lunedì 18 maggio 2020

“La via d’uscita è dentro” di Marina Panatero e Tea Pecunia


LA VIA D’USCITA È DENTRO
di
Marina Panatero e Tea Pacunia
LONGANESI
Nella vita di ciascuno di noi avvengono cambiamenti continui, alcuni di essi sono impercettibili e lenti, altri invece più visibili e sensibili, ma quello che è certo è che la vita non si ferma mai.
Questa pandemia ci ha solo sbattuto in faccia questa verità e lo ha fatto nel modo più brutale possibile, privandoci della nostra libertà e della nostra sicurezza.
Da un giorno all'altro abbiamo dovuto prendere coscienza del fatto che noi non possiamo controllare il futuro perché il futuro è imperscrutabile.
Abbiamo visto crollare le nostre certezze, certezze che in realtà non sono mai state tali, perché l’unica cosa certa è il presente.

Marina Panatero e Tea Pecunia cercano in questo loro libro di darci qualche utile consiglio per affrontare al meglio questo “tempo sospeso” che, nostro malgrado, ci siamo trovati a dover gestire.
Un “tempo sospeso” che ha generato in noi ansia perché ci siamo ritrovati catapultati in una realtà completamente aliena.

Per alleviare il nostro senso di impotenza e di rabbia, per arginare il senso di panico crescente, il suggerimento delle autrici del libro è quello di provare a dedicare almeno dieci minuti della nostra giornata alla meditazione.
Ad alcuni potrebbe sembrare forse una soluzione semplicistica e banale, altri addirittura potrebbero sorriderne, ma perché non provare?
Nella vita è importante aprire le porte alle possibilità e, se la meditazione potesse davvero farci ritrovare il nostro equilibrio, perché rinunciare a priori?

L’importante, ci avvertono le autrici del libro, è non scoraggiarsi alle prime difficoltà, non arrabbiarsi se ai primi tentativi i nostri pensieri cercheranno di prendere direzioni diverse, capita anche ai più esperti e innervosirsi non farebbe che procuraci un senso di frustrazione che, invece di aiutarci, ci farebbe solo stare peggio.
Inoltre, mai sentirsi in difetto se per un giorno non praticheremo i nostri esercizi quotidiani, pazienza, cerchiamo di evitare dannosi ed inutili sensi di colpa.

Meditare non coincide assolutamente con l’assenza di pensiero, i pensieri fanno parte di noi, noi siamo pensiero, ne formuliamo un numero esorbitante senza neppure rendercene conto.
Quello che dobbiamo sapere è però che non esiste un pensiero “neutro”, ogni pensiero è accompagnato da un “sentire” che diviene sostanza e quella sostanza diviene “sentire fisico”.
Rimuginare sulle cose non fa che arrecare danni non solo alla nostra mente, ma anche al nostro fisico.

Le situazioni esterne non possono essere cambiate, ma si può cambiare il nostro modo di percepirle.
Per prima cosa le autrici ci suggeriscono di smettere di raccontarcela, è importante essere onesti con noi stessi: questo è il primo passo per poter mettere in pratica il “lasciare andare”.

Meditazione vuol dire addestrare la mente a vivere il qui e ora, perché solo vivendo il presente è possibile liberarsi del rancore e della rabbia che ancora suscitano in noi i ricordi negativi degli di eventi passati.

Tre sono i passaggi fondamentali: accettazione, lasciare andare e ringraziamento.

Accettare non vuol dire subire passivamente, ma prendere atto che quanto accade, esiste e accade indipendentemente dalla nostra volontà.
Accettarlo ci aiuta ad alleggerire il carico emotivo che ci portiamo addosso.

Lasciare andare è il passo successivo all’accettazione, non è un passo semplice da compiere, ma è fondamentale, per la nostra salute psico-fisica, prendere coscienza di non poter controllare gli eventi.

Infine imparare a ringraziare ossia essere grati della vita e alla vita.
Si può essere grati per qualunque cosa, per una camminata sulla spiaggia, per un caffè con gli amici, per tantissime piccole cose che sembrano scontate, ma in realtà non lo sono affatto e oggi più che mai ce ne siamo dovuti rendere conto in maniera piuttosto brusca.

