Nicla Rossi vede due alunni
allontanarsi durante la pausa e decide di seguirli per riportarli indietro. Si
addentra nel bosco, li chiama, ma di loro non sembra esserci traccia.
L’insegnante avverte qualcosa di diverso in quel luogo a lei tanto familiare,
percepisce la presenza di un qualcosa di
inquietante e primordiale che non sa spiegare. Nicla Rossi non uscirà viva da
quel bosco.
Ad indagare sul presunto omicidio vengono inviati da Belluno la giovane ispettrice Zoe Tormen e il medico legale Alvise Stella. Il caso si rivelerà fin da subito complesso e carico di dettagli inspiegabili.
Zoe Tormen indossa abiti sportivi, una camicia a quadri e un parka, è dotata
di un fascino molto particolare. È appassionata di rally, guida
una Lancia Delta Martini, è amante della montagna e ascolta musica grunge.
Zoe e Alvise hanno due caratteri molto diversi. È la prima
volta che si trovano a lavorare insieme, ma tra i due nasce subito un’ottima intesa,
grazie anche alla capacità del medico legale di
saper rispettare le zone d’ombra di Zoe.
Per la prima volta Matteo Strukul si cimenta con il genere
thriller e direi che lo fa nel modo migliore. Il soggetto è una leggenda nera che dimora da cinquecento
anni in un immaginario paesino di montagna situato al confine tra il Veneto e
il Friuli. È un paesaggio a metà tra reale e fantastico quello in cui si
trova immerso il lettore, un luogo ai confini del mondo popolato da centinaia
di leggende, un luogo dove il limite tra possibile e impossibile diventa pagina
dopo pagina sempre più impalpabile.
Come per ogni suo romanzo, si vede quanto lavoro di ricerca
ci sia stato prima di arrivare alla stesura definitiva del racconto che non presenta mai
una sbavatura. La storia è perfettamente ambientata
nella metà degli anni ’90 e un aspetto che ho molto apprezzato è quello di aver arricchito il racconto con una colonna
sonora di quegli anni. The Cure, The Cranberries, Nirvana, The Black Crowes
sono solo alcuni degli artisti citati. Molto indovinata l’idea di inserire al
termine una playlist delle canzoni.
Se tante sono le citazioni musicali, altrettante sono le fonti di ispirazione e le citazioni letterarie e fumettistiche;
da quelle più evidenti, come “Il Corvo” di James O'Barr o “Gli Uccelli” di
Daphne du Maurier, a quelle meno palesi. Potrei citare una frase su tutte:
“cadde come corpo morto” di dantesca memoria.
“I
sette corvi” è un thriller dal ritmo incalzante, una fiaba gotica dove leggenda
e magia si fondono in un intreccio oscuro e affascinante.
Una cosa è certa, sia che si tratti di un romanzo storico, sia
che si tratti di un thriller, Matteo Strukul sa sempre come catturare l’attenzione
del lettore.