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A SCUOLA NON SI RESPIRA PIU’
di Margherita
Politi
Liberodiscrivere
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Trovare una recensione
di un saggio sulla scuola di oggi potrebbe sembrare piuttosto inconsueto per i
lettori del mio blog.
In realtà l’anomalia è
solamente apparente in quanto la lettura
è uno degli alleati più validi che noi possediamo per poter contrastare
l’analfabetismo funzionale.
E di cosa si occupa il
mio blog se non di trasmettere la passione per la lettura? di aiutare i lettori
a riscoprire i classici? di fare conoscere le nuove uscite in libreria?
Qualcuno di voi magari nel
frattempo si starà chiedendo cosa si intenda per “analfabetismo
funzionale”; vi chiedo ancora un attimo di pazienza.
Prima di tutto, vorrei
fare una premessa; non sono un’addetta ai lavori, pertanto ho una conoscenza del mondo della scuola piuttosto frammentaria e lacunosa.
Ho frequentato il liceo
classico e mi sono laureata in lettere classiche con un indirizzo archeologico.
Non avevo mai pensato
di voler fare l’insegnante, il mio interesse era tutto proiettato verso la
conservazione dei beni culturali, corso che purtroppo all’epoca non era ancora
stato attivato presso l’università della mia città.
Ho insegnato però in
una scuola privata italiano per stranieri
per alcuni anni e ricordo quel periodo come l’esperienza più appagante della
mia carriera lavorativa, carriera che purtroppo è stata poi forzosamente
orientata verso altri lidi più remunerativi, ma decisamente anche molto meno
soddisfacenti dal punto di vista umano.
Quello che conosco della scuola di oggi l’ho appreso dalle
chiacchierate con le mie amiche che fanno le insegnati, nella mia stessa
città o in altre parti d’Italia, una di loro addirittura ha all’attivo un’esperienza
maturata in una difficile realtà di un paese all’interno dell’entroterra
siciliano.
Sono insegnanti di
scuola primaria, secondaria di primo e di secondo grado, ma i loro racconti si assomigliano tutti, le
problematiche riscontrate sono sempre le stesse.
Altre fonti dirette da cui posso attingere le mie conoscenze sono quelle delle colleghe, dei vicini di casa e
delle amiche che hanno dei figli in età scolare e mi raccontano questa
realtà vista dall’altra parte.
Mi manca purtroppo una conoscenza diretta di ciò che pensano
i bambini e i ragazzi di questo loro mondo, insomma di coloro che sono poi i veri
diretti beneficiari, o almeno dovrebbero esserlo, di questa scuola moderna.
Come potrete immaginare
quindi mi sono potuta fare idee piuttosto chiare sull’argomento, ma per non incorrere nell’errore di risultare
troppo tranchant preferisco astenermi
dall’esprimere in questa sede opinioni e giudizi personali su un argomento tanto
delicato che, per quanto mi appassioni, resta pur sempre qualcosa di cui io ho
una conoscenza incompleta.
Ma veniamo al nostro
libro, “A scuola non si respira più” è un titolo piuttosto forte se si pensa
che proprio la scuola dovrebbe essere la
casa della cultura, quella cultura che da sempre è intesa come qualcosa che
rende libero l’essere umano donando lui la capacità di ragionare e di poter
esprimere un pensiero critico.
Perché quindi le nostre scuole sono diventati ambienti
claustrofobici?
La professoressa Margherita
Politi, grazie ad una lunga e comprovata esperienza, attraverso le pagine del
suo dettagliato saggio si prefigge di analizzare
questo sistema scuola, un sistema ormai prossimo all’implosione.
Allo stesso tempo cerca
di suggerire valide e fattive soluzioni
al fine di potersi riappropriare di una scuola dove alunni ed insegnanti possano
tornare a respirare.
Gli insegnanti come del
resto i loro ragazzi sono infatti sempre più in sofferenza, entrambi
necessitano di essere ascoltati, di essere compresi e di essere motivati.
Se i ragazzi difettano di attenzione non riusciranno mai a
recepire gli insegnamenti perché senza attenzione non esiste discernimento, ma questo
non fa che acuire la frustrazione degli
insegnanti per i quali diviene sempre più difficile trovare un canale di
comunicazioni con i propri studenti.
I problemi della scuola
di oggi sono, se ci soffermiamo un attimo, quelli di tutte le altre istituzioni
italiane: nel nostro Paese abbiamo troppe
regole e queste non vengono rispettate, la burocrazia è eccessiva e soffoca ogni iniziativa, troppo spesso
anche laddove ci dovrebbe essere la garanzia di personale qualificato assunto tramite regolare concorso, si è invece trovata una
scappatoia a discapito della competenza.