È scientificamente dimostrato che la meditazione faccia bene alla salute, non solo allunga la vita, ma ne migliora notevolmente la qualità.

Ha infatti numerosi effetti benefici sul nostro organismo e sulla nostra mente, ad esempio, ha la capacità di ridurre fortemente lo stress; se siete curiosi, all'interno del libro troverete un elenco ben dettagliato. 

La seconda parte del volume è invece dedicata agli esercizi di meditazione veri e propri, semplici esercizi per principianti e non solo, con i quali iniziare a mettere in pratica i consigli di Marina e Tea.

La meditazione può essere di diversi tipi, ad esempio può essere formale, ossia quella classica che tutti immaginiamo, quella che si pratica nella posizione del fiore di loto, oppure informale, per informale si intende quel tipo di meditazione che si compie durante il giorno, ad esempio, quando ci si focalizza sui profumi che ci circondano, sul gusto del cibo e sulle nostre sensazioni.

Ho usato volutamente il termine focalizzare perché la meditazione è focalizzazione, mai concentrazione.
La concentrazione implica uno sforzo, la meditazione deve invece fluire liberamente e pertanto non può mai essere costrizione.

Meditare significa infatti indirizzare dolcemente l’attenzione dove vogliamo noi, riportando delicatamente i nostri pensieri a ciò che stiamo focalizzando quando ce ne allontaniamo.
La meditazione è lo strumento che abbiamo per domare la nostra mente ribelle in maniera graduale e consapevole. 

“La via d’uscita è dentro” è un libro che può servire come spunto per coloro che già praticano la meditazione oppure essere un’utile guida per i neofiti che vogliono provare a riprendere in mano le redini della propria vita accedendo alle risorse interiori che ciascuno di noi possiede.


Per altri post dedicati ai libri di Marina Panatero e Tea Pecunia potete cliccare qui

5 commenti:

  1. Ciao Elisa,

    per me questo periodo si sta rivelando a due facce fondamentalmente: da un lato la pandemia è qualcosa di terribile che sta causando morte, sofferenza, dissesto sociale ed economico; dall'altro, nel mio microcosmo, riesco a condurre un'esistenza meno dura di altri o di quello che si potrebbe pensare.

    Devo fare una premessa: io non sono in Italia, sono in Irlanda, dove le misure restrittive sono ancora relativamente stringenti e, in ogni caso, molti luoghi di lavoro sono ancora chiusi. L'isolamento, quindi, per me continua. A casa, però, mi tengo occupata facilmente: nelle ultime settimane ho ripreso a leggere, a studiare, a scrivere, ho ripreso in esame la mia vita...

    Non ho ancora provato a meditare. Sarà che sono così brava a fantasticare e ad accontentarmi dell'evasione. Nella meditazione, però, l'approccio e gli sviluppi sono completamente diversi. Devo provare.

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    1. Ciao Ludo, che piacere risentirti!

      Io sto iniziando a tornare in ufficio, per lo più ho fatto smart-working e devo dire che non mi è dispiaciuto.
      All'inizio dover rimanere tutti i giorni, tutto il giorno a casa è stato un po' spiazzante, ma non mi è pesato tantissimo perché ho sempre i miei libri.
      Mi sono mancate le mostre, i musei e i teatri, ma mi è mancato più di tutto non poter prendere un treno e farmi un giro a Firenze.
      Non l'avrei mai detto, ma Firenze mi è mancata proprio tanto.

      La meditazione l'ho provata grazie ai libri di Marina e Tea, ero molto scettica però ho dovuto ricredermi. Aiuta, solo che io sono così incostante in queste cose...

      Fatti sentire ogni tanto, mi raccomando! Un abbraccio

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    2. Elisa,

      con il tempo muoversi dovrebbe diventare più semplice. Sono sicura che in molti apprezzeranno maggiormente le bellezze dei centri in cui abitano o delle città che prima davano pressoché per garantite. Questo è quello che sento quando torno in Italia, guardo le cose con occhi diversi, noto anche più cose belle di quanto non facessi quando ci vivevo.

      Vorrei davvero riuscire a essere più presente. Non so se riuscirò a mantenere attivo il mio blog, ma vorrei almeno riprendere a leggere i contributi degli altri.

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  2. Questo è un messaggio stupendo

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