LA CASA DEGLI SPECCHI
di Cristina Caboni
GARZANTI
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Milena è appena arrivata a Positano, qui
c’è la villa del nonno, conosciuta da tutti come la casa degli specchi, una splendida villa circondata da un giardino di
limoni, caratterizzata da un atrio unico nel suo genere e dal quale la
villa prende il nome.
Questa stanza che, fin da bambina ha
sempre affascinato e meravigliato Milena, è un magnifico atrio con dodici grandi ed antichi specchi appesi
alle pareti, specchi che riflettono l’immagine di colui che vi si avvicina
rendendolo protagonista e spettatore allo stesso tempo.
Milena
era cresciuta con il nonno,
da bambina viveva con lui tutto l’anno, poi, quando la madre era mancata, si
era dovuta trasferire a Roma a casa del padre, ma non perdeva occasione appena
libera dalla scuola di ritornare in quella casa che l’aveva sempre vista
felice.
Milena adora suo nonno ed ora che Michele si è ammalato di Alzheimer le
risulta davvero difficile lasciarlo da solo tanto più che, proprio durante la
sua permanenza in costiera, è accaduto qualcosa di imprevedibile che presto costringerà
tutti a fare i conti con i segreti del passato.
Un
giorno, infatti, durante dei lavori di
manutenzione di un vecchio muro viene rinvenuto un cadavere nella proprietà di
Michele.
Michele appare sconvolto da questo
ritrovamento e questa preoccupazione non
fa che accelerare il decorso della sua malattia.
In paese si inizia a mormorare sulla possibilità che quel
cadavere appartenga all’Americana che altri non era, come Milena scoprirà
presto, sua nonna.
Michele non le aveva mai parlato di
quella moglie che lo aveva abbandonato
di punto in bianco lasciandolo con una figlia piccola, Marina, sua madre.
Giorno dopo giorno Milena cercherà di
ricomporre il puzzle e scoprire la verità su quella nonna la cui identità le
era stata nascosta per così tanto tempo e che sembra avere in comune con lei, prima tra tutte proprio la passione
per il teatro e per quella camera degli specchi.
Eva
Anderson era stata un’attrice piuttosto famosa nella Roma della Dolce Vita. Era arrivata giovanissima dagli Stati
Uniti con due amiche che, come lei, sognavano di entrare nel mondo del cinema.
A
Venezia aveva conosciuto Michele, un giovane orafo artigiano che tra i suoi clienti vantava
importanti registi che gli commissionavano quei gioielli che gli attori
avrebbero indossato nei film girati negli studi di Cinecittà.
Tra Eva e Michele fu amore a prima vista, si sposarono quasi subito ed ebbero una bimba,
ma Eva aveva troppi scheletri nell’armadio ed il passato presto venne a bussare
alla sua porta.
Eva aveva sempre saputo che quel senso
di protezione e quella felicità che aveva trovato accanto a Michele non erano purtroppo destinati a durare per
sempre.
Cristina Caboni ancora una volta ci
regala un romanzo capace di trascinarci all’interno della storia facendoci
vivere emozioni e tormenti quasi fossimo noi stessi i protagonisti del libro.
Le
descrizioni accurate ed intense dei luoghi ci permettono quasi di riuscire a vedere il blu intenso
del cielo di Positano e di sentire il profumo che si sprigiona dalla limonaia
della casa degli specchi.
Ancora una volta l’autrice di regala personaggi femminili che non si possono non
amare fin dalle prime pagine: Milena
è una ragazza dolce, ma a suo modo anche molto determinata ed Eva fin da subito dimostra una grande
forza di carattere e una determinazione non da poco nel cercare di affermarsi
in un mondo, come quello del cinema della fine anni Cinquanta, inizio anni
Sessanta, dominato principalmente dagli uomini.
Il racconto presenta due linee di
narrazione: da una parte abbiamo il
racconto della storia di Milena e dall’altra il racconto della storia di Eva.
La
tecnica del doppio piano narrativo è una tecnica molto cara a Cristina
Caboni infatti la ritroviamo in tutti i suoi ultimi romanzi nei quali l’autrice
ha dimostrando di essere davvero brava nel saper gestire il racconto di due
storie che si svolgono a distanza di anni l’una dall’altra, ma che hanno un
elemento comune che le lega indissolubilmente.
Nel caso di questo ultimo romanzo, più
che nei precedenti, i due piani narrativi sono destinati a convergere essendo le due protagoniste destinate ad incontrarsi e soprattutto a
confrontarsi.
C’è poi un’altra sostanziale differenza
dai precedenti romanzi dell’autrice ovvero l’introduzione
dell’elemento giallistico che si
inserisce in modo discreto all’interno del romanzo conferendogli un’atmosfera piuttosto
misteriosa.
L’elemento giallo non si esaurisce semplicemente
con l’indagine che Federico Marra conduce per cercare di scoprire l’identità
del cadavere o nel cercare di comprendere la vera identità dell’uomo che
perseguita Eva, ma anche ad esempio nell’apparizione del giovane Gabriel.
Ancora due parole devono essere
necessariamente spese proprio sui due giovani personaggi maschili che ruotano
intorno alla protagonista.
Federico
Marra è un personaggio
affascinante, introverso e a tratti alquanto indisponente. Nasconde un segreto,
qualcosa nel suo passato gli nega la possibilità di riuscire ad aprirsi alla
vita; il suo lavoro poi non facilita certamente la sua espansività o la sua
capacità di lasciarsi andare.
A fare da contraltare al bel tenebroso
abbiamo Gabriel, giovane e
simpatico, un avvocato che si sta specializzando in investigazioni digitali
così da poter un giorno difendere chi non può farlo da sé. All’apparenza un
uomo bello e solare, ma in realtà anche lui nasconde un segreto.
E’ ovvio che uno dei due uomini
conquisterà il cuore di Milena, non vi svelerò di certo quale dei due riuscirà
nell’impresa.
Vi confesso però che la sua scelta mi ha
lasciato piuttosto stupita e, forse, anche non troppo d’accordo, ma devo
riconoscere che la decisione della protagonista è senza dubbio quella più coerente
con il suo personaggio.
Ecco, se siete curiosi di scoprire
qualcosa di più, non vi resta che leggere “La casa degli specchi” il nuovo
romanzo di Cristina Caboni, una delle autrici italiane più amate sia dai
lettori che dalla stampa.
Mi piacciono le dediche all’inizio dei libri perché rivelano sempre qualcosa del
loro autore e così ho deciso di salutarvi proprio con la dedica che si trova
all’inizio del romanzo:
A tutti coloro che hanno il coraggio di cambiare.
Ai pazzi e ai sognatori, che spesso è lo stesso.
A chi parla con i fiori, gli animali
e confida il proprio amore alle stelle.
Questo libro è dedicato a voi.
Se siete interessati, qui potete trovare
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