’amica leale.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Può far sorridere quel suo <b>amore
nato in tarda età che la portò a coprirsi di ridicolo e le costò letteralmente
una fortuna,</b> ma anche questo in fin dei conti non fa che confermare che la passione
e la determinazione che seppe dimostrare in battaglia erano un qualcosa che le
apparteneva sia nel pubblico che nel privato. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Forse la grazia e la misura
non furono proprio le sue principali doti, ma sinceramente e, non l’avrei mai
pensato prima di leggere questo libro, alla fine questa Grande Mademoiselle che
si descrive come una donna dall’aria altera, ma non supponente, gentile e alla
mano, ma che sa farsi rispettare, che sa parlare in pubblico, ma anche tacere
se non conosce l’argomento trattato, che non è schiava dell’abbigliamento, ma è
lontana dall’apparire sciatta, forse un po’ collerica, ma giusta e con un gran
senso dell’onore, insomma alla fine a me è risultata particolarmente simpatica.
L’ho trovata a suo modo <b>una figura femminile forte, volitiva e di grande
fascino.</b><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Ho scoperto questo volume per
caso al Salone del Libro. Un’edizione davvero molto bella e ben curata; una
casa editrice che merita un occhio di riguardo per le sue pubblicazioni.
L’unico appunto, proprio a voler essere pignoli, non ho compreso la scelta di mettere
sulla copertina un ritratto di Maria Antonietta anziché quello di Anne
Marie Louise De Montpensier.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-77917594158711638032023-08-20T21:39:00.001+02:002023-08-20T21:39:08.313+02:00“Il Barone. Corso Donati nella Firenze di Dante” di Silvia Diacciati<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxk0HYuxZNR4ylIr2QSh0MisjT2vblykfgNLT3sluZLMcqZ4h6_z1Rb2hAtZqpdGhiuS6SFtl3WH1iwHkPn8GfwOLOFqiZX5oJlkNFRo4uKOwY-k6YzyDF-sJvMuvBif9tEMWqqbLjhOCff6Joc9I00bPR4VWRQH8tQMHjlM1FVZnXk5mNPIC1-idAC_U/s313/copertina1.webp" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="313" data-original-width="217" height="313" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxk0HYuxZNR4ylIr2QSh0MisjT2vblykfgNLT3sluZLMcqZ4h6_z1Rb2hAtZqpdGhiuS6SFtl3WH1iwHkPn8GfwOLOFqiZX5oJlkNFRo4uKOwY-k6YzyDF-sJvMuvBif9tEMWqqbLjhOCff6Joc9I00bPR4VWRQH8tQMHjlM1FVZnXk5mNPIC1-idAC_U/s1600/copertina1.webp" width="217" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Nipote di Gualdrada Donati,
colei che secondo la leggenda provocò la nascita delle più famose fazioni della
storia, quelle dei Guelfi e dei Ghibellini, <b>Corso Donati nacque intorno alla
metà del Duecento.<o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Le ricchezze della famiglia Donati provenivano dai loro
possedimenti fondiari sparsi nel contado fiorentino, dal prestito ad usura, dal
finanziamento di imprese commerciali, mercantili e bancarie e infine dai
proventi della guerra. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">I maschi della famiglia, infatti, così come
quelli delle famiglie loro pari, eccellevano nell’arte delle armi e Corso non
era ovviamente da meno. <o:p></o:p></span></span></b></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></b></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Le cronache lo ricordano come <b>un cavaliere di grande
valore</b>, suo fu il merito della vittoria nella battaglia di Campaldino
(1289), <b>un uomo bellissimo, oratore raffinato, impavido ma anche irrequieto,
violento, collerico, dispotico e troppo ambizioso.<o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: arial; font-size: 13.5pt;">Corso Donati si macchiò della pena più infamante ovvero
quella di aver anteposto il proprio interesse a quello di Firenze.</span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Fu seguito da molti e maledetto da altrettanti, ma di certo
<b>chi più di tutti odiò Bonaccorso di messer Simone dei Donati, detto il Barone,
fu Dante Alighieri</b> che, per vendicarsi, lo condanno alla <i>damnatio
memoriae</i>. Corso, infatti, non viene mai nominato nell’opera più famosa del
Sommo Poeta, la <i>Commedia</i>.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il libro di Silvia Diacciati è molto particolare. <b>Si
legge velocemente come un romanzo, essendo scritto con una prosa estremamente
piacevole e scorrevole, ma si tratta in verità di un saggio molto ben
articolato e dettagliato. </b></span></span><span style="font-family: arial; font-size: 13.5pt;">Nulla di ciò che viene riportato è frutto di fantasia anche
se a volte si potrebbe stentare a crederlo.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Si tratta di un testo senza dubbio di <b>carattere
