domenica 17 maggio 2020

“Un viaggio italiano” di Philipp Blom


UN VIAGGIO ITALIANO
di Philipp Blom
MARSILIO

Questa è la storia di un’ossessione. Una caccia all'uomo, un viaggio alla scoperta di un mondo dal quale ci separano trecento anni. Un’indagine sulle orme di una persona la cui vita e la cui morte, spazzate via dalla risacca degli eventi, non sembrano avere lasciato alcuna traccia. Nessuna fonte, nessun autore hanno serbato il benché minimo ricordo della sua esistenza: rimane solo lo strumento che le sue mani hanno creato, e che ora vibra nelle mie.

Inizia così “Un viaggio italiano. Storia di una passione nell'Europa del Settecento”, un  libro a metà tra il romanzo e l’indagine storica.

Philipp Blom, storico e scrittore, fin da ragazzo aveva sognato una carriera da musicista, ma aveva dovuto arrendersi dinnanzi all'evidente mancanza di talento; non sempre infatti la pazienza e la determinazione sono sufficienti per realizzare i propri sogni.
La passione per il violino però non l’ha mai abbandonato e, tranne per un breve periodo della sua vita, non ha mai smesso di suonarlo.
Grazie alla musica egli ha sempre trovato conforto nei momenti di crisi e rifugio nei tempi difficili.

Un giorno, quasi per caso, il nostro io narrante entra in possesso di un antico violino del Settecento, un violino fatto probabilmente in Italia, ma da un liutaio tedesco. 

Nasce così in lui l’ossessione di scoprire di più su colui che diede vita a questo strumento.
Inizia da qui un lungo viaggio nel tempo fatto di innumerevoli incontri con esperti disposti ad esaminare il violino, di indagini storiche d’archivio complesse ed affascinanti, ma anche estenuanti, e di numerose perizie al fine di ottenere una datazione certa grazie all'indagine dendrocronologica.   

Sulla base delle fonti storiche Philipp Blom ricostruisce una storia alquanto verosimile della vita dello sconosciuto liutaio.

Forse all'inizio del 1700 un giovane lasciò Füssen alla volta dell’Italia, giunse  a Venezia, dove divenne apprendista nella bottega di qualche famoso artigiano, magari addirittura di Goffriller.
Forse il nostro giovane rimase a lavorare nella bottega del suo maestro e non ebbe mai il coraggio o la possibilità economica di mettersi in proprio o, magari, aprì egli stesso una sua bottega, o forse lasciò Venezia per un’altra città.
Le possibilità sono infinite, ma di tutto ciò non ci è dato sapere nulla, perché questo

 è il triste destino degli ultimi superstiti: non hanno più nessuno con cui parlare.

Attraverso le pagine di questo splendido libro Philipp Blom ci riporta indietro in un’epoca di artigiani girovaghi, aristocratici e musicisti di corte; un’epoca in cui l’Italia era un paese ancora diviso, governato da potenze straniere e funestato da guerre.
Eppure, nonostante il periodo così travagliato, l’Italia era anche un paese in grado di esprimere il meglio nelle arti e nelle scienze dando i natali a personaggi quali Antonio Vivaldi e Giacomo Casanova, solo per citare alcuni dei personaggi che incontriamo proprio nel libro di Blom.

Philipp Blom ci racconta della nascita della liuteria a Füssen e del suo declino, delle botteghe italiane ed in particolare delle differenze che intercorrevano tra quelle cremonesi e quelle veneziane, della vita degli apprendisti e del loro operato all'interno di quelle stesse botteghe, dei violini, di quelli costruiti da liutai famosi quali Stradivari, Guarneri del Gesù, Testore, e di quelli nati dalle mani di artigiani meno conosciuti dai più, come Goffriller, Stainer, Kaiser.

Il libro di Philipp Bloom è un libro che dischiude al lettore le porte di un mondo appassionante e sconosciuto come quello della compravendita degli strumenti d’epoca e di un mondo altrettanto affascinante come quello dei laboratori dove persone dalla capacità straordinarie riparano inestimabili capolavori della liuteria.

Philpp Blom attraverso le pagine del suo libro ci regala un originale affresco dell’Europa ed in particolare dell’Italia dell’età dei lumi e, grazie alle sue descrizioni di paesaggi urbani e culturali insoliti, ci sembra di poter scrutare il tutto da un punto di osservazione privilegiato, quasi che noi stessi ci trovassimo dentro una di quelle meravigliose vedute di Canaletto e da lì potessimo gettare uno sguardo sulla seducente vita della Venezia del Settecento.







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