lunedì 30 dicembre 2024

“La misteriosa tecnica della vecchia gatta” di Issai Chozanshi

Issai Chozanshi, autore di “La misteriosa tecnica della vecchia gatta” e “Il discorso del demone sulle arti marziali”, i due testi proposti in questo volume a cura di Tea Pecunia, era un samurai vissuto tra il 1659 e il 1741 a Sekiyado. Non era un maestro di spada, ma conosceva molto bene quest’arte e la sua filosofia.

Padroneggiare le arti marziali significa comprendere i principi di armonia ed equilibrio, significa capire quando sia saggio ingaggiare lo scontro e quando ritirarsi. Padroneggiare le arti marziali presuppone il raggiungimento di uno stato di non-mente (mushin) ossia di uno stato in cui la mente è libera da condizionamenti e da pensieri disturbanti quali rabbia, ignoranza, avidità. Tale stato prevede il superamento dell’ego: l’individuo non identificandosi più con i propri pensieri, le proprie emozioni e i propri ricordi, non si sente più separato dal resto del mondo, ma diviene parte di un insieme raggiungendo così l’armonia.

Ecco, allora, che gli insegnamenti dell’arte della spada di Issai Chozanshi risultano essere utili anche nella vita di tutti i giorni per capire come reagire alle inevitabili avversità della nostra quotidianità.

I racconti in breve:

La storia della tecnica della vecchi gatta. Lo spadaccino Shōken è alle prese nella sua abitazione con un grosso topo. Non riuscendo a liberarsene chiede aiuto a diversi abili gatti, ma tutti falliscono. Fa ricorso allora ad una vecchia gatta che riesce invece immediatamente a sbarazzarsi del topo. Inchinandosi a lei, Shōken e i gatti la interrogano su come sia riuscita nell’impresa, pregandola inoltre di illustrargli la sua tecnica.

Il discorso del demone sulle arti marziali. L’autore racconta di essersi recato in montagna alla ricerca dei tengu, demoni dalla forma di mezzo uomo e mezzo uccello dotati di poteri soprannaturali, per essere edotto da questi sull’arte della spada. I tengu si manifestarono e a turno iniziarono a raccontare fino a quando prese la parola un tengu maggiore.

Entrambe queste brevi favole filosofiche specificano che gli insegnamenti di per sé non possono produrre frutti. L’esercizio e la costanza sono fondamentali mentre se ci si limita a leggere i libri senza esercitarsi il principio non agisce sul corpo.

Ho letto molti volumi curati da Tea Pecunia, ma questo si discosta notevolmente dagli altri. Vero, alcuni concetti sono ricorrenti, ma complice forse la cultura di Issai Chozanshi che fu influenzata da dottrine che spaziavano dallo zen al taoismo, dal neoconfucianesimo allo shintoismo, quanto riportato in questo libro risulta un insegnamento un po’ più ostico da fare proprio e interiorizzare.

Insomma, una bella sfida, in linea con gli insegnamenti della vecchia gatta: Ora dovete semplicemente riflettere da soli sulle cose e cercare dentro voi stessi. Un maestro può solo insegnare la teoria, ma comprendere la verità è qualcosa che spetta a voi. Questo processo si chiama “afferrare da soli” (…)

 


2 commenti:

  1. Recensione meravigliosa. Ishin-de shin, da cuore a cuore. Tea

    RispondiElimina