venerdì 18 dicembre 2020

“Almanacco Zen. 365 giorni in armonia” a cura di Marina Panatero e Tea Pecunia

Che cos’è lo Zen? Iniziamo subito col dire che lo Zen non è né una filosofia né tanto meno una religione, ma piuttosto un insegnamento il cui scopo è portare all’illuminazione, al risveglio.

La parola cinese ch’an, derivante dalla trascrizione fonetica del vocabolo che significa “meditazione” in sanscrito e in pali, diventa Zen in giapponese.

Il buddhismo infatti nacque in India; lo Zen, come scuola buddhista, nacque invece in Cina per poi in seguito svilupparsi in Giappone.

Lo Zen è quindi un modus vivendi attraverso il quale entrare in contatto con noi stessi, con la natura e con l’universo.

La meditazione può diventare per noi, sottoposti ogni giorno a ritmi frenetici e a forte stress, un valido aiuto per superare la tensione quotidiana e un invito a cercare di prendere le cose con più leggerezza.

Attenzione, però, “Lasciare andare” e “vivere qui e ora” non devono essere intesi come un incitamento a divenire menefreghisti e insensibili, ma piuttosto un’esortazione ad accettare l’idea che ci sono cose che non possono essere cambiate e pertanto è inutile rimanere aggrappati a situazioni nocive o rimuginare costantemente su di esse.

La sofferenza nasce infatti dallo scarto esistente tra la realtà delle cose e il modo in cui noi le vediamo e viviamo; la meditazione si propone come un valido aiuto a superare e colmare questo scarto che ci provoca afflizione.

Nello Zen gli insegnamenti non avvengono attraverso la comunicazione scritta o verbale, ma piuttosto attraverso una fusione tra maestro e discepolo, una trasmissione da cuore a cuore.

Il discepolo deve usare la propria intuizione per raggiungere l’illuminazione che può avvenire in ogni momento o purtroppo potrebbe anche non avvenire mai; dall’altra parte i maestri hanno ognuno una propria tecnica per stimolare i discepoli che, in alcuni casi, come ad esempio nel caso del maestro Huang-Po Hsi-Yüan, prevedeva addirittura le bastonate.

Ai giorni nostri è giunto comunque un corpus di opere piuttosto consistente dei Maestri e “Almanacco Zen. 365 giorni in armonia” vuole appunto riproporci, una al giorno per 365 giorni, una perla della loro saggezza.

Il libro si presenta come una raccolta di parole dei Maestri e di detti popolari tratti per la maggior parte dalla Zenrin Segoshu, Antologia dei detti popolari Zen, usata nei monasteri della scuola Rinzai.

Il volume, a cura di Marina Panatero e Tea Pecunia, presenta un’approfondita introduzione nella quale viene spiegato, raccontandone anche a brevi linee lo sviluppo, cosa sia l’insegnamento Zen. Viene inoltre presentata una brevissima storia del buddhismo e del Buddha, colui che ha preso coscienza.

Al termine del volume invece ritroviamo alcune pagine dedicate ai più noti Maestri con interessanti aneddoti sulle loro vite oltre all’esposizione di una breve ma esauriente sintesi dei loro insegnamenti.

La meditazione non è semplice, ci vuole pazienza è non è affatto facile riuscire a non scoraggiarsi quando inevitabilmente ai primi tentativi risulta impossibile focalizzare immagini, profumi, colori e così via spegnendo i propri pensieri.

La meditazione però può essere di diversi tipi non necessariamente quella a cui tutti noi siamo portati a pensare ossia quella che si esegue assumendo la classica posizione del fiore di loto.

Accanto alla meditazione formale, infatti, ne esiste anche un’altra, la cosiddetta meditazione informale che può essere praticata nei modi e nei  tempi più diversi, in mezzo alla folla così come nel silenzio più totale, per un minuto così come per un’ora intera.

Ecco, “Almanacco Zen. 365 giorni in armonia” può essere un ottimo spunto per avvicinarsi alla meditazione senza ulteriore ansia e senza stress, leggendo solo qualche riga al giorno, poche parole illuminanti in grado però di regalarci attimi di gioia e serenità.

 

Il tuo respiro è il vento,

la tua mente è il cielo aperto,

i tuoi occhi il sole,

oceani e monti

sono il tuo intero corpo

Detto Zen

(1° gennaio)





2 commenti:

  1. Elisa, secondo me, dovresti prendere in considerazione il Giappone per un tuo prossimo viaggio.

    Anche se non ne sei, poi, così attratta, negli ultimi tempi ti stai interessando molto a pratiche e culture che sono vicinissime al o fanno parte del Giappone.

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    1. Mi sa che tu abbia ragione, ultimamente lo sto rivalutando parecchio! Mi rendo conto che anche quando leggo libri o vedo film nei quali viene menzionata la cultura giapponese ne vengo subito attratta, cosa che non mi capitava prima.

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