venerdì 23 agosto 2019

“Io, Caterina” di Francesca Riario Sforza

IO, CATERINA
di Francesca Riario Sforza
TEA
Caterina, figlia di Galeazzo Maria Sforza e della sua amante Lucrezia Landriani, nacque nel 1463 e fu allevata, con i fratelli nati dalla medesima relazione, insieme ai figli legittimi del duca nati dal matrimonio con Bona di Savoia.

Caterina Sforza diede prova del suo forte carattere già da bambina quando, ad appena  dieci anni, accettò di sposare senza alcun timore il pretendente per lei scelto, Girolamo Riario, nipote di papa Sisto IV, un matrimonio che l’avrebbe resa la figura femminile più importante dello Stato Pontificio.

Quando quattordicenne giunse a Roma per le nozze, Caterina trovò un ambiente che la ammaliò per il suo sfarzo ma che allo stesso tempo fu in grado di stimolare il suo già vivo interesse per l’arte e la cultura.

Dopo che il marito venne assassinato, a seguito di una congiura ordita ai suoi danni, Caterina dimostrò ancora una volta tutta la sua fierezza e la sua propensione al comando.

Infatti, come già accadde in occasione della morte di papa Sisto IV, quando ella non esitò a barricarsi dentro Castel Sant’Angelo tenendo in scacco l’intero Stato Pontificio pur di salvare le proprietà del marito, così, anche in questa occasione, la Tigre di Forlì non si tirò indietro pur di difendere quanto spettava al legittimo erede di Girolamo, Ottaviano Riario, che all’epoca era solo un bambino.

La vita di Caterina Riario Sforza fu una vita davvero avventurosa e vivace.

Rimasta vedova, dopo una breve e passionale relazione con Antonio Maria Ordelaffi, sposò in seconde nozze Giacomo Feo, fratello del suo castellano, molto più giovane di lei e, quando pure lui morì per mano della congiura ordita tra gli altri anche dal suo primogenito Ottaviano, sposò Giovanni de’ Medici, fratello di Lorenzo de’ Medici e figlio di Pierfrancesco de’ Medici, appartenenti al ramo cadetto dell’illustre famiglia.

Proprio dal matrimonio con Giovanni nascerà l’ultimogenito di Caterina Sforza, l’ultimo di molti figli nati da lei nel corso degli anni.

Il piccolo Giovanni, che passerà alla storia con il nome di Giovanni dalle Bande Nere, sarà il padre del futuro Cosimo I de’ Medici, il primo Granduca di Toscana.

Caterina Sforza lottò a lungo per difendere i suoi possedimenti di Imola e di Forlì; unica donna in mezzo agli uomini, riuscì per anni a destreggiarsi tra guerre, faide e congiure, fino a quando anche lei, come molti altri, dovette arrendersi di fronte al famigerato Cesare Borgia, il duca Valentino, il figlio del tanto discusso papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia.

Caterina, dopo essere stata rinchiusa per quasi un anno in una prigione senza sapere quale sarebbe stato il suo destino, venne finalmente liberata e le fu concesso di vivere gli ultimi anni della sua vita lontano dalla scena politica nella città di Firenze dove morì nel 1509.

Caterina Sforza fu una donna fuori dal comune, capace di guidare un esercito in battaglia, così come di saper fronteggiare gli avversari nel più sottile gioco della politica e della diplomazia.

Possedeva una cultura vastissima che sconfinava anche in quei campi che fino ad allora erano stati di esclusivo appannaggio maschile come l’alchimia e la chimica.

Appassionata di erbe, di medicina e di cosmesi, scrisse lei stessa un trattato giunto ai giorni nostri con il titolo di Experimenti composto da quattrocentosettantun ricette per combattere le malattie del corpo e conservare la bellezza. 

Dotata di un fascino speciale oltre che di una particolare bellezza, riuscì ad ammaliare artisti quali Leonardo Da Vinci e Botticelli, nei dipinti dei quali è oggi forse possibile individuare alcuni tratti che la ritraggono.
Nel libro si fa riferimento ad esempio al volto di una delle Grazie nella “Primavera” del Botticelli ed al sorriso della “Gioconda” di Leonardo Da Vinci.

“Io, Caterina”, scritto proprio da una discendente della protagonista del romanzo, Francesca Riario Sforza, è un libro molto piacevole e di facile e scorrevole lettura.

I riferimenti storici e l’ambientazione sono stati quasi sempre rispettati tranne laddove ovviamente l’autrice ha dovuto prendersi qualche licenza a favore dell’economia narrativa, non possiamo dimenticare che si tratta pur sempre di un romanzo.

Caterina Sforza fu indubbiamente un personaggio davvero singolare, una donna che pure alla fine dei suoi giorni non riuscì a rassegnarsi all’idea di dover ormai ricoprire un ruolo da comprimaria, lei che aveva voluto essere sempre padrona del suo destino anche a costo di pagare duramente le proprie scelte.

Aveva saputo lottare come una tigre per difendere gli interessi suoi e dei suoi figli distinguendosi, in un mondo di uomini, come una donna indipendente, forte e coraggiosa.

Caterina Sforza fu in grado di anticipare i tempi, una donna moderna alla quale, seppur vissuta quasi seicento anni fa, dovremmo ancor oggi ispirarci guardando a lei come ad un esempio da cui trarre ispirazione.










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