lunedì 11 maggio 2020

“A scuola non si respira più” di Margherita Politi


 A SCUOLA NON SI RESPIRA PIU’
di Margherita Politi
Liberodiscrivere

Trovare una recensione di un saggio sulla scuola di oggi potrebbe sembrare piuttosto inconsueto per i lettori del mio blog.
In realtà l’anomalia è solamente apparente in quanto la lettura è uno degli alleati più validi che noi possediamo per poter contrastare l’analfabetismo funzionale.
E di cosa si occupa il mio blog se non di trasmettere la passione per la lettura? di aiutare i lettori a riscoprire i classici? di fare conoscere le nuove uscite in libreria?
Qualcuno di voi magari nel frattempo si starà chiedendo cosa si intenda per “analfabetismo funzionale”; vi chiedo ancora un attimo di pazienza.

Prima di tutto, vorrei fare una premessa; non sono un’addetta ai lavori, pertanto ho una conoscenza del mondo della scuola piuttosto frammentaria e lacunosa.

Ho frequentato il liceo classico e mi sono laureata in lettere classiche con un indirizzo archeologico.
Non avevo mai pensato di voler fare l’insegnante, il mio interesse era tutto proiettato verso la conservazione dei beni culturali, corso che purtroppo all’epoca non era ancora stato attivato presso l’università della mia città.

Ho insegnato però in una scuola privata italiano per stranieri per alcuni anni e ricordo quel periodo come l’esperienza più appagante della mia carriera lavorativa, carriera che purtroppo è stata poi forzosamente orientata verso altri lidi più remunerativi, ma decisamente anche molto meno soddisfacenti dal punto di vista umano.

Quello che conosco della scuola di oggi l’ho appreso dalle chiacchierate con le mie amiche che fanno le insegnati, nella mia stessa città o in altre parti d’Italia, una di loro addirittura ha all’attivo un’esperienza maturata in una difficile realtà di un paese all’interno dell’entroterra siciliano.
Sono insegnanti di scuola primaria, secondaria di primo e di secondo grado, ma i loro racconti si assomigliano tutti, le problematiche riscontrate sono sempre le stesse.

Altre fonti dirette da cui posso attingere le mie conoscenze sono quelle delle colleghe, dei vicini di casa e delle amiche che hanno dei figli in età scolare e mi raccontano questa realtà vista dall’altra parte.

Mi manca purtroppo una conoscenza diretta di ciò che pensano i bambini e i ragazzi di questo loro mondo, insomma di coloro che sono poi i veri diretti beneficiari, o almeno dovrebbero esserlo, di questa scuola moderna.

Come potrete immaginare quindi mi sono potuta fare idee piuttosto chiare sull’argomento, ma per non incorrere nell’errore di risultare troppo tranchant preferisco astenermi dall’esprimere in questa sede opinioni e giudizi personali su un argomento tanto delicato che, per quanto mi appassioni, resta pur sempre qualcosa di cui io ho una conoscenza incompleta.

Ma veniamo al nostro libro, “A scuola non si respira più” è un titolo piuttosto forte se si pensa che proprio la scuola dovrebbe essere la casa della cultura, quella cultura che da sempre è intesa come qualcosa che rende libero l’essere umano donando lui la capacità di ragionare e di poter esprimere un pensiero critico.

Perché quindi le nostre scuole sono diventati ambienti claustrofobici?

La professoressa Margherita Politi, grazie ad una lunga e comprovata esperienza, attraverso le pagine del suo dettagliato saggio si prefigge di analizzare questo sistema scuola, un sistema ormai prossimo all’implosione.
Allo stesso tempo cerca di suggerire valide e fattive soluzioni al fine di potersi riappropriare di una scuola dove alunni ed insegnanti possano tornare a respirare.

Gli insegnanti come del resto i loro ragazzi sono infatti sempre più in sofferenza, entrambi necessitano di essere ascoltati, di essere compresi e di essere motivati.

Se i ragazzi difettano di attenzione non riusciranno mai a recepire gli insegnamenti perché senza attenzione non esiste discernimento, ma questo non fa che acuire la frustrazione degli insegnanti per i quali diviene sempre più difficile trovare un canale di comunicazioni con i propri studenti.
 
I problemi della scuola di oggi sono, se ci soffermiamo un attimo, quelli di tutte le altre istituzioni italiane: nel nostro Paese abbiamo troppe regole e queste non vengono rispettate, la burocrazia è eccessiva e soffoca ogni iniziativa, troppo spesso anche laddove ci dovrebbe essere la garanzia di personale qualificato assunto tramite regolare concorso, si è invece trovata una scappatoia a discapito della competenza.

