Primo capitolo della
saga di The Witcher, in realtà terzo
libro in ordine di lettura, “Il Sangue degli Elfi” racconta quanto accaduto
dopo il massacro di Cintra e la successiva vittoriosa battaglia di Sodden
contro gli invasori nilfgaardiani.
I due volumi precedenti (“Il guardiano degli innocenti” e “La spada del destino”) sono infatti una
raccolta di racconti dedicati agli avvenimenti occorsi fino alla battaglia di
Sodden e al trattato firmato dai regni settentrionali con Nilfgaard, una
tregua fragile che costringe, almeno per il momento, i nilfgaardiani a non
oltrepassare il confine dello Jaruga.
Geralt di Rivia, il Lupo Bianco, ha finalmente incontrato
il suo destino, la sua bambina sorpresa, Cirilla la principessa di Cintra.
Ciri, dopo la morte della nonna, la regina Calanthe, avvenuta
durante il massacro di Cintra, è
riuscita miracolosamente a mettersi in salvo e a sfuggire al terrificartene nero cavaliere di
Nilfgaard che le dava la caccia.
Ora la bambina è con
Geralt, lo strigo a cui era destinata fin da prima della sua nascita.
Geralt ha tutte le intenzione
di difendere la sua protetta e per questo la
conduce a Kaer Morhen, la dimora degli strighi, il luogo dove questi vengono
addestrati.
Ciri vorrebbe ella
stessa diventare uno strigo, il primo strigo donna, ma quando una sera si manifestano
i primi segni delle sue forti capacità
psichiche, Geralt deve necessariamente affidarsi all’aiuto di qualcuno più
esperto.
La principessa Cirilla
è la bambina dal Sangue Antico, lei è la
Fiamma di Cintra e la profezia di’Itlina sta per compiersi.
Sapevo, dopo aver letto
i racconti, che sarei andata avanti nella lettura perché ero rimasta
piacevolmente sorpresa dalla storia nata dalla penna di Andrzej Sapkowski che,
a parer mio, merita pienamente il successo raggiunto con la sua saga.
Avevo sentito invece
pareri contrastanti sulla serie tv
tratta dai suoi libri così, prima di affrontare la lettura dei romanzi, ho pensato fosse giusto
vederla per farmi un’idea.
La serie tv di Netflix non mi
è affatto dispiaciuta anche perché non era per niente facile riuscire a rendere
uniforme il materiale piuttosto frammentario fornito dai primi due volumi.
Direi anche più che indovinata la scelta di Henry Cavill nel ruolo di Geralt di
Rivia e quella di Anya Chalotra per interpretare Yennefer di Vengerberg.
Indubbiamente però mi sento in dovere di consigliare la
lettura dei racconti prima della visione della serie Tv per comprendere al
meglio non tanto la storia quanto la psicologia dei personaggi.
Consiglio che, a mio
avviso, dovrebbe essere messo in pratica prima di vedere qualunque trasposizione cinematografica o
televisiva relativa a qualsivoglia romanzo.
Veniamo adesso a “Il sangue degli Elfi”, il primo dei cinque
romanzi, nato dalla penna di colui che è definito oggi uno degli scrittori
fantasy più letti d’Europa.
Diciamo subito che
rispetto ai libri di racconti, trattandosi di un romanzo, nonostante qualche
salto temporale e alcuni flashback, la
trama è ovviamente più omogenea.
Le linee narrative
tendono a semplificarsi e quindi è più facile seguire la storia e con essa il
succedersi degli avvenimenti.
In questo romanzo la
dimensione avventurosa è forse meno preponderante rispetto a quella presente
nei racconti, viene dato più spazio all’introspezione
psicologica dei protagonisti e all’approfondimento delle dinamiche che legano
tra loro i vari personaggi; la trama però resta sempre avvincente e il ritmo serrato
e incalzante regala numerosi momenti di suspense che permettono di mantenere
sempre altissima l’attenzione del lettore.
Gli intrighi e i tradimenti la fanno da padrone,
nessuno è mai ciò che sembra e soprattutto nessuno può mai essere sicuro di
aver accordato la propria fiducia alla
persona giusta.
Ciri è molto legata a
Geralt e lui a lei, ma Ciri ora è molto legata anche a Yennefer e la maga, si
sa, è sempre stata una donna imperscrutabile e pericolosa. Inoltre ciò che lega
Geralt e Yennefer è qualcosa di forte e indissolubile anche se loro stessi per
primi sembrano non crederci fino in fondo.
Con i suoi numerosi colpi di scena e la sua prosa
coinvolgente, “Il Sangue degli Elfi” non
ha tradito le mie aspettative, sebbene fossero molto alte. Non mi resta
quindi che continuare la mia avventura e dedicarmi quanto prima alla lettura
del prossimo romanzo intitolato “Il tempo della guerra”.
Mi ricordo che eri rimasta colpita positivamente anche dalle due raccolte di racconti. Devo ammettere che questa serie mi intriga: sembra proprio che ti porti all'imersione in un mondo fantastico e mi piace quanto fantasy e fantascienza riescono a coinvolgere il lettore così bene.
RispondiEliminaSì, i racconti mi erano piaciuti molto per quanto io non sia un'appassionata di racconti in generale.
EliminaMi piace il fantasy, ma faccio fatica a trovare storie che mi appassionino davvero. La storia di The Whitcher ce l'ha decisamente fatta.
Mi ha intrigato parecchio anche la serie tv.