sabato 26 dicembre 2020

“Viking – Il regno del lupo” di Linnea Hartsuyker

I figli di Ragnavald e di Harald, così come la figlia di Svanhild, sono ormai cresciuti e pronti a conquistarsi il loro spazio sulla scena di questo terzo e conclusivo romanzo della saga nata dalla penna di Linnea Hartsuyker e liberamente ispirata alle storie narrate nell’Heimstringla, opera del XIII secolo di Snorri Sturluson.

L’autrice per quest’ultimo capitolo ha tratto inoltre informazioni anche dalla Orkneyinga, una storia degli jarl delle Orcadi scritta anch’essa nel XIII secolo.

Freydis, la figlia di Svanhild e di Solvi, ha appena quattordici anni quando viene rapita da Hallbjorn Olafsson, il figlio di Vigdis e Olaf, il patrigno di Ragnavald.

Hallbjorn vede nell’unione con Freydis una valida possibilità di ritagliarsi un ruolo di primo piano alla corte di re Harald. La figlia di Svanhild, infatti, non è solo la nipote di Ragnavald il Possente, amico e consigliere del re, ma anche figliastra dello stesso Harald.

Con l’astuzia Freydis riesce a convincere il suo rapitore a condurla in Islanda da Solvi, il padre che non ha mai conosciuto, dove riesce a trovare un porto sicuro almeno momentaneamente dalle mire di Hallbjorn.

Svanhild, venuta a conoscenza del rapimento della figlia, si precipita in suo soccorso e, seguendo le sue tracce, giunge fino in Islanda dove dopo più dieci anni si trova faccia a faccia con Solvi, l’unico uomo che abbia mai veramente amato.

Svanhild è ora una donna libera; Harald, infatti, per questioni di trono e per liberare alcuni dei suoi figli catturati dai predoni e tenuti da questi in ostaggio, è stato costretto a divorziare da tutte le sue mogli e sposare Ranka, la figlia di Erik, re dello Jutland.

Mentre i numerosissimi figli di Harald si fanno la guerra tra loro e uno di questi, Halfdan, arriva addirittura ad ordire congiure per assassinare il suo stesso padre, Ragnavald è costretto a guardarsi le spalle dai nemici che fanno di tutto per metterlo in cattiva luce dinnanzi al suo re.

Ragnavald è preoccupato inoltre per i propri figli; il giovane Rolli è stato infatti dichiarato fuorilegge per aver assassinato il figlio di Aldi, un assassinio avvenuto per errore, ma Aldi si è dimostrato irremovibile nel pretendere giustizia.

A impensierire Ragnavald c’è poi il diritto di successione di Ivar ed Einar, nonostante Einar sia il maggiore, spetterà ad Ivar ereditare il titolo in quanto figlio della legittima moglie Hilda. I fratelli sono molto legati e non sembra esserci alcun malanimo tra i due, ma Ragnavald non riesce a restare tranquillo, troppe volte nella vita ha visto dei fratelli scagliarsi l’uno contro l’altro per conquistarsi il diritto a governare sulle terre dei padri.

La trama di questo ultimo capitolo della saga è decisamente quella più articolata e complessa dell’intera trilogia, i personaggi sono numerosissimi e le vicende davvero molto intricate.

La lettura delle prime pagine risulta piuttosto difficile proprio per la quantità di nomi riportati sulla scena; fortunatamente in fondo al volume si trova un’appendice dedicata ai luoghi e ai personaggi.

Bisogna però precisare che il secondo volume è stato pubblicato due orsono e quindi il lettore ha bisogno di qualche minuto in più per riuscire nuovamente a calarsi appieno  nella storia.

Il consiglio è quindi di leggere, se possibile, l’intera saga in tempi il più ravvicinati possibile così da poterla apprezzare al meglio.

Ragnavald, Harald e Svanhild restano fedeli a se stessi, il lettore non avverte mutamenti nella loro psicologia rispetto al secondo volume “La regina del mare”.

Colui che più di tutti è cambiato invece è Solvi, da tutti ricordato come il predone del mare, il terribile nemico di Ragnavald, ferito nel corpo e nell’orgoglio si è richiuso in se stesso, ha abbandonato il mare e ora pensa solo a mandare avanti la fattoria in Islanda, l’eredità di Svanhild.

Eppure, anche in questo sua nuova versione ridimensionate e decisamente più umana, Solvi resta il mio personaggio preferito, dimostrando una forza di carattere non comune anche nella sconfitta e nell’accettazione di un sé diverso.

Freydis è molto differente dalla madre ma non per questo è una donna meno forte e determinata, per certi versi nel suo sentire è molto più vicina al padre Solvi.

Sulla scena fanno poi il loro ingresso i figli di Ragnavald ognuno con le proprie caratteristiche; Rolli mi ha ricordato un po’ il Samwell Tarly de “Il trono di spade”, come lui impacciato all’inizio ma alla fine sa trovare coraggio e forza sufficienti per dimostrare a tutti il suo valore e trovare la propria strada.

Il rapporto fatto di complicità, affetto e devozione che lega Ivar ed Einar credo possa trovare corrispondenza solo tra gli eroi omerici dell’Iliade, la loro storia non può che commuovere profondamente il lettore.

Il terzo volume della saga di Viking conferma e forse addirittura supera le aspettative del lettore.

Viking è una saga dalla storia coinvolgente e appassionante; intrighi, passione, tradimenti, sete di vendetta, romanticismo, avventura, violenza, amicizia, sono tantissimi gli elementi che la contraddistinguono.

Sulla copertina di quest’ultimo volume è scritto: "Per gli appassionati di Game of Thrones”. Non sono completamente d’accordo con questa affermazione, vero che chi ha amato “Il trono di spade” apprezzerà senza dubbio questa trilogia, ma Viking è davvero molto, molto di più.

Viking è una saga antica, un racconto epico dove fantasia e verità storica si compenetrano alla perfezione.

Grazie alla penna di Linnea Hartsuyker l’epopea delle saghe scandinave è tornata in vita e ha potuto raggiungere tutti noi.

Trilogia assolutamente consigliata.

 

Qui di seguito vi lascio i link dei post dedicati ai primi due capitoli

Le ossa di Ardal

Laregina del mare

 


2 commenti:

  1. I Vichinghi...! Non hai idea di quanto abbia sentito parlare di Q U E S T I S C O N O S C I U T I da quando vivo all'estero. In Inghilterra, ma soprattutto in Irlanda spuntano fuori da ogni dove. Si può dire che abbiano costruito le fondamenta dell'Irlanda che conosciamo oggi.

    Il primo post sul mio blog è dedicato a una mostra sui Vichinghi che visitai a Edimburgo.

    Questa saga sembra molto interessante. Certo, ogni volta che scoprop qualche nuovo libro di narrativa su i Vichingi, non posso che crucciarmi che quasi nessuno abbia scritto dei Longobardi. Immagino sia dovuto al fatto che abbiano invaso l'Italia in un periodo storico di cui si sa decisamente meno che di altri, apparentemente più accattivanti.

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    1. Non ho mai avuto una passione per la loro storia. Sono sempre rimasta piuttosto indifferente e devo dire che quei pochi libri che avevo letto non mi avevano mai entusiasmata.

      Questa trilogia però ammetto che è diversa, è scritta bene, molto scorrevole nonostante una miriade di nomi e personaggi!

      Hai ragione, sai che non ci avevo mai pensato. Non ricordo di aver mai visto un libro di narrativa sui Longobardi. Va bene il periodo storico, ma resta comunque davvero strano che non sia venuto in mente a nessuno.

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