IL FANTASMA DELL’OPERA
di Gaston
Leroux
NEWTON
COMPTON EDITORI
|
Pubblicato
nel 1911 “Il fantasma dell’Opera” è
forse il romanzo più conosciuto di Leroux, opera che contribuì inoltre a
consacrare definitivamente la fama dello scrittore.
Ad
oggi sono molte le trasposizioni cinematografiche del libro la cui fortuna ha
visto anche adattamenti teatrali, trasformazioni in musical e perfino
adattamenti per il balletto.
La
trama del romanzo è nota a tutti.
Erik, conosciuto da molti come il fantasma dell’Opera e da alcuni come il signore delle botole, vive nei
sotterranei del teatro.
Il
suo aspetto mostruoso non gli permette di potersi presentare in pubblico se non
indossando una maschera che nasconda le
sue orribili fattezze.
E’ prodigiosamente magro e il suo frac
volteggia sopra una impalcatura scheletrica. I suoi occhi sono così profondi
che le pupille, immobili, non si distinguono bene. Insomma, si vedono soltanto
due grandi buchi neri come dei crani morti. La sua pelle, tesa sull’ossatura
come la pelle di un tamburo, non è bianca, ma sgradevolmente giallastra; il
naso è così minuscolo da essere invisibile di profilo, e l’assenza di quel naso
è cosa orribile a vedersi. Tre o quattro lunghe ciocche castane sulla fronte e
dietro le orecchie fungono da capigliatura.
Erik
è però un personaggio dalle mille risorse: è un abile costruttore, a lui viene
attribuita infatti in parte la costruzione del teatro con i suoi numerosi
cunicoli, passaggi segreti e botole; è un capace ventriloquo, tanto da essere
definito il migliore del mondo, e per finire è dotato di eccezionali doti
canore.
Proprio
grazie alla sua magnifica voce, Erik
presentandosi come l’angelo della musica riesce ad ammaliare Christine Daaé, una giovane ed ingenua cantante, orfana di padre.
Il
padre della ragazza, un valente violinista di origini svedesi, aveva raccontato
a Christine, quando questa era solo una bambina, la storia dell’angelo della
musica e, proprio a causa del ricordo legato al genitore, lei ingenuamente cade
nel tranello di Erik.
Christine
un giorno rivede a teatro un amico di infanzia, Raoul ovvero il visconte di Chagny; questi si innamora perdutamente
della ragazza da lei ricambiato.
La
loro storia d’amore però sarà una storia di tormenti e paura poiché il fantasma dell’Opera non ha nessuna intenzione
di cedere al rivale la donna che anch’egli ama perdutamente e userà ogni
mezzo a sua disposizione per sposare Christine e sbarazzarsi di Raoul.
Leroux
conduce sapientemente la narrazione tenendo sempre alta l’attenzione del
lettore utilizzando le strutture del romanzo epistolare e diaristico.
Riesce inoltre a rendere sempre
partecipe il lettore della storia porgendo a questi il racconto da diversi
punti di vista attraverso le testimonianze, i racconti, le memorie di vari
personaggi.
Le
ultime pagine che riguardano l’epilogo del racconto e svelano chi sia in
effetti Erik, sono affidate alla testimonianza di colui che a teatro è
conosciuto come il Persiano ma che Erik chiama il daroga.
Il
daroga (capo della polizia) aveva salvato la vita ad Erik anni addietro in
Persia quando questi era stato condannato a morte dal sultano perché non
potesse mai svelare i misteri del palazzo che gli aveva costruito e non ne
potesse costruire di simili per altri committenti.
Il Persiano si sente quindi responsabile
dei delitti commessi da Erik e tenta in tutti i modi di porgli un freno.
Raoul e Christine sono due tra i personaggi principali, eppure non mi
hanno particolarmente entusiasmata: troppo ingenua e svenevole lei, troppo imberbe
e mellifluo lui, insomma ben lontani da personaggi dai caratteri forti e ben
delineati come Mina Murray e Jonathan
Harker vessati da Dracula nell’omonimo romanzo di Bram Stoker.
Erik è invece un personaggio ben
riuscito, non solo per la
descrizione del suo aspetto fisico, delle sue qualità diaboliche e per la sua
astuzia, ma sopratutto per quel senso di pietà che sa infondere nel lettore al
termine della narrazione quando vengono svelati i particolari della sua
infanzia e quando egli stesso apre il cuore al Persiano raccontandogli del
bacio dato e ricevuto da Christine.
Il fantasma dell’Opera è un mostro, un
essere crudele che come Frankenstein, celebre personaggio nato dalla penna di
Mary Shelley, rivendica la sua appartenenza al mondo degli uomini con gli unici
mezzi che ha a sua disposizione.
Lui
essere deforme dalla voce d’angelo anela esclusivamente ad essere amato come
qualunque altro essere umano.
Amami e vedrai! Avevo soltanto bisogno
di essere amato per diventare buono!
“Il fantasma dell’opera” è un romanzo
teatrale e gotico dove le descrizioni dei luoghi sono dettagliatissime e
perfette.
Ogni
cosa è raccontata da Leroux con una tale dovizia di particolari che il lettore
non fa alcuna fatica a ricreare nella sua mente ogni angolo del teatro e della
casa sul lago.
E’
una storia terribile e misteriosa dove si potrebbe dire che i veri protagonisti
siano i sentimenti: la passione, la vendetta, l’amore, la gelosia, la
compassione…
E’
un romanzo che raccoglie in se diverse tipologie di scrittura che appartengono
a diversi stili letterari come il poliziesco, la commedia, l’avventura e l’horror.
Forse
si deve anche a questa contaminazione di
generi se “Il fantasma dell’opera” riesce ancora oggi, a più di un secolo
dalla sua prima pubblicazione, ad affascinare il lettore moderno e a coinvolgerlo
dalla prima all’ultima pagina.