Il libro, dedicato al culto degli antenati nel mondo antico e alla trasmissione iniziatica, è suddiviso in due parti.
Nella prima parte Alessandro Orlandi si propone di illustrare al lettore quali siano le analogie esistenti tra il Genius Loci, il culto degli antenati nell’antica Roma, le Forme-Pensiero e gli Eggregori.
Nella seconda parte invece l’autore analizza il ruolo della tradizione nel mondo antico ed esamina quanto venisse trasmesso attraverso l’iniziazione.
Si chiede inoltre se si possa parlare ancora oggi di tradizione e iniziazione e, in caso affermativo, quale sia l’aspetto da esse assunto nel mondo moderno.
Senza entrare nel merito specifico della materia esposta, poiché ritengo che la lettura di queste pagine sia un percorso ricco e interessante che ogni lettore debba affrontare assolutamente senza interferenze di sorta e libero da ogni tipo di sollecitazione esterna, mi concedo di darvi solo alcune informazioni propedeutiche agli argomenti trattati.
Cosa si intende per Genius familiaris, Genius loci, eggregori, forme-pensiero?
Per prima cosa dobbiamo ricordare che, secondo la visione cristiana, l’uomo ha tre componenti fondamentali: corpo - spirito - anima, ma gli antichi avevano una ben diversa concezione, per gli Egizi ad esempio le componenti del corpo umano erano addirittura nove.
Secondo i Greci alla nascita ogni uomo veniva affidato dalle tre Moire o Parche (Cloto, colei che filava il destino degli uomini, Lachesi, colei che distribuiva le sorti e Atropo, colei che recideva il filo al momento della morte) ad un daimon che non lo avrebbe mai abbandonato per tutto il corso della sua vita.
Il daimon era anche fonte di ispirazione
delle creazioni e delle intuizioni per poeti, indovini, scienziati e artisti.
Seppur con alcune differenze, il
daimon era quanto di più simile al Genius latino; proprio nel mondo romano,
infatti, il demone individuale veniva spesso chiamato Genio.
A grandi linee si potrebbe dire che mentre il Genius loci esprimeva il carattere e la natura profonda dei luoghi, il Genius familiaris (o Genio della stirpe) era connesso alla casa, alla natura della famiglia e agli spiriti degli antenati.
Nelle case dell’antica Roma di solito c’era poi un luogo dedicato al culto dei diversi dèi domestici: Lari, Penati, Genius Familiaris e dèi Mani.
I Penati erano di solito dèi del pantheon greco o romano, i Lari erano gli spiriti degli antenati virtuosi e che si erano distinti in vita e infine gli dèi Mani erano gli spiriti di tutti gli antenati defunti.
Le forme-pensiero sono entità emanate all’esterno dall’uomo alimentate dai suoi pensieri, dalle sue paure, dalle sue speranze e dalle sue energie; quando queste forme-pensiero scaturiscono dall’attività immaginativa di un gruppo che condivide un intento comune vengono definite eggregori.
Abbiamo detto che nella seconda parte del libro si parla di tradizione e iniziazione. Che cosa si intende con tali termini?
Per tradizione (in greco paràdosis – trasmissione; in latino tradere – trasmettere) si intende la trasmissione non solo di contenuti e insegnamenti, ma anche dell’energia che il maestro trasmette al discepolo, energia che permette al discepolo di ampliare la propria percezione del mondo.
L’iniziazione nasce e si propaga attraverso il passaggio e lo scambio di energie che avviene attraverso uno specifico rituale.
Nell’antichità nelle iniziazioni ai culti misterici gli iniziati erano tenuti al segreto e pertanto poco o nulla è trapelato e giunto fino a noi sui riti che venivano celebrati.
Ogni cultura nel corso dei secoli ha sviluppato
le proprie tradizioni spirituali
e ancora oggi esistono organizzazioni iniziatiche, la Massoneria e il Neotemplarismo ad esempio sono alcune di esse.
Nella seconda parte del libro si indaga sul cambiamento verificatori nel corso dei secoli nelle tradizioni iniziatiche che col tempo, perdendo di vista il loro scopo primario, ossia quello di cercare di armonizzare il microcosmo (Uomo) con il macrocosmo (Universo), si sono indirizzate invece verso il raggiungimento di un sempre maggiore potere personale, polarizzando così l’attenzione dell’iniziato verso il mondo esterno invece che verso la propria interiorità.
Possiamo ancora parlare di realtà della Tradizione e dell’Iniziazione nel XXI secolo?
Su questo e su altri numerosi interrogativi relativi alla spiritualità nel mondo antico e in quello moderno Alessandro Orlandi cerca di gettare luce attraverso le pagine di questo saggio che, partendo dall’analisi dei culti iniziatici, quali ad esempio i Misteri Eleusini, quelli di Cibele, di Dionisio, passando poi per la sacralità attribuita alla commedia e alla tragedia dagli antichi greci, esaminando l’importanza della tradizione alchemica, arriva infine, senza tralasciare quelle tendenze legate allo spiritismo, all’occultismo, alla veggenza, al mesmerismo, ad analizzare la più moderna spiritualità, la cosiddetta “New Age” che, senza riferirsi ad una particolare tradizione, mescola vari elementi.
Quello di Alessandro Orlandi è un saggio breve, sono appena un centinaio di pagine, ma davvero molto articolato e approfondito.
Da sottolineare inoltre la grande
capacità dello scrittore di saper esporre un argomento tanto complesso in modo
semplice e chiaro così che possa essere accessibile anche ai neofiti della
materia.
Dello stesso autore vi ricordo “Dionisio nei frammenti dello specchio”.
Questo saggio mi incuriosisce molto, soprattutto perché l'autore è riuscito a sintetizzare in un centinaio di pagine.
RispondiEliminaAnch'io ho molto apprezzato il dono della sintesi dimostrato dall'autore.
EliminaTra l'altro questo suo procedere in modo un po' schematico e per tesi favorisce parecchio non solo la comprensione, ma anche la memorizzazione dei concetti espressi.