divulgativo</b>, ma risulta comunque insolita la scelta dell’autrice di non
aver inserito delle note che riportino quanto meno i riferimenti dei documenti
d’archivio consultati e una ampia bibliografia a termine del volume.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">In merito a questo saggio avevo letto qualche critica sul
fatto che non aggiungesse nulla di nuovo a quanto conosciuto dai più. Non sono
assolutamente d’accordo perché si tratta di <b>un lavoro capillare e molto ben
documentato</b>. Tantissimi sono i riferimenti alle fonti letterarie, alla cronachistica
e alla documentazione d’archivio. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><br /></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il testo riesce ad <b>inquadrare perfettamente il
personaggio nel periodo storico in cui visse</b> senza limitarsi, come spesso
accade, a prendere in esame solo la fase in cui si svolsero le lotte tra Bianchi e
Neri. <b>Numerosi sono anche gli interessanti aneddoti che riguardano la vita
di Corso e dei suoi amici, famigliari e avversari.<o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><b><br /></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Dalle pagine di questo saggio emerge la figura di un <b>personaggio
che, se pur con mille difetti, fu a suo modo una figura eroica ed estremamente
affascinante,</b> pertanto, più che degna di essere ricordata tra le più
importanti figure della storia fiorentina.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"><br /></span></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"><br /></span></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; margin-bottom: 0cm; margin-top: 0cm; mso-add-space: auto; mso-margin-bottom-alt: 8.0pt; mso-margin-top-alt: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"><br /></span></o:p></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-90514026262363363422023-08-16T15:09:00.000+02:002023-08-16T15:09:21.121+02:00“Una notte a Firenze sotto Alessandro de’ Medici” di Alexandre Dumas <p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfN1z5qZn6tRp6KexnfO56LOw_kiOukoTo4riqjj4ZHscEkWR-6bpH85bDBMg8Ok_ApkCKByUza9cAFcke-8hQ4nHL0eyTYDx2HJFTnYAdEL-Vic49s58xU4T2LIkXPm0NzfCp15HgOXoKMQWT9BKcBT3hOR8KXHYe8uCGfZkB3SLq7JZ2SfF8YJFJ3dc/s279/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="279" data-original-width="180" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfN1z5qZn6tRp6KexnfO56LOw_kiOukoTo4riqjj4ZHscEkWR-6bpH85bDBMg8Ok_ApkCKByUza9cAFcke-8hQ4nHL0eyTYDx2HJFTnYAdEL-Vic49s58xU4T2LIkXPm0NzfCp15HgOXoKMQWT9BKcBT3hOR8KXHYe8uCGfZkB3SLq7JZ2SfF8YJFJ3dc/w258-h400/copertina.jpg" width="258" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La vicenda narrata da
Alexandre Dumas è nota. Siamo a Firenze dove i Medici sono tornati al potere
grazie all’accordo stretto tra Carlo V e il papa Medici Clemente VII dopo il
terribile Sacco di Roma.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Alessandro de’ Medici, duca di
Firenze</span></span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">, era ufficialmente il figlio illegittimo di Lorenzo de’
Medici duca di Urbino, ma la verità più accredita lo vuole figlio illegittimo
dello stesso Clemente VII.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Alessandro fu un tiranno nell’accezione
più negativa del termine, <b>violento e irascibile, impose il suo governo con
la forza, procurandosi per questo molti nemici.</b> Il suo stesso motto <i>Non
vuelvo sin vencer</i> (Non ritorno senza vincere) era esso stesso indice del
suo <b>temperamento aggressivo e impulsivo</b>.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Il Medici trovò la morte per
mano di un lontano cugino Lorenzo </span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">(o Lorenzino), <b>appartenente
al ramo Popolano della famiglia</b> Medici, che, dopo l’efferato omicidio, si
guadagnò il soprannome di Lorenzaccio. <b>Si</b> <b>narra che Lorenzo avesse
sfruttato la passione per le donne di Alessandro per tendergli un agguato in
casa propria e qui assassinarlo.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il romanzo si apre con una <b>breve
prefazione in cui l’autore parla dell’Italia e di Firenze</b> traendo alcune
conclusioni, più o meno condivisibili, sull’indole e i costumi degli italiani e
di come questi siano stati influenzati nel corso dei secoli dalla loro storia.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La trama, per quanto romanzata,
mantiene un fondo di verità storica e non mancano alcune brevi digressioni atte
