FIORI SOPRA L’INFERNO
di Ilaria Tuti
LONGANESI
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Ilaria Tuti è friulana, vive in provincia di Udine e “Fiori sopra l’inferno”
è il suo romanzo d’esordio.
Il racconto è ambientato tra le sue
montagne e anche se i nomi dei luoghi sono di fantasia, le descrizioni delle
vette, dell’orrido, del villaggio sono tutti ispirati alla realtà.
Protagonista di “Fiori sopra
l’inferno” è il commissario Teresa Battaglia una donna forte, ostinata e
battagliera.
Una donna ruvida all’apparenza, ma che nasconde in verità un lato molto
materno e protettivo, aspetto del suo carattere che si manifesta spesso verso
gli uomini della sua squadra i quali a loro volta sono molto legati a lei.
Nei pressi del villaggio di Travenì
viene rinvenuto il cadavere di un uomo. Il corpo nudo si presenta intatto, solo
il volto reca i segni di un attacco violento.
Intorno al cadavere sono state disposte diverse trappole rudimentali per
tenere lontani gli animali, è dunque chiara la volontà dell’assassino di far ritrovare intatto il corpo della vittima.
Inizia così una corsa contro il tempo. Il
commissario Battaglia, dopo anni di esperienza, comprende immediatamente che
questo caso non resterà isolato: tutto fa supporre che ci sia la mano di un assassino
seriale.
Condurre indagini in un piccolo paese, dove la comunità per un sbagliato senso
di apparenza ne impedisce il regolare svolgimento, non è semplice.
Il clima in cui il commissario e i
suoi uomini si devono muovere è un clima fatto di verità nascoste e di parole
non dette.
Non sarà facile risolvere il caso e ancora meno semplice sarà riuscire a
risalire all’elemento originale che unisce le vicende del passato all’efferato
delitto del presente.
Le prime pagine del romanzo sono
ambientate in Austria nel 1978 e raccontano di un luogo sinistro nel quale vengono
eseguiti esperimenti su alcuni neonati.
I fatti narrati nel romanzo si rifanno ad uno studio che fu veramente
condotto negli anni 1945/46 da René Spitz, uno
studio molto discutibile nel quale furono presi in esame 91 bambini residenti
in un orfanotrofio.
La finalità dello studio era quella
di scoprire gli effetti della deprivazione affettiva sui neonati.
Ilaria Tuti è brava a catturare l’attenzione del lettore sin dalle prime
pagine. La suspense cresce riga dopo
riga, creando un clima di tensione e inquietudine che incuriosisce il lettore e
lo tiene col fiato sospeso fin dal primo capitolo.
La scrittura è fluida, veloce e il romanzo si legge tutto d’un fiato. La
narrazione è scorrevole e la storia è ben costruita.
La soluzione del caso è sotto gli occhi del lettore fin dall’inizio ed il
finale non presenta grossi colpi di scena.
Questo potrebbe sembrare un punto debole del romanzo ed in effetti lo sarebbe
per qualunque thriller, ma non per “Fiori sopra l’inferno”.
Il punto forte del romanzo, a mio avviso,
è proprio questo: nonostante la soluzione del caso sia alla portata del lettore,
questo non lo scoraggia dalla lettura, ma anzi lo invoglia a proseguirla per comprendere
le ragioni del mostro.
La soluzione del caso non consiste tanto
nel capire chi abbia commesso gli efferati attacchi, ma piuttosto quale sia la
logica che spinge il mostro a colpire.
Il lettore sviluppa da subito una forte empatia nei confronti del
commissario Battaglia e viene da lei trascinato nell’indagine, egli si sente
partecipe della storia.
Ilaria Tuti ha dato vita ad un
personaggio, quello dello del commissario Battaglia, che entra immediatamente
nel cuore del lettore.
Il commissario è una donna che sprigiona energia ed è in grado di
trasmettere forza a chiunque lei stia accanto, eppure è una donna che porta
nell’anima le ferite di un passato che l’hanno profondamente segnata.
Ha un carattere forte e non vuole assolutamente mostrare le proprie umane
debolezze, così preferisce nascondere le proprie fragilità e le proprie paure anche
a costo di allontanare gli altri da sé. Nulla la ferma: né il diabete né i
sintomi di un Alzheimer precoce.
Un altro personaggio davvero
affascinante è quello dell’ispettore Massimo Marini con il quale il commissario
ha continui scontri.
Il loro rapporto è piuttosto burrascoso e conflittuale all’inizio: infatti mentre
l’ispettore Marini è spiazzato dall’energica personalità del commissario e non
sa come fare per entrare nelle sue grazie, il commissario Battaglia da parte
sua ha bisogno dei propri tempi per comprendere la personalità del nuovo
arrivato e capire se sia davvero degno della sua stima e della sua fiducia.
Riusciranno i due a trovare un
equilibrio? E come procederà la lotta del commissario Battaglia contro la
malattia?
Insomma come avrete capito tutto fa ben sperare che “Fiori sopra l’inferno”
sia solo il primo episodio di quella che si potrebbe rivelare una fortunata
serie di romanzi.
Mi permetto quindi di lanciare un messaggio all’autrice: noi lettori attendiamo la
prossima puntata…