CAFFE’ BABILONIA
di Marsha
Mehran
BEAT
Edizione
originale Neri Pozza
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“Caffè
Babilonia” (titolo originale “Pomegranate Soup”) è la storia di tre ragazze
persiane: Marjan, Bahar e Layla che,
fuggite dalla repressione politica in Iran all’inizio della rivoluzione
khomeinista, riescono a raggiungere, grazie all’aiuto di alcune associazioni
umanitarie, l’Inghilterra.
Dopo
i primi anni trascorsi a Londra, decidono per motivi che verranno poi svelati
nel corso del racconto, di trasferirsi a
Ballinacroagh.
Qui,
in questo piccolo villaggio dell’Irlanda occidentale, con il suo paesaggio da
cartolina, dove i turisti vengono per onorare San Patrizio, le sorelle Aminpour
possono finalmente lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare a vivere.
Inevitabilmente,
in un villaggio dove i giorni scorrono sempre uguali, pigri e lenti, dove tutti
si conoscono l’arrivo delle tre ragazze
iraniane getta lo scompiglio nelle vite tranquille degli abitanti.
Le
sorelle Aminpour prendono in affitto da Estelle Delmonico, la vedova di un
pasticciere e fornaio italiano, il vecchio negozio del marito per aprire un locale tutto loro: il Caffè
Babilona. Le ragazze ignorano però che proprio sullo stesso negozio aveva già
messo gli occhi, ormai da anni, Thomas
McGuire il boss del villaggio nonché proprietario di diversi pub della
zona, un uomo dispotico e violento.
A
complicare ulteriormente la situazione sarà poi la storia d’amore che nascerà tra la più giovane delle sorelle,
l’affascinante Layla ed il sensibile Malachy McGuire, figlio proprio del
loro peggiore nemico.
Marjan aveva un effetto magico sia
sugli uomini che sulle donne in un modo più pratico, ma non meno affascinante.
Con le sue ricette spingeva le persone verso imprese che prima parevano
impossibili: bastava un assaggio delle sue pietanze e la gente cominciava non solo
a sognare, ma a prendere in considerazione la possibilità di agire.
Ogni capitolo del libro è introdotto da
una ricetta poi preparata nel corso
del capitolo stesso; ogni piatto è lo spunto per ricordare momenti dolorosi,
per esprimere speranza per il futuro, per suggerire rimedi per il cuore e per
la mente o a volte più semplicemente per curare piccoli disturbi come
l’emicrania.
I profumi orientali delle spezie: della
curcuma, dello zafferano e del cumino, solo per citarne alcune, si sprigionano
dalle pagine del libro
accompagnandovi nella lettura e instillando in voi pagina dopo pagina il
desiderio di provare a cucinare ogni singola ricetta.
Il
romanzo di Marsha Mehran che ricorda per alcuni aspetti della trama un altro
romanzo ovvero “Chocolat” di Joanne Harris, è un libro che affronta anche tematiche importanti quali l’integrazione razziale
ed i conflitti politico-religiosi, senza tralasciare però di porre
l’accento sui veri valori della vita ovvero l’amore, l’amicizia e la
solidarietà.
La scrittrice ha tratteggiato perfettamente il carattere di tutti i personaggi che ruotano intorno alle tre protagoniste, accennando anche per la maggior parte di essi al loro “vissuto” prima di entrare a fare parte della nostra storia.
Marsha
Mehran è stata davvero abile a
ricostruire un affresco corale di una tipica società di paese, chiusa e
sospettosa, in grado però al momento giusto di trovare la giusta determinazione
e la forza per aprirsi al mondo ed alle novità.
“Caffè
Babilonia” è una lettura scorrevole, semplice e piacevole. Credo però che la
vera forza di questo romanzo stia principalmente nella capacità della Mehran di affrontare tutti gli argomenti,
anche quelli più cruenti quali gli orrori della guerra, in modo aggraziato,
senza mai indulgere nella descrizione
della violenza più di quanto sia necessario al lettore per comprendere la
reale drammaticità della situazione.
In
un mondo dove ogni giorno ci vengono continuamente imposti racconti di
brutalità e violenza non solo dalle tv, ma spesso purtroppo anche dalla stessa
letteratura, è davvero apprezzabile la scelta di Marsha Mehran di dare al suo
romanzo un taglio così delicato.