lunedì 5 agosto 2019

“Io non m’innamoro più” di Silvestro Sentiero


IO NON M’INNAMORO PIU’
di Silvestro Sentiero
EDITRICE LA PANNOCCHIA
Vincenzo Cangiano, per tutti Vincé, vive con la madre e la sorella; del padre ha solo un vago ricordo, l’uomo infatti aveva abbandonato la famiglia quando Vincenzo era piccolino: un giorno era uscito di casa senza più farvi ritorno, era sparito così senza un motivo, senza lasciare traccia.

Da quel giorno la madre di Vincenzo si è rinchiusa in un mondo tutto suo fatto di immagini sacre e preghiere e Rosellina, la figlia maggiore, è stata costretta a rimboccarsi le maniche per mandare avanti la casa e per crescere il fratellino.

Rosellina è una ragazza poco istruita a cui il padre non aveva permesso di terminare neppure le scuole medie, ma lei non ne aveva fatto un dramma avendo pochissima fiducia nel valore dell’istruzione.
Rosellina è dell’avviso infatti che l’esperienza e la vita di tutti i giorni siano i migliori maestri che si possano avere.

Così quando Vincenzo viene bocciato per la seconda volta, la sorella non trova nulla di sbagliato nel fatto che anche il fratello abbandoni la scuola media tanto più visto lo scarso interesse per lo studio da lui dimostrato.

L’allontanamento dalle istituzioni scolastiche fa sì che il ragazzino si trovi però con troppo tempo libero a disposizione da passare in strada e questo lo porta inevitabilmente, come spesso accade, a frequentare pessime compagnie.

Ciro il suo amico è un ragazzo molto più grande, un balordo tossicodipendente ossessionato dall’idea di fare soldi facili e di sposare quanto prima possibile Cettina, la sua fidanzata, che a sua volta ha un solo sogno ovvero quello di diventare un’attrice famosa.

Gli anni dell’adolescenza di Vincenzo trascorrono in mezzo a droga, pestaggi, omicidi e violenze di ogni genere.

Vincenzo però è diverso da Ciro, Giacomo e gli altri; egli è sì colpevole perché non denuncia quegli atti criminali a cui assiste, ma nonostante sia solo un bambino e ai suoi occhi almeno all’inizio tutto appaia come un gioco, seppur un gioco crudele, egli inizia a fare i conti con la propria coscienza.

Vincenzo ha la fortuna di incontrare sulla sua strada la pittrice Franziska che riesce, seppur con metodi non proprio ortodossi, a riportarlo sulla retta via tanto che non solo Vincenzo prenderà la licenza media, ma addirittura si iscriverà all’università e diverrà un avvocato civilista impegnato nella difesa delle persone meno fortunate.

Il romanzo è un romanzo breve, di appena 158 pagine, eppure l’autore è riuscito a descrivere perfettamente ogni personaggio, a caratterizzarlo fin nei più piccoli particolari, come uno di quei pittori che con poche pennellate riescono a catturare lo spirito di coloro che stanno ritraendo.

Trattandosi però di Silvestro Sentiero questo non dovrebbe stupire poiché egli è un poeta, un artista di strada dall’aspetto di un moderno Charlot, che attraverso i suoi versi è capace di catturare in un attimo l’anima di chi incrocia il suo sguardo.

“Io non m’innamoro più” è il suo primo romanzo, gli altri suoi volumi sono tutti libri di poesie.

La realtà degradata che fa da cornice al romanzo, una realtà dove brutalità e prevaricazione fanno da padrone, richiama alla mente quelle realtà violente tipiche di un romanzo come “Ragazzi di vita” di Pasolini.

Ma qui nel romanzo di Sentiero la speranza è reale e la si avverte fin dalle prime pagine, il lettore non dubita mai che Vincenzo riesca a salvarsi dall’abbruttimento che lo circonda, magari a modo suo, magari scendendo a compromessi, ma il lettore intuisce sin da subito che Vincenzo è destinato alla salvezza, e proprio per questo l’attenzione del lettore può concentrarsi sul percorso più che sul risultato.

Silvestro Sentiero vanta un curriculum di tutto rispetto in cui non solo si legge di partecipazioni ad importanti trasmissioni televisive, ma anche di diverse partecipazione a reading con artisti del calibro di Alda Merini e Mario Luzi senza contare che vanta al suo attivo anche un premio Ubu ricevuto per la trascrizione in napoletano de “La Tempesta” di Shakespeare.

Silvestre Sentiero è però soprattutto un artista di strada che quando meno ve lo aspettate potrebbe prendervi per mano e, guardandovi negli occhi, regalarvi un momento di felicità inaspettata.

Come? Scrivendovi su un foglietto dei versi estemporanei che sarete stati voi ad ispirargli e donandovi così un imprevedibile attimo di felicità e magia, come è accaduto a me il mese scorso, a Mercantia, il famoso festival internazionale del Quarto teatro che si svolge ogni anno a Certaldo.

Non vi svelerò cosa il poeta abbia scritto sul mio biglietto, ma posso assicuravi che non si può non rimanere incantanti ed affascinati dalla romantica atmosfera che Silvestro Sentiero riesce a ricreare attorno alle persone che avvicina.

Vi auguro con tutto il cuore un giorno di avere la fortuna di poterlo incontrare per poter assaporare, anche se solo per un fuggevole attimo, quella sensazione di magia e incanto che solo la poesia più vera è in grado di regalare.







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