LA DIVA SIMONETTA
la sans par
di Giovanna
Strano
AIEP EDITORE
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Il romanzo è ambientato nella Firenze
rinascimentale di Lorenzo il Magnifico e di tutti i grandi maestri dell’epoca tra i quali possiamo ricordare Botticelli, Benozzo Gozzoli e il Ghirlandaio.
Io narrante del racconto è Lorenzo di Pierfrancesco, esponente del
ramo secondogenito della famiglia Medici.
Il nonno di Lorenzo era figlio di
Giovani di Bicci e fratello di Cosimo; Lorenzo di Pierfrancesco, che sarà poi
conosciuto come Lorenzo il Popolano, era quindi cugino di Lorenzo il Magnifico e del fratello di questi Giuliano de’
Medici.
Lorenzo di Pierfrancesco, così come il
fratello Giovanni, mostrarono ben presto un
vivo senso di gelosia nei confronti dei parenti più autorevoli.
Una prima avvisaglia di quanto sarebbe
poi accaduto negli anni successivi, fu proprio la richiesta da parte di Lorenzo di
Pierfrancesco di un arbitrato esterno che dirimesse l’annosa questione del
patrimonio che il ramo primogenito della famiglia amministrava per conto del
ramo cadetto fin dai tempi di Cosimo, essendo il fratello di questi scomparso
prematuramente lasciando un figlio piccolo, Pierfrancesco, padre di Lorenzo.
La
sentenza arbitrale condannò il 22 novembre del 1485 Lorenzo il Magnifico a
corrispondere al cugino un indennizzo il cui valore era pari a trentamila
ducati.
Nel romanzo di Giovanna Strano la poca
stima che Lorenzo di Piefrancesco nutre nei confronti di Lorenzo de’ Medici,
detto il Magnifico, emerge chiaramente dalle parole da questi pronunciate
contro il più famoso cugino, manifestando, invece, tutta la sua stima per
il maestro Botticelli, la sua musa Simonetta Cattaneo ed il cugino Giuliano de' Medici, da lui ampiamente preferito al fratello maggiore.
La
storia tra Giuliano de’ Medici e Simonetta Cattaneo, moglie di Marco Vespucci è
senza dubbio una delle storie d’amore più celebri della storia.
Va quindi riconosciuto il grande merito
a Giovanna Strano di essere riuscita a raccontare una storia tanto nota in modo
nuovo, fresco ed emozionante.
La genovese Simonetta con molta
probabilità non vide mai la città di Genova
poiché, all’epoca della sua nascita, la famiglia Cattaneo si era già
trasferita a Portovenere.
Giovanna Strano inizia quindi a
raccontare la vita di Simonetta immaginandola proprio come una bambina tutta intenta a giocare spensierata tra le onde del suo
mare a Portovenere, ancora ignara che un giorno sarebbe diventata la donna più ammirata
e corteggiata di Firenze, la sans par.
Il libro di Giovanna Strano, per quanto
si basi su verità storiche, racconta una versione molto libera e
romanzata delle vicende che videro sbocciare l’amore tra Giuliano e Simonetta,
eppure, grazie al talento narrativo dell’autrice la storia risulta quanto mai
credibile.
Simonetta viene descritta come una donna bella,
colta e raffinata, dolce e gentile ma allo stesso tempi anche molto determinata
e dotata di una forza di carattere non comune.
Per descrivere la sans par Giovanna Strano si è ispirata ai documenti di archivio ed alla letteratura dell’epoca, ma soprattutto
ha osservato con molto attenzione i
dipinti di Botticelli.
Alessandro Filipepi, da tutto conosciuto
come il Botticelli, fece di Simonetta Cattaneo la propria musa ispiratrice e così
ancora oggi possiamo ammirarne la
bellezza ineguagliabile in moltissime opere del maestro fiorentino, le più famose
delle quali restano “La Primavera” e “La nascita di Venere”.
Il Botticelli fu talmente legato alla
bella Simonetta che alla sua morte volle essere sepolto nella chiesa di
Ognissanti a Firenze dove riposava colei che tanto lo aveva ispirato.
Il personaggio di Botticelli svolge un ruolo fondamentale nel romanzo di Giovanna Strano,
pittore dallo spirito arguto e dalla raffinata cultura, grazie alla sua
acutezza ed alla sua sensibilità, diviene una sorta di amico-confidente per
Simonetta che trova nel suo studio un di rifugio dalle macchinazioni del
suocero.
Piero
Vespucci è una persona
gretta e meschina, un arrivista che, pur di raggiungere i suoi scopi, non si fa
scrupolo di usare l’avvenenza della nuora mettendola in mostra alla stregua di
una merce rara e preziosa per ingraziarsi le alte sfere del potere, complice il
marito di lei che si lascia manipolare dall’ambizioso padre.
Giuliano
de’ Medici,
l’affascinante fratello del Magnifico, ricopre il ruolo del cavaliere innamorato
che accorre in aiuto della donna amata la quale appare ai suoi occhi come un angelo.
Giuliano e Simonetta sono giovani,
belli, innamorati ed ammirati da tutti, ma
se la felicità, quando è piena, stenta a non farsi riconoscere, così l’invidia e la cattiveria sono sempre in
agguato ed inevitabilmente la sventura si abbatterà su di loro.
Il romanzo si legge davvero molto
volentieri grazie anche ad una scrittura veloce e scorrevole; l’autrice
dimostra di avere molta fantasia e le interpretazioni
che dà dei quadri di Botticelli per accordarli al racconto sono davvero
suggestive ed interessanti.
Una storia d’amore struggente, dei protagonisti
incantevoli e seducenti, una descrizione
minuziosa della corte medicea quattrocentesca ricca di fascino, stimolante e
suggestiva sulla cui scena si muovono tutti i personaggi di spicco del
Rinascimento fiorentino, sono gli elementi che fanno di “La Diva Simonetta”
un romanzo storico in grado di appassionare e coinvolgere decisamente anche il
lettore più esigente.
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