a rafforzare la veridicità del racconto. Da segnalare forse solo qualche ingenuo
anacronismo a favore della miglior resa della narrazione. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Di fatto quello di Dumas è <b>il
racconto di una storia d’amore</b>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Lorenzino è innamorato di
Luisa ed è da lei ricambiato.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> <b>Il duca Alessandro è
invaghito della bella Luisa </b>che è tra l’altro figlia di quel Filippo
Strozzi sulla cui testa è stata posta una taglia di diecimila fiorini per aver
congiurato contro il duca stesso. Alessandro assume a tratti quasi le
caratteristiche di un Don Rodrigo di manzoniana memoria. <b>Lorenzino si presta
ad essere il mezzano degli intrighi amorosi del duca, ma la sua è solo finzione
in quanto il suo unico scopo è quello di salvare l’amata e liberare Firenze
dalla tirannia.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">“Una notte a Firenze sotto
Alessandro de’ Medici”</span><b><span style="font-size: 14pt; line-height: 107%;"> </span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">è un romanzo storico
ottocentesco sebbene vi si riconoscano <b>moltissime caratteristiche tipiche
dei testi teatrali romantici sia nella resa della trama sia nella
caratterizzazione dei vari personaggi.</b> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Un testo forse più vicino, a
mio avviso, alle opere teatrali di Friedrich Schiller anziché ai celebri
romanzi di Dumas stesso, vuoi anche perché <b>la trama stessa si presta
massimamente ad una resa drammaturgia</b>. Moltissimi sono anche i riferimenti
al teatro all’interno del racconto stesso.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Ho letto il romanzo nella
traduzione del 1861 di Vittoria D’Asti edita da Amazon Italia Logistica.
Purtroppo, devo segnalare che il numero di refusi e di errori di stampa è
davvero fastidioso soprattutto nella prima parte del volume. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Per cui, <b>vivamente
consigliata la lettura del romanzo in quanto, soprattutto se amate i classici, si
tratta di un testo davvero interessante per ambientazione e periodo storico,</b>
ma altrettanto sconsigliato l’acquisto di questa particolare edizione perché
davvero faticosa la lettura a causa dei tanti errori tipografici.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><br /></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-50693466860725121092023-08-13T21:11:00.000+02:002023-08-13T21:11:08.680+02:00“1345. La bancarotta di Firenze” di Lorenzo Tanzini<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSJayx_oXcktHgTFaXS4q50UbW8O5BxY-voNTqWfX4pfReNcl29au5Zbn1UwgxmWPgaBfSnpqonFni90KM0MiJjqNnrTF3jRgw1kg_VQWRYOYQ9QSdxwdyOo_o1SXBZK6UoVv_RiP9ryXxG9pOBls79YQP_J-7Le5cuw8yLE5IUMP34fNHVssEfiyG-Lg/s1000/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1000" data-original-width="640" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiSJayx_oXcktHgTFaXS4q50UbW8O5BxY-voNTqWfX4pfReNcl29au5Zbn1UwgxmWPgaBfSnpqonFni90KM0MiJjqNnrTF3jRgw1kg_VQWRYOYQ9QSdxwdyOo_o1SXBZK6UoVv_RiP9ryXxG9pOBls79YQP_J-7Le5cuw8yLE5IUMP34fNHVssEfiyG-Lg/w256-h400/copertina.jpg" width="256" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Nel marzo del 1345 avvenne,
secondo i calcoli degli studiosi del tempo, la congiunzione di Saturno e di
Giove, una <b>congiunzione astrale che, anche in passato, sembrava aver portato sempre con sé eventi rovinosi,</b> quali la discesa di Carlo d’Angiò o l’inizio
delle Crociate.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Datare il crack finanziario dei
banchieri fiorentini in questo <i>annus horribilis</i> si potrebbe considerare
un po’ una sorta di escamotage, una data che si presta meglio di altre a riassumere
le dimensioni della catastrofe. Infatti, <b>se è vero che nel 1345 i maggiori
operatori commerciali si trovarono incapaci di restituire i prestiti, è
altrettanto vero che le prime avvisaglie della crisi erano già apparse negli
anni precedenti.</b></span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Lorenzo Tanzini indaga non solo
le cause e gli eventi che caratterizzarono l’insieme di fallimenti e
bancarotte, ma anche in quale modo il sistema cercò il modo di uscire dalla crisi. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Una delle più gravi
conseguenze a cui si dovette fare fronte fu <b>ripristinare quell’inestimabile
tesoro del credito, inteso come fiducia</b>, di cui il sistema
commerciale-bancario fiorentino aveva goduto universalmente fino a quel momento.
