lunedì 12 dicembre 2022

“Il volto di Vivaldi” di Federico Maria Sardelli

Qualche tempo fa partecipai ad un evento in cui venivano esposti e commentati alcuni quadri che ritraevano Niccolò Paganini. Rimasi colpita dal fatto che lo stesso violinista, vissuto comunque in un’epoca relativamente recente, lamentasse il fatto che la maggior parte delle opere non gli assomigliassero affatto. Si racconta che quando vide il suo ritratto eseguito da George Patten, ne commissionò al pittore subito una copia, poiché per la prima volta vi aveva riconosciuto la propria immagine.

Antonio Vivaldi visse parecchi anni prima di Paganini, ma non ho potuto fare a meno leggendo il titolo di Federico Maria Sardelli di ritornare con la mente a quell’episodio.

Se nel primo libro, “L’affare Vivaldi”, il maestro Sardelli aveva affrontato la storia dei manoscritti del Prete Rosso, in questo ultimo si ripropone di fare il punto su quali e quanti siano i ritratti di Vivaldi a noi giunti che si possano ritenere attendibili.

Una prima parte del volume più generica è dedicata alle questioni di metodo. Si analizzano quindi i criteri usati in passato e quelli utilizzati oggi nel tentativo di riconoscere un dato musicista in un certo dipinto.

Uno degli errori più comuni si è rivelato essere quello di voler leggere il ritratto attraverso la sensibilità di un’epoca completamente differente. Spesso si tende a cogliere nell’individuo effigiato sovrasensi idealistici e romantici che non potevano appartenere all’epoca in cui tale personaggio visse. Così, se tali sovrasensi possono essere attribuiti a musicisti dell’epoca romantica ritratti da pittori coevi, gli stessi non possono essere di certo applicati ai ritratti di musicisti di epoca barocca quando il sentire era completamente differente.

Non si può prescindere, inoltre, da tenere presenti molte altre variabili quali: l’esistenza di pittori più o meno bravi, la differenza e la resa delle diverse tecniche utilizzate per il ritratto, l’analisi degli attributi che identificavano la categoria di appartenenza dell’effigiato, la concreta possibilità di incorrere in errori indotti dalla conoscenza di elementi biografici del musicista in questione.

Nella seconda parte del libro si entra nel vivo della trattazione e si cerca di fare quindi più specificatamente chiarezza sui ritratti di Antonio Vivaldi a noi giunti incrociando dati stilistici, dati tecnico-scientifici ed elementi biografici. L’interdisciplinarità diventa elemento fondamentale per poter raggiungere un’analisi quanto più attendibile possibile. 

Dei ritratti presi in esame dall’autore molti risulteranno false attribuzioni, altri copie di ritratti originali, alcuni risulteranno essere poi ritratti dal vero, altri rimandati a memoria dall’artista, alcuni contemporanei ed altri postumi.

Vivaldi, per quanto conosciuto, non fu certamente da considerarsi facoltoso e ben introdotto come lo furono, ad esempio, Händel o Corelli. Entrambi questi due musicisti furono anche importanti collezionisti d’arte e le loro pinacoteche personali oltre a contare numerosissime opere annoveravano diversi artisti importanti. Quando alla morte di Vivaldi vennero inventariati i suoi beni tra questi erano presenti solo quattrodici quadretti, tutti anonimi.

Vivaldi non poteva quasi sicuramente permettersi di commissionare il proprio ritratto ad un pittore famoso. Il ritratto di Bologna però che, come si evince dalle pagine del libro, risulta essere uno dei più attendibili può di fatto essere attribuito a un buon pittore di scuola veneta per quanto anonimo.

Tra le effigi vivaldiane risultate degne di fede, seppur con manifesti limiti dovuti alle tecniche utilizzate o ad altre problematiche, ci sono le caricature eseguite da Pier Leone Ghezzi e l’incisione di La Cave.

“Il volto di Vivaldi” è un libro interessante e ben articolato. Federico Maria Sardelli entra nei dettagli, sviscera ogni più piccolo indizio, confronta e analizza, scompone e ricompone ogni particolate. Il lettore non può che rimanere affascinato e avvinto dalla stringente logica e dal metodo investigativo dell’autore.

Federico Maria Sardelli è un personaggio eclettico. Saggista, direttore d’orchestra, compositore, pittore, autore satirico nonché Membro dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi e responsabile del catalogo vivaldiano. In questo volume risaltano tutte le sue doti e le sue capacità: lo spirito investigativo, la competenza, la capacità di analisi, la conoscenza dell’argomento e l’ironia che emerge tra le pagine strappando più di un sorriso al lettore soprattutto quando viene usata per rimarcare l’infondatezza di alcune attribuzioni.

Questo volume è un importante tassello per conoscere la figura di Antonio Vivaldi, ma anche per capire come ci si debba muovere in campo storico-iconografico e quali siano gli errori da evitare.

 

Nessun commento:

Posta un commento