Claudia
de’ Medici (1604-1648), ultima figlia di Ferdinando I e Cristina di Lorena, fu
una figura straordinaria per determinazione e lungimiranza.
La
sua vita fu segnata da eventi drammatici e scelte coraggiose che la portarono a
emergere come una delle donne più influenti della sua epoca.
Nel
1621, Claudia sposò Francesco Ubaldo Della Rovere, duca di Urbino, un
matrimonio che si rivelò infelice a causa del carattere distante e arrogante
del marito. L'unione generò una sola figlia, Vittoria Della Rovere, ma non
riuscì a garantire la continuità dinastica del Ducato di Urbino, che tornò
sotto il controllo papale. Rimasta vedova a soli diciannove anni, Claudia tornò
a Firenze con la figlia e si ritirò in convento.
Il
25 marzo 1626, Claudia sposò per procura l'arciduca Leopoldo V d’Asburgo,
diventando arciduchessa d’Austria e contessa del Tirolo. Questo secondo
matrimonio fu felice e prospero, ma si concluse prematuramente con la morte di
Leopoldo nel 1632. Nonostante le iniziali resistenze dell'imperatore, Claudia
fu nominata reggente del Tirolo, seguendo le volontà testamentarie del marito,
e governò con saggezza fino alla maggiore età del figlio primogenito,
Ferdinando Carlo.
Claudia
si distinse per la sua abilità politica e amministrativa in un contesto
dominato dagli uomini e segnato dalla guerra. Fu una sovrana attenta ai bisogni
dei suoi sudditi, promotrice del bilinguismo e delle arti, trasformando la
corte di Innsbruck in un centro culturale di grande prestigio. Inoltre,
incentivò gli scambi commerciali istituendo il Magistrato Mercantile,
contribuendo a rafforzare l'importanza internazionale di Bolzano.
Profondamente
cattolica, Claudia lasciò che la sua fede guidasse molte delle sue azioni, ma
non permise mai che il suo ruolo di donna la relegasse ai margini. La sua
determinazione e il suo spirito innovativo la resero una figura unica nel
panorama politico e culturale dell'epoca.
La
sua vita è narrata in forma di romanzo, una lettura piacevole e coinvolgente,
sebbene non priva di gravi errori storici.
Tra
gli errori presenti nel libro, spicca la congiura dei Pazzi, che l'autrice
colloca erroneamente il lunedì di Pasqua invece che nell'ultima domenica di Pasqua, come
realmente accaduto. Un altro errore riguarda il nome del fratello di Lorenzo
de' Medici: nel libro è chiamato Piero, ma il suo nome era Giuliano (Piero era
invece il nome del loro padre).
Particolarmente
grave è la confusione tra Cosimo I e Cosimo il Vecchio, che l’autrice perpetua
per diverse pagine. Louise von Mini-Hansen attribuisce a Cosimo I, nonno di
Claudia, il merito di aver commissionato a Brunelleschi i lavori per la cupola
del Duomo di Firenze, arrivando persino a definirlo il "talent scout"
dell'architetto. Le date fornite nel testo (nascita 1519 e morte 1574) riferite
a Cosimo I sono corrette, peccato che Brunelleschi visse molti anni prima
(1377-1446), rendendo questa attribuzione evidentemente impossibile.
Gli
errori genealogici e storici proseguono, ma anche limitandosi ai sopracitati, è
evidente quanto incidano negativamente sulla qualità del volume.
La
figura di Claudia de’ Medici rimane affascinante e merita di essere ricordata
per il suo contributo alla storia e alla cultura del suo tempo, ma le gravi
inesattezze riportate nel libro rendono difficile consigliare la lettura
dell’opera. Un vero peccato.