In verità, tale credito riuscì ad essere ripristinato in un arco di tempo
relativamente breve se si pensa, ad esempio, all’importanza raggiunta dal banco
Medici negli anni successivi.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Oltre alle pagine riservate
alla storia delle grandi banche nel primo Trecento, altrettanto spazio viene
dedicato da Tanzini a quello che accadde al sistema dopo il crack finanziario del
1345. È oltremodo interessante quindi vedere anche quali siano stati gli
sviluppi e i cambiamenti del sistema stesso nel corso degli anni e il suo adattarsi
agli eventi storico-economico-finanziari. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Certamente cambiarono gli
attori, ovvero le famiglie a capo delle attività economico-finanziarie, e anche
il sistema si adattò di conseguenza, ma tutto questo contribuì a dare vita alla
Firenze del Rinascimento.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Tra i vari eventi analizzati
spicca senza dubbio <b>lo scoppio della peste che raggiunse Firenze nel 1348.</b>
Paradossalmente la pestilenza, dopo l’impatto traumatico avuto sul tessuto
urbano, soprattutto per la fortissima riduzione della popolazione che ne conseguì,
ebbe successivamente un effetto positivo sulla vita della popolazione più
povera in quanto, essendosi ridotta la possibilità di trovare manodopera per
cantieri e botteghe, i datori di lavoro furono costretti ad offrire condizioni
salariali decisamente migliori.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Altro importante argomento
trattato da Tanzini è quello della <b>nascita del <i>Monte</i></b><i> </i><b>ossia un particolare
e articolato sistema di debito pubblico nato per il finanziamento della
Repubblica. <o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Nel 1345 diversi furono <b>i
provvedimenti introdotti per cercare di rassicurare i creditori</b> cercando
sempre, però, di salvaguardare l’imprenditoria cittadina. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il libro di Lorenzo Tanzini è <b>un
saggio davvero ben documentato ed articolato, la prosa è impeccabile e la
lettura scorre in maniera molto fluida</b>. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">L’argomento esposto, è vero, non è
semplicissimo e la comprensione oggettivamente a tratti necessita quantomeno di
una minima conoscenza di base della società e dei dati storici nell’epoca in
cui avvennero gli avvenimenti trattati, nell’insieme, però, se davvero interessati
alla materia, il testo, grazie alla sempre ottima capacità divulgativa del suo autore, risulta
senza dubbio accessibile.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-46089024736209007692023-08-09T20:46:00.001+02:002023-08-09T20:46:25.029+02:00“Cantami o diva degli eroi le ombre” di Isabella Bignozzi<p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHNpyFsMIuX8OpmHAXcMqX67PVIFOPzk7LxRksUl-TK7N5WcEneH5F0_GuB4M3ZCeQ-_sWTe4eQThQdBs8W4mGY1O73AVPiX6OH3mOlrTKioCUa3rXaLnHCqxPWmS45CD7IS0onIQM3qp9REgqFHXzj_chttXJdPIKWnIttlplul6lt-yqwYjizd-Umng/s833/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="833" data-original-width="536" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHNpyFsMIuX8OpmHAXcMqX67PVIFOPzk7LxRksUl-TK7N5WcEneH5F0_GuB4M3ZCeQ-_sWTe4eQThQdBs8W4mGY1O73AVPiX6OH3mOlrTKioCUa3rXaLnHCqxPWmS45CD7IS0onIQM3qp9REgqFHXzj_chttXJdPIKWnIttlplul6lt-yqwYjizd-Umng/w258-h400/copertina.jpg" width="258" /></a></span></div><p></p><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Sparta. <b>Elena e Clitennestra</b> bambine giocano sotto lo sguardo vigile della nutrice. Le due
sorelle sono molto simili, potrebbero essere gemelle, ma la bellezza di Elena è
qualcosa che trascende il semplice aspetto fisico. Clitennestra ama sua sorella,
ma la gelosia è una belva insidiosa.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Micene. <b>Agamennone e
Menelao</b> due fratelli. Il primo, il maggiore, è prepotente e irascibile,
l’altro, il minore, sempre tiranneggiato dal fratello, è un bambino sensibile e
pauroso. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p><p>
</p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Ftia. <b>Achille</b> bambino
trascorre lunghe ore sugli scogli in cerca della madre. Teti, creatura
misteriosa, figlia di Nereo, costretta a sposare Peleo, lo sposo mortale che
non ha mai amato, ha uno strano rapporto con questo suo figlio dal carattere buio e
