Politico o filosofo?
Letterato o poeta? Repubblicano o monarchico? Nei secoli la controversa figura di Niccolò Machiavelli è stata spesso
oggetto di aspre critiche.
Tacciato il più delle
volte di essere un uomo cinico, freddo, calcolatore, arrivista e spregiudicato,
solo in epoca recente la critica ha
iniziato a riconoscergli quella dignità e quegli onori che egli da sempre
avrebbe meritato grazie alla sua saggezza politica e alla sua vasta conoscenza
della vita e della condizione umana.
L’intento di Maurizio
Viroli è quello di raccontare attraverso le pagine del suo libro il Machiavelli
uomo o meglio il “Machia” come veniva
affettuosamente chiamato dagli amici.
Per raccontare l’uomo,
però, è necessario parlare anche del suo tempo e delle personalità che quel
tempo lo forgiarono e contrassegnarono con le loro azioni e le loro idee; Viroli
ci parla quindi anche di quel mondo del
quale Machiavelli fu allo stesso tempo protagonista e spettatore.
Maurizio Viroli inizia col
raccontarci del Niccolò bambino e del rapporto che questi ebbe con il padre, un
legame quello con Bernardo molto più vicino ad un rapporto di amicizia che ad un
comune rapporto tra padre e figlio.
Bernardo era dottore in
legge ed era amante dei libri, una passione che senza dubbio fu lui a
trasmettere al figlio. Niccolò e Bernardo avevano in comune anche molte altre
cose come lo spirito lieto, l’amore per le allegre compagnie, la conversazione gioiosa
e le battute salaci.
Il “Machia” era un uomo intelligente, arguto, burlone e
dotato di una finissima intelligenza.
Innamorato delle donne,
amico sincero, sempre pronto a prodigarsi per una giusta causa, Machiavelli metteva
passione in ogni cosa; i suoi più grandi amori furono gli antichi e la storia mentre la sua lealtà e la sua devozione furono sempre tutte per la sua Firenze.
Il libro ripercorre la
vita di Machiavelli seguendolo nella sua carriera di segretario della Repubblica e accompagnandolo nelle corti dove egli
fu inviato in qualità di esperto e
valente diplomatico.
Una vita dedicata alla
politica che terminò bruscamente con il ritorno dei Medici a Firenze.
Machiavelli fu arrestato, subì l’umiliazione del carcere perché accusato di
tradimento e infine fu costretto a ritirarsi nei suoi possedimenti a Sant’Andrea
in Percussina lontano dalla vita pubblica.
“Il sorriso di Niccolò”
è un saggio molto scorrevole che si
legge quasi fosse un romanzo; attraverso la storia dell’epoca e i frammenti
tratti dalle sue opere ma soprattutto dagli epistolari, la figura di Machiavelli emerge dal passato in tutte le sue
innumerevoli sfaccettature.
Nicolò Machiavelli era
un fine politico, amante della libertà e dell’uguaglianza civile; la politica
era la sua passione più grande, ma egli voleva esercitarla solo per il bene
della sua amata città. Non esitò infatti a rifiutare, anche dopo che le sue
aspettative erano state nuovamente disilluse dai Medici, un ben remunerato e
allettante incarico presso Prospero Colonna.
Machiavelli non
desiderò mai nel corso della sua vita potere e denaro, ma solo fare qualcosa di importante per Firenze
e per questo poter essere ricordato ed onorato un giorno dai suoi concittadini.
Il sorriso di Niccolò
Machiavelli era un sorriso con il quale
egli rispondeva alle miserie della vita e ai colpi dell’avversa fortuna, un
sorriso nato dalla conoscenza delle miserie umane.
Indossava il suo sorriso per non lasciarsi sopraffare dalla malinconia e dalla pena, la sua maschera migliore con la quale ingannare gli uomini e la sorte per non dar loro la soddisfazione di vederlo abbattuto e sconfitto.
Machiavelli rimase fino
alla fine fedele a se stesso e si
congedò dagli amici con il racconto di
un sogno, vero o presunto non si saprà mai, che lo vedeva andare
all’Inferno, ma quell’Inferno per lui valeva molto più del Paradiso dove si
sarebbe inevitabilmente annoiato tra santi e beati. Meglio l’Inferno dove avrebbe potuto trascorrere l’eternità a
discorrere di politica in compagnia dei grandi dell’antichità.
(…) perché io credo, credetti e crederrò sempre
che sia vero quello che dice Boccaccio: che gli è meglio fare e pentirsi, che
non fare e pentirsi
In queste righe c’è
tutta la saggezza di Niccolò Machiavelli, un uomo che non permise mai alla
paura di fermarlo e che fino alla fine perseguì con passione tutti i suoi sogni
anche quelli più grandi e impossibili.
Sicuramente un ritratto di Machiavelli molto diverso da quello che mi ero immaginata io. Ammetto di essere tra quelli che se lo immaginava più un freddo calcolatore che un burlone. Bene a sapersi che si sta rispolverando la vera personalità di quest personaggio storico.
RispondiEliminaSono di parte nei suoi confronti, lo ammetto. Faccio di tutto per riabilitarlo ;-)
EliminaScherzi a parte, purtroppo tutti noi siamo influenzati dai nostri studi scolastici.
In questo caso, da appassionata, ho approfondito e scoperto un altro Machiavelli.
Chissà di quanti personaggi studiati a scuola non conosciamo altri aspetti che magari ci sorprenderebbero parecchio.