Alcune delle
problematiche riscontrate oggi tra i banchi di scuola sono conosciute da anni e
mi riferisco in particolare al bullismo e all’ansia.
Rispetto al passato queste
difficoltà, proprio perché oggi enfatizzate dall’uso dei social, hanno raggiunto però livelli di criticità
allarmanti, facendo registrare anche un pericoloso aumento di aggressività
e mancanza di rispetto nei confronti degli insegnanti.
Legate a questo uso smodato
di device come cellulari e tablet, si sono riscontrate a carico dei ragazzi
altre due grandi problematiche ovvero il cosiddetto Social jet lag e l’analfabetismo
funzionale.
Il primo è legato alla carenza di sonno dovuta all’uso smodato
di cellulari e della messaggistica che toglie ore di riposo ai ragazzi, ci si
addormenta infatti più tardi la sera per poter rispondere all’ultimo whatsapp
del compagno, e alla cattiva qualità del sonno stesso causata dalla nocività
della luce prodotta da tali device.
L’analfabetismo funzionale è
una problematica legata all’incapacità di comprendere, valutare ed usare testi
scritti.
Per fare un banale
esempio, siamo di fronte ad un analfabeta funzionale quando la persona non è in
grado di saper distinguere tra ciò che viene riportato come notizia certa e ciò
che invece deve intendersi come una semplice opinione.
In un mondo popolato da
fake news, va da sè quanto questo possa essere pericoloso.
Margherita Politi passa
poi ad analizzare anche tutte quelle problematiche
legate all’integrazione ed all’inclusione scolastica, non si deve però
commettere l’errore di credere che esse siano riferite solo all’introduzione in
classe di alunni stranieri o di allievi diversamente abili.
Nella scuola moderna
esiste tutta una nuova serie di problematiche legate ad alunni che necessitano
di aiuti particolari quali BES, DSA,
alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività e così via.
Nuove patologie, oggi
certificate, ma che fino a pochi anni fa non erano riconosciute.
Come avrete compreso il
volume di Margherita Politi è un libro esaustivo
e molto ben articolato, un saggio in
cui si cerca di analizzare tutto il sistema dell’istruzione scolastica in ogni
suo aspetto nella maniera più dettagliata possibile.
Ho cercato di presentarvelo
mantenendomi super partes per non influenzare il vostro giudizio e ho utilizzano
volutamente un linguaggio il più possibile privo di tecnicismi.
“A scuola non si
respira più” è un libro di denuncia, ma anche un libro che cerca di offrire valide
ed efficaci soluzioni; un libro molto
critico nei confronti delle istituzioni e della politica, ma anche fautore di
una critica costruttiva.
Un volume che può
risultare utile a coloro che lavorano nel mondo della scuola e per i quali,
seppur senza dubbio già a conoscenza delle diverse problematiche, può divenire
un valida guida ed un compendio da cui
trarre preziosi suggerimenti e spunti; ma anche per i genitori che,
attraverso questo saggio, potrebbero prendere finalmente coscienza di quel
mondo nel quale i loro figli trascorrono tanta parte del loro tempo.
Il libro di Margherita Politi è un libro di denuncia, a tratti scomodo, ma profondamente realistico.
RispondiEliminaÉ uno spaccato veritiero della scuola contemporanea che si affanna nel fornire risposte alle innumerevoli emergenze educative.
L'autrice non si rivolge solo agli addetti ai lavori, ma a tutta la società civile fornendo spunti di riflessione e testimoniando con pathos quanto sia ricco il dibattito culturale attorno a questa fondamentale agenzia educativa.
A mio giudizio è un testo che dovrebbe entrare di diritto in una bibliografia per la preparazione ad un concorso, perchè oggi più che mai, il confronto accademico ha senso se sostenuto dalla buona pratica.
Grazie molte per l'attenta analisi del testo. Ora, più che mai, la DAD ha acuito quanto vado ad analizzare nel libro, ovvero che purtroppo le disuguaglianze sociali sono aumentate...che i territori sono diversi e che le Scuole necessitano di maggiore autonomia. Non soltanto, il Covid ci ha insegnato che occorre programmare prima, non aspettare di essere assorbiti in situazioni nelle quali l'Italia, come al solito dà il meglio di sè, ma non basta. Occorre prevenire, organizzare, tecnologizzarci. Sanità pubblica e Scuola pubblica dovranno essere riprogrammate....
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