impenetrabile.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Itaca. Un giovane <b>Odisseo</b>
rinnegato dal padre Laerte si mette alla ricerca del nonno materno. Autolico è
un ladro? Forse, ma anche un uomo estremamente scaltro, dote che il figlio di
Anticlea ha ereditato interamente.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">“Cantami o diva degli eroi le
ombre” come si evince dal titolo, già di per sé evocativo, <b>racconta la
guerra di Troia</b>. Bellezza, invidia, vendetta, destino, astuzia non manca
proprio nessun ingrediente proprio dei racconti omerici.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Isabella Bignozzi, però, ha
scelto di dare un taglio particolare a questo suo romanzo, il racconto inizia infatti
narrando la storia dei protagonisti fin dalla loro fanciullezza. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La Bignozzi riporta inoltre in
superficie tutti quei miti che nelle pagine di Omero vengono solo accennati, dando così più ampio respiro possibile alla trama e alla narrazione.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Una prosa poetica, un ritmo
lento che incanta, tanto che sembra quasi di udire un suono di cetra in
sottofondo mentre si procede nella lettura. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Come un novello aedo, Isabella
Bignozzi plasma la materia omerica, la riordina, la rende fruibile al lettore
moderno pur restando fedele al ritmo di un tempo antico.</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Dona contemporaneità al mito, perché,
contrariamento a quanto si sia portati a pensare nella frenesia della vita di
tuti i giorni, <b>il mito non è qualcosa di arcaico ma appartiene a tutti noi poiché
i sentimenti, le fragilità e le asperità degli eroi omerici sono gli stessi
dell’uomo moderno.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Qualche anno fa vi avevo
parlato di un altro romanzo scritto dalla stessa autrice intitolato “<a href="https://www.lenovemuse.it/2020/08/il-segreto-di-ippocrate-di-isabella.html " target="_blank">Il segreto di Ippocrate</a>”, una storia che avevo amato tantissimo. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Ebbene, con questo nuovo libro
direi che l’autrice ha superato ogni mia più alta aspettativa.
<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Non è facile affrontare la
materia omerica, e tanto meno deve esserlo mettendosi in gioco come ha fatto
Isabella Bignozzi, eppure, è riuscita a creare qualcosa di davvero unico e
speciale, facendo rivivere tra le sue pagine gli eroi e i miti di un tempo e restituendoci insieme anche la loro attualità.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p><div style="text-align: justify;"><br /></div><p></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-69808087460320589142023-08-05T20:16:00.002+02:002023-08-05T20:16:59.723+02:00“Il cielo di pietra” di Antonio Forcellino<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaqlZh_d_VVtitHh8-8mKZu7kyVNihivpgxKxPObKXgW8nK17YhXz1yP6O2WR6CQyKjNmBTZzqZBQXzPRN9v2YwU_BJd8nyRTV7sfXViwM281tq1XMNxmlJxgNhpvIjOdUdK2JxurMeTcrT567Yhlri2zQdfrdwU-M3_FBM7pLFfT-J5GoKufXauTdANE/s798/coopertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="798" data-original-width="536" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgaqlZh_d_VVtitHh8-8mKZu7kyVNihivpgxKxPObKXgW8nK17YhXz1yP6O2WR6CQyKjNmBTZzqZBQXzPRN9v2YwU_BJd8nyRTV7sfXViwM281tq1XMNxmlJxgNhpvIjOdUdK2JxurMeTcrT567Yhlri2zQdfrdwU-M3_FBM7pLFfT-J5GoKufXauTdANE/w269-h400/coopertina.jpg" width="269" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">C</span><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">orre l’anno 1565, Tiziano ha
superato la sessantina mentre Michelangelo è rimasto forse l’unico testimone
delle scelleratezze compiute, in quegli stessi ultimi sessant’anni, dai papi che
si sono succeduti sul soglio di Pietro e dai loro ministri.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Michelangelo</span></span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"> ha
assistito ai delitti dei Borgia, alle guerre dei Della Rovere, ai tentennamenti
e ai fallimenti dei Medici, all’astuzia dei Farnese; <b>nulla lo può più
turbare neppure i costumi dissoluti del cardinale Innocenzo Del Monte</b>, il
giovane amante del defunto Giulio III, o gli omicidi e le nefandezze dei nipoti
