I figli di Ragnavald e
di Harald, così come la figlia di Svanhild, sono ormai cresciuti e pronti a conquistarsi
il loro spazio sulla scena di questo terzo e conclusivo romanzo della saga
nata dalla penna di Linnea Hartsuyker e liberamente ispirata alle storie narrate
nell’Heimstringla, opera del XIII secolo di Snorri Sturluson.
L’autrice per quest’ultimo
capitolo ha tratto inoltre informazioni anche dalla Orkneyinga, una
storia degli jarl delle Orcadi scritta anch’essa nel XIII secolo.
Freydis, la figlia di Svanhild
e di Solvi, ha appena quattordici anni quando viene rapita da Hallbjorn
Olafsson, il figlio di Vigdis e Olaf, il patrigno di Ragnavald.
Hallbjorn vede nell’unione
con Freydis una valida possibilità di ritagliarsi un ruolo di primo piano alla corte di re Harald. La figlia di Svanhild, infatti, non è solo la nipote di Ragnavald il Possente, amico e consigliere del re, ma anche figliastra dello stesso Harald.
Con l’astuzia Freydis riesce
a convincere il suo rapitore a condurla in Islanda da Solvi, il padre che non
ha mai conosciuto,
dove riesce a trovare un porto sicuro almeno momentaneamente dalle mire di
Hallbjorn.
Svanhild, venuta a
conoscenza del rapimento della figlia, si precipita in suo soccorso e, seguendo le sue
tracce, giunge fino in Islanda dove dopo più dieci anni si trova faccia a
faccia con Solvi, l’unico uomo che abbia mai veramente amato.
Svanhild è ora una
donna libera; Harald,
infatti, per questioni di trono e per liberare alcuni dei suoi figli catturati
dai predoni e tenuti da questi in ostaggio, è stato costretto a divorziare
da tutte le sue mogli e sposare Ranka, la figlia di Erik, re dello Jutland.
Mentre i numerosissimi
figli di Harald si fanno la guerra tra loro e uno di questi, Halfdan,
arriva addirittura ad ordire congiure per assassinare il suo stesso padre, Ragnavald
è costretto a guardarsi le spalle dai nemici che fanno di tutto per metterlo in
cattiva luce dinnanzi al suo re.
Ragnavald è preoccupato
inoltre per i propri figli; il giovane Rolli è stato infatti dichiarato
fuorilegge per aver assassinato il figlio di Aldi, un assassinio avvenuto per
errore, ma Aldi si è dimostrato irremovibile nel pretendere giustizia.
A impensierire
Ragnavald c’è poi il diritto di successione di Ivar ed Einar, nonostante
Einar sia il maggiore, spetterà ad Ivar ereditare il titolo in quanto figlio della
legittima moglie Hilda. I fratelli sono molto legati e non sembra esserci alcun
malanimo tra i due, ma Ragnavald non riesce a restare tranquillo, troppe volte
nella vita ha visto dei fratelli scagliarsi l’uno contro l’altro per conquistarsi il diritto a governare sulle terre dei padri.
La trama di questo ultimo
capitolo della saga è decisamente quella più articolata e complessa dell’intera
trilogia, i personaggi sono numerosissimi e le vicende davvero molto intricate.
La lettura delle prime
pagine risulta piuttosto difficile proprio per la quantità di nomi riportati
sulla scena; fortunatamente in fondo al volume si trova un’appendice dedicata ai
luoghi e ai personaggi.
Bisogna però precisare che
il secondo volume è stato pubblicato due orsono e quindi il lettore ha
bisogno di qualche minuto in più per riuscire nuovamente a calarsi appieno nella
storia.
Il consiglio è quindi
di leggere, se possibile, l’intera saga in tempi il più ravvicinati possibile
così da poterla apprezzare al meglio.
Ragnavald, Harald e Svanhild
restano fedeli a se stessi, il lettore non avverte mutamenti nella loro psicologia
rispetto al secondo volume “La regina del mare”.
Colui che più di tutti
è cambiato invece è Solvi, da tutti ricordato come il predone del mare, il terribile
nemico di Ragnavald, ferito nel corpo e nell’orgoglio si è richiuso in se
stesso, ha abbandonato il mare e ora pensa solo a mandare avanti la fattoria in
Islanda, l’eredità di Svanhild.
Eppure, anche in questo
sua nuova versione ridimensionate e decisamente più umana, Solvi resta il mio
personaggio preferito, dimostrando una forza di carattere non comune anche
nella sconfitta e nell’accettazione di un sé diverso.
Freydis è molto differente
dalla madre ma non per questo è una donna meno forte e determinata, per
certi versi nel suo sentire è molto più vicina al padre Solvi.
Sulla scena fanno poi
il loro ingresso i figli di Ragnavald ognuno con le proprie caratteristiche; Rolli
mi ha ricordato un po’ il Samwell Tarly de “Il trono di spade”, come lui
impacciato all’inizio ma alla fine sa trovare coraggio e forza sufficienti per
dimostrare a tutti il suo valore e trovare la propria strada.
Il rapporto fatto di
complicità, affetto e devozione che lega Ivar ed Einar credo possa trovare
corrispondenza solo tra gli eroi omerici dell’Iliade, la loro storia non può
che commuovere profondamente il lettore.
Il terzo volume della
saga di Viking conferma e forse addirittura supera le aspettative del lettore.
Viking è una saga dalla
storia coinvolgente e appassionante; intrighi, passione, tradimenti,
sete di vendetta, romanticismo, avventura, violenza, amicizia, sono tantissimi
gli elementi che la contraddistinguono.
Sulla copertina di quest’ultimo volume è scritto: "Per gli appassionati di Game of Thrones”. Non sono completamente d’accordo con questa affermazione, vero che chi ha amato “Il trono di spade” apprezzerà senza dubbio questa trilogia, ma Viking è davvero molto, molto di più.
Viking è una saga antica, un racconto epico dove fantasia e verità storica si compenetrano alla perfezione.
Grazie alla penna di Linnea
Hartsuyker l’epopea delle saghe scandinave è tornata in vita e ha potuto
raggiungere tutti noi.
Trilogia assolutamente
consigliata.
Qui
di seguito vi lascio i link dei post dedicati ai primi due capitoli