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IL
CASSETTO DELLE PAROLE NUOVE
di Monica
Cantieni
Longanesi
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La
bambina protagonista di questo romanzo, io narrante della storia, è stata comprata
da un orfanotrofio per 365 franchi dopo essere stata data in prova alla
famiglia adottiva come fosse stata un oggetto, come uno di quei salotti che i
suoi futuri genitori avevano restituito al venditore perché del colore
sbagliato o perché troppo scomodi.
Ma
adottare una bambina è “per sempre” ed i genitori preoccupati per i problemi di
vista, di comprensione e di costituzione della piccola, decidono di portarla da
un dottore che spiega loro che spesso i bambini “che entrano dalla porta”
maturano più lentamente di quelli che nascono in una famiglia.
Il
padre trova un ingegnoso metodo per aiutare la figlia e inizia così il gioco
delle parole. Ogni nuova parola viene scritta su un foglietto ed inserita in
una scatolina che a sua volta sarà catalogata scrupolosamente. Ci sarà la
scatola delle parole per “ieri”, quella per “adesso” e quella per “domani”.
Ci
saranno anche tante altre scatole come ad esempio quella delle “malattie” o quella
dedicata a “probabilità/speranza” dove verrà inserita la parola “fortuna”
perché la fortuna la vita non è obbligata a concederla a tutti.
Con
l’aiuto del nonno, della mamma e degli altri numerosi personaggi (Eli il
muratore spagnolo, l’italiano Toni, Madame Jelisaweta…) le parole delle scatole
diventeranno frasi. La bimba insieme al nonno Tat creerà "l’enciclopedia delle
buone ragioni" e, assistendo alle discussioni degli adulti, incontrerà “argomenti
di discussione” e “questione di punti di vista” entrambi costituiti da parole
che appartengono alla scatola del futuro perché ancora troppo piccola per partecipare
ai discorsi dei grandi, nonostante a volte lei ne sia proprio l’oggetto.
Attraverso
le parole la bambina impara a comprendere il mondo, a capire gli altri e proprio attraverso queste stesse parole la
Cantieni introduce importanti tematiche sociali.
Con
“adozione”, parola chiave del libro, l’autrice non presenta solo il tema degli
orfanotrofi, della realtà dei bambini abbandonati spesso violenti e spesso
costretti a subire violenza a loro volta, ma ci mostra anche i sentimenti e la
sofferenza di coloro che non possono avere figli e il modo in cui queste
persone vengono spesso sminuite e mortificate dal prossimo.
Altro
argomento attuale e controverso è quello legato alle parole “inforestierimento”,
“politica”, “referendum” e “democrazia” che ci riportano al tema scottante del
razzismo, degli stranieri sfruttati dalla società eppure indesiderati. La solitudine,
la nostalgia di casa e contemporaneamente il terrore di essere cacciati da un
paese straniero dove si ha la possibilità di guadagnare qualcosa per
sopravvivere ed aiutare la propria famiglia rimasta in patria. Il timore da
parte di chi è riuscito ad inserirsi di perdere quel poco che si è conquistato.
L’insofferenza e l’incomprensione, la paura della diversità…
La
bambina trova il calore di una famiglia e giorno dopo giorno riconquista serenità
ed equilibrio, ma osservando il mondo intorno a lei, continua a scontrarsi quotidianamente
con situazioni disperate e tristi come quella di Eli costretto a vivere nascosto
in una cantina per non essere espulso dalla Svizzera o quella di Milena
costretta a vivere in un armadio.

Un
libro commovente ed intenso, malinconico e struggente, a tratti anche duro
come un pugno nello stomaco.
Un romanzo che costringe il lettore a riflettere…assolutamente
da leggere.