dell’attuale papa. </span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Morone è ancora rinchiuso a
Castel Sant’Angelo, accusato di eresia, </span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">mentre<b> Paolo IV </b>sembra
sempre più<b> intenzionato a vendicarsi dei suoi nemici</b>, coloro che erano
stati indicati con il nome di <i>spirituali</i>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Solimano</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"> ad
Oriente, nonostante la malattia, non è assolutamente intenzionato a designare
un successore e ancor meno a cedergli il potere. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Tutto questo non fa che <b>peggiorare i
rapporti tra i suoi figli, Selim e Bayezid</b>, che si affrontano senza
esclusione di colpi in previsione di quel momento tanto atteso.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Con “Il cielo di pietra” <b>quinto
volume della serie “Il secolo dei giganti”,</b> si conclude il racconto del
Cinquecento nato dalla penna di Antonio Forcellino. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Un racconto affascinante e
coinvolgente di un secolo costellato da un susseguirsi ininterrotto di <b>guerre,
amori, alleanze, tradimenti, scelleratezze di ogni sorta</b> compiute da
regnanti, principi della Chiesa e papi, ma anche un secolo che vide all’opera <b>artisti
dal talento straordinario quali Leonardo Da Vinci, Raffaello, Michelangelo e Tiziano.<o:p></o:p></b></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Michelangelo è il filo
conduttore di tutti i volumi della serie. Una figura carismatica quella
descritta da Antonio Forcellino che libro dopo libro si fa sempre più strada nel
cuore del lettore. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Il Michelangelo che emerge
dalle pagine dei romanzi è un uomo scontroso e geloso della sua arte </span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">che
col passare degli anni, in un certo qual modo, si addolcisce pur restando
sempre fedele ai propri ideali, ma anche a quel suo carattere burbero. <b>Un uomo
che non ama le vendette, ma le sfide quelle sì,</b> sempre pronto ad accettarle
fino alla fine dei suoi giorni. <b>Un artista <i>divino</i> in grado di creare
qualcosa di straordinario come un <i>cielo di pietra</i> per San Pietro</b>
nonostante l’età ormai avanzata.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Tre i papi protagonisti di
questo ultimo romanzo: <b>Paolo IV, Pio IV e Pio V.</b> </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Sulla scena si affaccia,
poi, un nuovo protagonista che, sebbene resti per il momento sullo sfondo, sarà
destinato a diventare <b>il principe italiano più importante. Il suo nome? Cosimo
I de’ Medici </b>colui che nel conclave in cui venne eletto Pio IV si dimostrò essere l’attore più intelligente.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Poche serie riescono a tenere
incollato il lettore dall’inizio alla fine, questa di Forcellino è
indubbiamente una di quelle. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Dispiace moltissimo dover
lasciare andare per sempre personaggi come <b>Marcantonio Colonna, Giulia
Gonzaga e Vittoria Farnese</b>, ma questo purtroppo è il triste destino di ogni
lettore che incontri, tra le pagine dei libri, protagonisti tanto affascinanti
e si imbatta in un racconto tanto avvincente nel quale personaggi reali e
storia romanzata si fondano alla perfezione come accade magistralmente nei romanzi
di Forcellino.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4130159063620151288.post-50022184726316516132023-07-30T10:12:00.001+02:002023-07-30T11:11:01.636+02:00“La cupola di Brunelleschi” di Ross King<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"></span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: arial;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1v7GzIYjzu8Wr_sD41cataN9K3887eNrRcqh4x9k3D6OfSFmO7A0IXi4oke-sp2ARPwXsUWmNa1OfoR0YCIU7riwXvSI2d8-v_GHR90-Lx3MlHlOpqEf8EJ4RZ4ipybXDjr3Pjzbpl3a94pnSIcutls5yUj6Uga1l86LddrJbxzJ7J0a7X5zKBXL0njk/s762/copertina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="762" data-original-width="500" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1v7GzIYjzu8Wr_sD41cataN9K3887eNrRcqh4x9k3D6OfSFmO7A0IXi4oke-sp2ARPwXsUWmNa1OfoR0YCIU7riwXvSI2d8-v_GHR90-Lx3MlHlOpqEf8EJ4RZ4ipybXDjr3Pjzbpl3a94pnSIcutls5yUj6Uga1l86LddrJbxzJ7J0a7X5zKBXL0njk/w263-h400/copertina.jpg" width="263" /></a></span></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La prima pietra della nuova