Alcune delle problematiche riscontrate oggi tra i banchi di scuola sono conosciute da anni e mi riferisco in particolare al bullismo e all’ansia.
Rispetto al passato queste difficoltà, proprio perché oggi enfatizzate dall’uso dei social, hanno raggiunto però livelli di criticità allarmanti, facendo registrare anche un pericoloso aumento di aggressività e mancanza di rispetto nei confronti degli insegnanti.

Legate a questo uso smodato di device come cellulari e tablet, si sono riscontrate a carico dei ragazzi altre due grandi problematiche ovvero il cosiddetto Social jet lag e l’analfabetismo funzionale.

Il primo è legato alla carenza di sonno dovuta all’uso smodato di cellulari e della messaggistica che toglie ore di riposo ai ragazzi, ci si addormenta infatti più tardi la sera per poter rispondere all’ultimo whatsapp del compagno, e alla cattiva qualità del sonno stesso causata dalla nocività della luce prodotta da tali device.

L’analfabetismo funzionale è una problematica legata all’incapacità di comprendere, valutare ed usare testi scritti.
Per fare un banale esempio, siamo di fronte ad un analfabeta funzionale quando la persona non è in grado di saper distinguere tra ciò che viene riportato come notizia certa e ciò che invece deve intendersi come una semplice opinione.
In un mondo popolato da fake news, va da sè quanto questo possa essere pericoloso.

Margherita Politi passa poi ad analizzare anche tutte quelle problematiche legate all’integrazione ed all’inclusione scolastica, non si deve però commettere l’errore di credere che esse siano riferite solo all’introduzione in classe di alunni stranieri o di allievi diversamente abili.
Nella scuola moderna esiste tutta una nuova serie di problematiche legate ad alunni che necessitano di aiuti particolari quali BES, DSA, alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività e così via.
Nuove patologie, oggi certificate, ma che fino a pochi anni fa non erano riconosciute.

Come avrete compreso il volume di Margherita Politi è un libro esaustivo e molto ben articolato, un saggio in cui si cerca di analizzare tutto il sistema dell’istruzione scolastica in ogni suo aspetto nella maniera più dettagliata possibile.

Ho cercato di presentarvelo mantenendomi super partes per non influenzare il vostro giudizio e ho utilizzano volutamente un linguaggio il più possibile privo di tecnicismi. 

“A scuola non si respira più” è un libro di denuncia, ma anche un libro che cerca di offrire valide ed efficaci soluzioni; un libro molto critico nei confronti delle istituzioni e della politica, ma anche fautore di una critica costruttiva.

Un volume che può risultare utile a coloro che lavorano nel mondo della scuola e per i quali, seppur senza dubbio già a conoscenza delle diverse problematiche, può divenire un valida guida ed un compendio da cui trarre preziosi suggerimenti e spunti; ma anche per i genitori che, attraverso questo saggio, potrebbero prendere finalmente coscienza di quel mondo nel quale i loro figli trascorrono tanta parte del loro tempo.



2 commenti:

  1. Il libro di Margherita Politi è un libro di denuncia, a tratti scomodo, ma profondamente realistico.
    É uno spaccato veritiero della scuola contemporanea che si affanna nel fornire risposte alle innumerevoli emergenze educative.
    L'autrice non si rivolge solo agli addetti ai lavori, ma a tutta la società civile fornendo spunti di riflessione e testimoniando con pathos quanto sia ricco il dibattito culturale attorno a questa fondamentale agenzia educativa.
    A mio giudizio è un testo che dovrebbe entrare di diritto in una bibliografia per la preparazione ad un concorso, perchè oggi più che mai, il confronto accademico ha senso se sostenuto dalla buona pratica.

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    1. Grazie molte per l'attenta analisi del testo. Ora, più che mai, la DAD ha acuito quanto vado ad analizzare nel libro, ovvero che purtroppo le disuguaglianze sociali sono aumentate...che i territori sono diversi e che le Scuole necessitano di maggiore autonomia. Non soltanto, il Covid ci ha insegnato che occorre programmare prima, non aspettare di essere assorbiti in situazioni nelle quali l'Italia, come al solito dà il meglio di sè, ma non basta. Occorre prevenire, organizzare, tecnologizzarci. Sanità pubblica e Scuola pubblica dovranno essere riprogrammate....

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