FRANKENSTEIN
di Mary Shelley
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Mary,
nata Wollstonecraft Godwin, era figlia
del filosofo e politico William Godwin e di Mary Wollstonecraft, filosofa e
scrittrice considerata oggi la fondatrice del movimento femminista.
Poiché
la madre muore di parto pochi giorni dopo averla data alla luce, Mary Shelley
viene allevata dal padre in modo molto informale. Incoraggiata a partecipare
alle riunioni tenute da questi su argomenti politici, filosofici e letterari,
sviluppa ben presto uno spirito
indipendente e moderno.
Nel
1814 conosce e si innamora del poeta
romantico Percy Bysshe Shelley, discepolo del padre. Nonostante Shelley
fosse già sposato con Harriet Westbrook, Mary decide ugualmente di fuggire con
lui.
Dopo
il suicidio della moglie del poeta, nel 1816 Mary e Shelley regolarizzano la
loro situazione e si sposano. Dalla loro unione nascono diversi figli ma solo
uno, Percy Florence, sopravvivrà ai genitori.
“Frankenstein”
risente molto dei lutti che avevano colpito Mary Shelley durante la sua vita: i
figli, la madre, la prima moglie del marito.
L’idea di “Frankenstein” nasce per
caso. Nel 1817 durante il soggiorno
della coppia a Ginevra, Mary e Shelley si riuniscono con due amici il medico
John Polidori e Lord Byron. Tra loro viene lanciata la sfida su chi riuscirà a
scrivere il migliore racconto dell’orrore.
Frankenstein è uno dei personaggi
fantastici più conosciuti al mondo.
Chiunque nella sua vita ha visto almeno un film che abbia come protagonista
questa creatura o faccia riferimento alla sua immagine mostruosa. Non tutti
però sanno che “Frankenstein” è un
romanzo avvincente la cui storia nel corso degli anni, a seguito dei vari
adattamenti televisivi e cinematografici, ha perso le sue originali
caratteristiche.
Molti
per esempio ignorano che nel romanzo la Creatura non ha nome e che Victor Frankestein in
realtà è il nome dello scienziato che ha creato il mostro.
Il romanzo inizia con le lettere che Robert Walton, un giovane esploratore, scrive alla sorella raccontando le
impressioni e le aspettative sul viaggio che ha intrapreso per mare. Giunto al
polo la sua nave resta incagliata tra i ghiacci e qui presta soccorso ad un
uomo, il dottor Victor Frankenstein.
Questi,
spaventato dall’ossessione di Robert Walton di voler raggiungere ad ogni costo
i propri obiettivi, decide di raccontargli la sua storia per metterlo in
guardia dai pericoli che si corrono quando si diventa schiavi di una sfrenata
ambizione.
Victor
Frankenstein racconta della sua infanzia e della sua adolescenza, della sua
famiglia e dei suoi studi. Racconta
della sua ossessione per la creazione e di come abbia dato vita al “mostro” che
l’ha perseguitato per tutta la vita, togliendogli uno ad uno tutti gli affetti
più cari.
La
trama del libro è suggestiva e affascinante. Spesso assistiamo ad un racconto nel racconto, ma la lettura resta
sempre agile e scorrevole. Sembra quasi, passatemi l’espressione, un
sistema di scatole cinesi: le lettere di Robert Walton fanno da cornice alla
storia che Victor Frankenstein racconta in prima persona, ma ad un certo punto
è la Creatura
stessa a prendere la parola e a narrare le sue esperienze di vita,
raccontandoci anche la storia della famiglia francese che ha conosciuto e alla
quale si è affezionata, storia che non ha nulla a che vedere comunque con il
racconto principale del romanzo.
Spesso
nella critica moderna si è voluto dare una connotazione scientifica e di
condanna morale alla ricerca estrema, ma il
romanzo di Mary Shelley è semplicemente un romanzo che indaga le passioni
umane: la solitudine, la paura del diverso, il desiderio di essere amati e
accettati dagli altri, la voglia di far parte della società.
“Frankenstein”
è un romanzo romantico che presenta
elementi gotici. Numerose sono le citazioni di versi di P.B. Shelley,
William Wordsworth, Samuel Taylor Coleridge.
E’
evidente inoltre che Mary Shelley abbia letto i romanzi gotici della Radcliffe,
di Matthew Gregory Lewis, di William Beckford e da questi sia stata influenzata
traendone ispirazione.
“Frankenstein” è il moderno Prometeo, come recita il titolo originale dello stesso romanzo
(Frankenstein, or the modern Prometheus).
Il
mito di Prometeo, colui che rubò il fuoco per donarlo agli uomini suscitando
così l’ira di Zeus, era un tema caro alla letteratura romantica.
Lo
stesso P.B. Shelley scrisse un dramma lirico in versi su questo eroe ribelle ed
indomito. Ma mentre il “Prometeo liberato” (Prometheus Unbound) di P.B. Shelley
è un eroe positivo che porta il bene e l’amore tra gli uomini, il Prometeo di
Mary Shelley porta solo odio e violenza.
Quando
la Creatura
racconta della sua solitudine, di come sola osservi di nascosto la vita degli
altri, impossibilitata a partecipare alla loro felicità “che io non ero fatto per godere
del piacere”, viene spontaneo richiamare alla mente alcuni versi del
Leopardi in cui egli esprime tutta la sua lacerazione per non poter partecipare
alle gioie della vita, dell’amore e della gioventù che a lui solo sono
precluse.
La
trasposizione cinematografica del 1994, diretta da Kennet Branagh in cui Robert
De Niro recita nel ruolo della Creatura, si avvicina forse più di altre alla
storia originale, ma anche’essa presenta sempre moltissime differenze più o
meno evidenti con il testo originale di Mary Shelley.
Mi
sono avvicinata alla lettura del libro in maniera piuttosto scettica poiché, lo
ammetto, non sono una particolare estimatrice dell’immagine “popolare” di
Frankenstein.
Il
romanzo invece si è rivelato una piacevolissima sorpresa, “Frankenstein” di
Mary Shelley è un classico tutto da riscoprire, assolutamente da leggere.
Bellissima recensione! Ho letto con molto piacere il libro, sebbene ne abbia tratto una grande malinconia, perché è impossibile non interrogarsi sui grandi temi che la Shelley porta alla luce e che hai ben riassunto sottolineando che, nonostante la "mostruosità" della Creatura, si tratta di passioni umane e condivise. Azzeccatissimo il riferimento a Leopardi: non ci avevo mai pensato ma, in fin dei conti, è proprio un parallelo calzante!
RispondiEliminaE' vero il libro è triste, ma davvero bellissimo! Completamente diverso dalle mie aspettative.
EliminaUna bella sorpresa davvero.