L’ASSASSINIO DI SOCRATE
di Marcos
Chicot
SALANI EDITORE
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Cherefonte
e Socrate sono stati istruiti dallo
stesso pedagogo, sono amici da quando avevano sette anni. Cherefonte è profondamente legato a Socrate
uomo che stima più di ogni altro al mondo.
Un
giorno Cherefonte si reca a Delfi ad
insaputa dell’amico, poiché sa che il filosofo disapproverebbe il suo
comportamento, per porre due domande all’oracolo; suo desiderio è infatti avere
conferma di chi sia l’uomo più sapiente di tutti, ma soprattutto a lui preme
conoscere la verità su come avverrà la morte dell’amico.
Apollo conferma che
Socrate è il più saggio di tutti e, per quanto riguarda la sua morte, la Pizia risponde
che “La sua morte sarà violenta, per mano dell’uomo dallo sguardo più chiaro”.
Inizia
quindi con questo enigma il nuovo atteso romanzo di Marcos Chicot, autore acclamato dalla critica per il suo romanzo
“L’assassinio di Pitagora”, libro che ha riscosso un vastissimo successo di
pubblico e che è stato pubblicato in Italia sempre dalla casa editrice Salani
così come l’altro suo romanzo “Il teorema delle menti”.
“L’assassinio
di Socrate” è ambientato nella Grecia
classica.
La
guerra tra Sparta e Atene che per
anni aveva insanguinato la Grecia è solo momentaneamente interrotta, la pace
dei trent’anni sta ormai per concludersi e il conflitto sta per riaccendersi
più aspro che mai.
A Sparta Deianira dà alla
luce il suo secondo figlio.
La donna, vedova di Eusseno, è stata costretta a sposare in seconde nozze il fratello di
questi, Aristone.
Aristone,
contrariamente al primo marito, è un
uomo violento, arrogante e ambizioso.
Nipote
di uno dei due diarchi che regnano su Sparta, ha ottenuto il permesso di
sposare la cognata nonostante non avesse ancora compiuto 25 anni. Agli Spartani
per legge non era infatti consentito contrarre matrimonio fino all’età di 30
anni.
Per
paura che il bambino possa essere però creduto figlio del fratello deceduto,
Aristone ottiene anche un’altra concessione dallo zio: nonostante il neonato, che ha ereditato gli occhi chiari della madre,
sia sanissimo il Re Archidamo decreta che venga portato al Taigeto.
Il
bambino però, all’insaputa di tutti, riesce
a sopravvivere e viene adottato da Eurimaco, un vasaio ateniese che sta
tornando in patria.
Durante
il viaggio tra Argo ed Egea Eurimaco e la moglie incinta vengono assaliti da
un gruppo di ladroni e Altea non sopravvive alle ferite
riportate.
Eurimaco
giunge ad Atene con un bimbo dagli occhi chiarissimi e dichiara a tutti che Perseo è figlio suo e della defunta moglie.
Eurimaco è amico di
Socrate e di Cherefonte.
Quest’ultimo, appena vede lo sguardo del neonato, impallidisce ricordando la
profezia, ma Socrate gli intima che mai dovrà rivelare ciò che la Pizia gli
aveva predetto perché nessuno è in grado di interpretare correttamente le
parole degli oracoli inoltre gli fa promettere che avrebbe trattato il figlio
dell’amico come se i suoi occhi fossero stati del colore del carbone.
Non
vado oltre con la presentazione degli altri numerosissimi personaggi né vi
anticipo alcun intreccio della storia perché davvero questo romanzo merita di
essere assaporato pagina dopo pagina.
Il
libro non è brevissimo, in realtà è un tomo di più di 700 pagine, ma non
spaventatevi perché la lettura vola talmente che ho impiegato meno di una
settimana a leggerlo.
La trama è avvincente e
ben costruita, i personaggi così affascinanti che è impossibile interrompere la
lettura e non si può fare a meno di correre a riprendere in mano il volume
appena possibile.
Marcos
Chicot ha saputo ricreare magnificamente il mondo nel quale ha ambientato il
suo racconto.
Mentre
leggiamo del dramma famigliare di Deianira, dell’amore contrastato di Perseo e
Cassandra, dell’odio e della cattiveria che animano personaggi quali Aristone e
Anito, entriamo anche in un mondo quello
della Grecia classica descritto nei minimi particolari.
Non
solo l’autore riesce a riportare in vita uomini come Pericle, Alcibiade,
Euripide, solo per citarne alcuni, oltre ovviamene allo stesso Socrate, uno dei
protagonisti del romanzo, ma Chicot
riesce in verità a ricostruire quello stesso mondo così che ci sembra di
sentirli parlare, ascoltare le loro idee e insieme a loro ci sembra di
passeggiare nell’agorà, ammirare le opere della pinacoteca dei Propilei, partecipare
alle assemblee, consultare l’oracolo di Delfi, assistere ai giochi a Olimpia,
combattere battaglie, modellare, decorare e cuocere vasi.
Ciò
che però più di ogni altra caratteristica fa di Marcos Chicot un grande
romanziere è la sua magistrale capacità di
riuscire a scrivere un romanzo dalla trama coinvolgente e ricreare sulla carta
in modo rigoroso l’epoca in cui la storia è ambientata, senza mai risultare
noioso o pedante, riuscendo a tenere incollato il lettore alle pagine
grazie ad una scrittura scorrevole e un ritmo incalzante.
Nulla
in questo romanzo è approssimativo e vago, ogni particolare è minuziosamente studiato
e valutato, come in grande puzzle dove ogni tessera combacia perfettamente con
l’altra. Qui ogni tessera rappresenta una materia: archeologia, storia dell’arte,
storiografia, teatro, letteratura, politica e filosofia fanno da sfondo a una rievocazione storica perfetta.
“L’assassinio
di Socrate” è un romanzo decisamente in grado di fare rivivere la storia davanti
ai nostri occhi, pagina dopo pagina le
immagini ci scorrono innanzi quasi le stessimo guardando su un grande schermo,
ma non sono solo le immagini a colpire la nostra fantasia perché, grazie
alla bravura dell’autore, ci sembra
persino di essere in grado di percepire profumi e sapori di quella Grecia che
pagina dopo pagina riaffiora dal passato.
Un
romanzo imperdibile di cui, come avrete capito, è impossibile non innamorarsi grazie
anche ai personaggi indimenticabili che ci regala.
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