cattedrale fu posata nel 1296 su progetto di <b>Arnolfo di Cambio. <o:p></o:p></b></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Nel 1367 si decise di adottare
<b>il progetto di Neri di Fioravanti per la cupola di Santa Maria del Fiore. </b>Mai
nessuna cupola di quelle dimensioni era stata progettata prima di allora.<o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">
</span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il progetto rimase tale fino a
quando <b>nel 1418 venne indetto un nuovo concorso per la sua realizzazione.</b> <b>Il modello di Neri di Fioravanti rimaneva indiscusso, ma doveva
essere risolta la sua esecuzione.</b> Diversi erano i dubbi da sciogliere come
l’utilizzo di strutture provvisorie in legno, capaci di sostenere l’opera
muraria durante la sua costruzione, e il sistema con cui trasportare i pesanti
blocchi di marmo e di arenaria alla notevole altezza richiesta.</span><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;"><b>Due furono i progetti
finalisti quello del Filippo Brunelleschi e quello di Lorenzo Ghiberti.</b> Dopo
quasi vent’anni dall’assegnazione della commessa per le porte del Battistero,
la storia si ripeteva. Brunelleschi e Ghiberti erano <b>nuovamente uno di
fronte all’altro. Questa volta però Brunelleschi non avrebbe fatto un passo
indietro</b> e avrebbe trovato col tempo il modo di estromettere di fatto il
suo storico rivale.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">In questo volume si analizzano
nel dettaglio gli elementi architettonici e le problematiche affrontate da
Brunelleschi, ma non ci si limita alla sola esposizione tecnica del progetto e
della sua esecuzione.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Punto di forza di questo
valido saggio è, a mio avviso, il fatto che <b>la costruzione della cupola sia posta
al centro di un racconto più ampio </b>che non tralascia nessun particolare che
la riguardi. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">Il lettore è affascinato dalle
soluzioni trovate dal Brunelleschi per innalzare la cupola, ma resta
altrettanto coinvolto e conquistato dagli <b>elementi biografici che riguardano
il suo architetto e dalla storia di Firenze, all’epoca uno dei centri più
prosperi d’Europa</b>. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La storia della cupola è fatta
anche di rivalità, di intrighi e gelosie tra artisti, di maestranze i cui nomi
non sono a noi giunti, di guerre e di pestilenze.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: arial;"><b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">Singolare fu la capacità di
Brunelleschi nel creare e costruire macchinari</span></b><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;">
straordinari, frutto del suo ingegno. Spesso si pensa a Brunelleschi solo
come all’architetto della cupola, pochi conoscono questo suo aspetto, passatemi
il termine, <i>leonardesco </i>di inventore di macchinari. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La realizzazione della cupola
della cattedrale, che mai fu eguagliarla per larghezza e altezza fino al XX
secolo, grazie alla possibilità di utilizzare più moderni materiali, dovette
moltissimo all’orgoglio di Brunelleschi ma anche a quello dei suoi
concittadini. </span></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La costruzione di <b>una cattedrale che doveva essere eretta con
la più grande magnificenza, </b>che doveva essere il tempio più bello di tutta
la Toscana fu infatti dettata fin dall’inizio più dall’orgoglio cittadino che
dalla fede religiosa. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><span style="font-family: arial;">La cupola di Brunelleschi con
il suo profilo ogivale, <b>prodigioso frutto della mente di un uomo
straordinario, domina Firenze</b>, una vista miracolosa da qualunque punto la
si osservi, orgoglio e vanto dei fiorentini di oggi come lo fu di quelli del
passato.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"><br /></span></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"><br /></span></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-size: 13.5pt; line-height: 107%;"><o:p><span style="font-family: arial;"> </span></o:p></span></p>Elisahttp://www.blogger.com/profile/00924854815993532091noreply@blogger.com0