Siamo noi a scegliere i libri o
sono loro che scelgono noi? Risposta che sembrerebbe scontata, ma non lo è più
quando ci accorgiamo che un volume, che era lì ad aspettarci da mesi, capita improvvisamente
tra le nostre mani al momento giusto.
Andrea Fatale probabilmente
direbbe che nulla accade per caso perché, anche se non ne siamo consapevoli, per
ognuno di noi il destino è già stato scritto. Attenzione, questo non
significa che bisogna rinunciare a vivere, ma semplicemente che bisogna
assecondare il flusso della vita senza opporvisi.
In particolare egli pone l’accento sul fatto che
oggi, nella società moderna, manchi del tutto la capacità di avvertire quella dimensione
“sacra” dell’esistenza umana che va oltre la realtà ordinaria ed è afferrabile solo
attraverso l’intelletto.
Il suo intento con questo
libro è quello quindi di aiutarci a comprendere come l’attuazione di una
rivoluzione interiore sia per noi l’unica via percorribile per far fronte alla
dissennata epoca in cui viviamo.
Per quanto noi ci si sforzi,
infatti, di spiegare l’universo attraverso la logica e la scienza, non possiamo
continuare ad ignorare che quanto intuiamo sia in realtà solo una piccolissima parte di
un qualcosa di infinitamente più grande, impossibile da comprendere nella sua vastità.
Il saggio attinge alla sapienza
dei Misteri, prende in esame ogni tipo di filosofia e religione,
orientale e occidentale, dalle origini fino ad oggi, senza tralasciare di
esaminare persino la meccanica quantistica. Riesce così a dimostrare
come tutti quanti questi dogmi, dottrine e discipline, seppur così differenti
tra loro, abbiano un forte denominatore comune.
L’intento di questo saggio è
quello di tentare di sradicare quella nociva abitudine nella quale noi
tutti indulgiamo ovvero l'arrovellarsi nel continuo vano tentativo di
controllare ciò che non è possibile controllate.
Noi viviamo sempre in perenne
oscillazione tra la nostalgia per il passato e l’ansia per un futuro che è
solo incertezza. Sempre in bilico tra il desiderio di ritrovare ciò che abbiamo
perduto nel passato e il timore per quello che ci aspetta domani. Quello che più di
tutto ci provoca dolore è l’attaccamento, per questo è oltremodo necessario imparare
a lasciare andare e vivere pienamente il qui e ora.
Solo mettendo, poi, l’amore
al centro possiamo davvero ritrovare la nostra serenità, perché ognuno di
noi è solo una parte dell’insieme. Mettere da parte l’ego, ritornare a fare
parte di una comunità, far rivivere lo spirito di fratellanza è quello di cui
abbiamo davvero bisogno per stare bene e sentirci realizzati.
Potrebbero sembrare concetti
semplici, ma non lo sono affatto quando si cerca di metterli in pratica soprattutto
oggigiorno in una società dove siamo sempre più iperconnessi e allo stesso
tempo sempre più soli.
Il saggio di Andrea Fatale è molto
ben articolato ed esaustivo, ma a tratti può risultare un po’ ostico per i
neofiti. Come suggerisce Alberto Camici nella prefazione, il consiglio è
quello di andare spediti avanti nella lettura perché pagina dopo pagina vedrete
che le nebbie si diraderanno e i concetti espressi non saranno più così difficili
da recepire.
Sarei bugiarda se non vi dicessi
che all’inizio sono stata tentata di avvalermi del terzo diritto del lettore di
Pennac, ovvero quello di abbandonare la lettura del libro, ma sono contenta di
non averlo fatto perché da questo libro si possono davvero trarre insegnamenti
utili e importanti.
Un passaggio in particolare credo
meriti di essere citato perché sintetizza in poche parole quanto espresso dall’autore
nel suo libro; si tratta di una bellissima definizione che egli dà della vita:
La vita è come un arcobaleno
composto da tanti colori con mille sfumature diverse. Molti, traditi dalla loro
superficialità, vedono pochi colori o magari solo uno… Chi invece con gioia offre se stesso alla vita
si gode la pienezza di uno spettacolo meraviglioso! È tutta questione di
consapevolezza.