Il
catalogo della mostra per i 300 anni dalla morte di Cosimo III de’ Medici,
inaugurata nell’ottobre del 2023 a Palazzo Strozzi Sacrati (Firenze), offre una
nuova prospettiva sulla figura del Granduca.
Cosimo
III è stato spesso ricordato come un sovrano rigido e bigotto, noto per aver
imposto tasse su ogni cosa, persino sulle parrucche, e per aver vissuto gli
ultimi anni della sua vita ossessionato dalla questione della successione
dinastica. Descritto quasi come una macchietta, Cosimo fu a lungo osteggiato da
una moglie capricciosa e caparbia, che lo abbandonò insieme ai figli per
tornare in Francia, senza mai più fare ritorno.
Cosimo
III visse fino alla veneranda età di ottantuno anni, un traguardo notevole per
l’epoca. Non si possono di certo negare i tanti difetti e le mancanze che lo
contraddistinsero nel corso della sua esistenza, ma in verità non possiamo neppure esimerci oggi dal riconoscergli anche alcuni meriti.
Durante
la sua lunga vita, viaggiò moltissimo e si distinse per le sue maniere.
Amante della botanica, diede notevole impulso agli studi naturalistici e
allo sviluppo degli orti botanici di Pisa e Firenze. Fu anche un uomo di
cultura e un mecenate, istituendo l’Accademia Fiorentina a Roma.
Inoltre, a lui si deve la promulgazione del primo disciplinare vinicolo
della storia, con il bando del 1716 che delimitò le quattro zone di
produzione del Chianti, del Pomino, del Valdarno di Sopra e del Carmignano.
Questo volume, come la mostra stessa a cui fa riferimento, sono nati con l'intento di fare luce sulle diverse sfaccettature che contraddistinsero la figura di Cosimo III de’ Medici.
La
bigotteria di Cosimo, per quanto irritante e fastidiosa, potrebbe essere
mitigata ai nostri occhi se si considerasse che l’uso da lui fatto della
religione fu anche di natura politica e non solo strettamente di natura religiosa.
La stessa Vittoria della Rovere non fu la donna bacchettona che la storia ci
ha tramandato. Come il figlio, anche lei fu una grande appassionata di
botanica e di scienza; non possiamo neppure trascurare il fatto che proprio a lei si dovesse
l’istruzione di prim’ordine che venne impartita ad Anna Maria Luisa e a Gian
Gastone.
Il matrimonio di Cosimo III con Marguerite Louise d’Orléans fu
indubbiamente un fallimento, sebbene all'epoca potesse essere considerato un vero capolavoro
dal punto di vista diplomatico.
Marguerite
Louise d’Orléans, principessa del sangue, cugina del Re Sole, nonché
sorellastra della famosa Anne Marie Louise De Montpensier, anche conosciuta come la Grande Mademoiselle, crebbe in un clima di emancipazione sociale e
culturale. Questo fatto non può certamente giustificare il comportamento capriccioso
e ostinato che Marguerite Louise tenne durante la sua permanenza sul suolo toscano, né la decisione di
tornare in patria abbandonando marito e figli, ma potrebbe forse in parte mitigare il
giudizio negativo che la storia le ha sempre riservato.
"Deo simillimum principem" è un libro che getta uno nuovo sguardo su Cosimo III,
sul suo operato e sul suo governo. Un catalogo ragionato che invita a esplorare
quanto ancora è rimasto nascosto tra le pieghe del tempo. Una pubblicazione che analizza ogni aspetto della vita del Granduca e del periodo
storico in cui visse, un periodo che dal punto di vista
politico fu tutt'altro che semplice.
Nessun aspetto che lo riguardi viene tralasciato: dalla sua
educazione ai viaggi, dalle scienze ai personaggi eccezionali che vissero alla
sua corte, come il Redi e il Tilli per citarne solo alcuni, fino all'attività
militare e alla politica estera del Granducato di Toscana. Il libro riporta in appendice
perfino un interessante documento musicale, ossia la prima trascrizione
diplomatica di una “Serenata fatta in Firenze per la Sera della Nascita del
Ser.mo Principe Sposo di Toscana il 14 Agosto 1662”.