LA SOFFIATRICE DI VETRO
di Theresa Révay
SONZOGNO
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“Livia
Grandi ou Le souffle du destin” è il romanzo di esordio sulla scena italiana
di Theresa Révay, autrice della quale nei mesi precedenti vi avevo già
proposto due splendidi romanzi “Le luci bianche di Parigi” e “L’altra riva del Bosforo”.
Siamo nel 1945 e la guerra è appena terminata. Livia
Grandi appartiene ad una importante famiglia di vetrai di Murano.
Livia
ha il vetro e il fuoco nel sangue, dovrebbe essere lei l’erede naturale
della famiglia, ma in quanto donna alla morte del nonno, il famoso Alvise
Grandi, vede infrangersi il suo grande sogno, obbligata a lasciare il
controllo delle vetrerie al fratello che, contrariamente a lei, non ha mai
avuto la passione per il vetro e che da quando è tornato dal fronte non
è più lo stesso.
Flavio
Grandi ha 26 anni all’apparenza è un
uomo taciturno, arrogante, invidioso e irascibile, ma tutto è una facciata,
nella realtà il fratello di Livia è un uomo insicuro e fragile che non riesce a
dimenticare gli orrori vissuti durante il conflitto.
In realtà il titolo del libro è fuorviante: è vero che
Livia Grandi è la protagonista del libro, ma non è la sola. La sua storia è
piuttosto il filo che lega le storie di tutti gli altri personaggi, anch’essi
protagonisti, del romanzo.
Si
potrebbe quasi affermare che l’unica e vera protagonista del libro sia
l’arte millenaria di lavorare il vetro, possa essere quest’arte
riconosciuta nelle vetrate della Lorena, nei vetri di Murano o nei cristalli
della Boemia.
Un’altra
figura di donna emerge tra le pagine del romanzo di Theresa Révay ed è quella
di Hannah Wolf.
Hannah ha subito uno stupro di gruppo a seguito del quale
ha dato alla luce una bambina, come gli altri sudeti è stata deportata e ha
dovuto lasciare tutto ciò che possedeva, iniziare una nuova vita in un campo
profughi, lei ragazza di buona famiglia cresciuta nel rispetto dei valori
borghesi, si è dovuta adattare a vivere in un modo completamente a lei estraneo.
Hanna
però è una donna forte e, nonostante le difficoltà, riesce a ritrovare se
stessa e a conquistare il suo angolo di mondo.
La
guerra ha travolto tutto e tutti, ma soprattutto le donne che sono dovute
crescere in fretta, loro che erano
abituate a vivere protette tra le mura domestiche da mariti, padri, fratelli.
Gli
uomini invece, che le avevano lasciate ragazzine timide e indifese, al loro
ritorno non comprendono come la guerra le possa avere tanto indurite e
rafforzate, loro che invece la guerra ha reso insicuri e sfiduciati.
Tre donne e i loro fratelli:
Elise e François, Hannah e Andreas, Livia e Flavio. Ognuno a modo suo deve
ritrovare il proprio equilibro, riappropriarsi della propria vita, elaborare il
lutto e superare il trauma.
Quello
che ogni volta mi stupisce di questa autrice è la sua magistrale capacità di
creare personaggi reali, carichi di passione e di riuscirne ad indagarne
perfettamente la psicologia facendoli crescere e mutare man mano che la storia
procede.
Non
sempre le scelte dei protagonisti incontrano il favore del lettore, ma proprio
per questo riescono a risultare più vivi e reali, con le loro debolezze, i loro
ripensamenti, i loro dubbi e le loro paure che danno ancora più forza al valore
delle loro conquiste.
Theresa
Révay ha eseguito inoltre come sempre un lavoro preciso e puntuale di
ricerca così che la sua storia risulti completamente convincente ed i suoi
personaggi siano perfettamente
inquadrati nella realtà dell’epoca.
“La
soffiatrice di vetro” è un libro emozionante e coinvolgente come tutti i
romanzi dell’autrice francese e per chi come me è appassionata delle sue storie, non resta che sperare che qualche casa editrice italiana decida di
pubblicare presto anche le altre sue opere.