Il volume si apre con il racconto della storia di
Bianca Cappello, la bellissima veneziana che all’età di appena sedici anni fuggì
insieme al suo innamorato Piero Buonaventuri (o Pietro Bonaventuri).
Correva l’anno 1563, i due giovani si rifugiarono a
Firenze nella casa paterna di lui dove convolarono a nozze.
Lo scandalo suscitato dalla loro fuga fu grande e fin
da subito giunsero terribili notizie da Venezia dove i potenti parenti di Bianca istigarono la Serenissima ad emettere terribili bandi nei confronti dei fuggitivi. I Medici, però, vennero in loro
soccorso e la coppia poté rimanere a Firenze.
In verità, a dispetto dell’aiuto mediceo, il finale non fu
il classico ...e vissero felici e contenti o, almeno, non vissero felici e contenti insieme a lungo nonostante la nascita di una figlia, Pellegrina.
Bianca divenne
dapprima amante di Francesco de’ Medici e poi, rimasti vedovi entrambi, lo sposò
diventando così granduchessa di Toscana;
il Buonaventuri, invece, ottenne l’incarico di Guardarobiere del Principe,
quasi una sorta di risarcimento per l’infedeltà della moglie.
Il
Buonaventuri, da parte sua, non si
fece mancare numerose avventure, spesso anche con donne di alto lignaggio, e
proprio una di queste scappatelle potrebbe essere stata la causa della sua
morte. Diciamo potrebbe perché, se è
certo che perì di morte violenta, per
quanto riguarda movente e mandante tutto resta ancora avvolto nel mistero.
Così come ancora un caso irrisolto resta quello della morte di Francesco e Bianca avvenuta
a poche ore di distanza nella villa di Poggio a Caiano. L’indiziato numero
uno fu spesso visto nel successore di Francesco I, il di lui fratello
Ferdinando I, ma non vi sono prove tranne l’odio che questi nutriva per Bianca
tanto da farne oggetto di una vera e propria damnatio memoriae.
Il libro, contrariamente a quanto sembrerebbe suggerire
il titolo, non riporta per intero le poesie che Francesco scrisse per Bianca
Cappello.
Il volume si propone piuttosto come uno studio del codice Mediceo-Cappelliano ovvero un Codice della Torre al Gallo che il Conte Paolo Galletti esamina con l’intento principale
di provare la paternità dell’opera.
Confutando possibili altre attribuzioni, e lasciando
solo un timido spiraglio per un’attribuzione a Torquato Tasso che scrisse
poesie in onore di Bianca Cappello, l’autore analizza alcuni versi cercando di
identificarne anche il periodo in cui questi furono scritti.
Dalle letture delle poesie sembrerebbe abbastanza
certo che Bianca Cappello non avesse ceduto subito alle lusinghe d’amore del
Principe così come sembrerebbe evidente che la gelosia fosse sentimento comune ad
entrambi. Da un lato leggiamo di un risentimento da parte di Bianca quando
obbligato dalla Ragion di Stato il Medici è costretto a sposare la rigida
Giovanna d’Austria, dall’altro del tormento e dei dubbi che assalgono il
Principe poiché a Bianca non mancano di certo corteggiatori ed estimatori.
Il libro è
poi corredato di diverse appendici nelle quale vengono approfonditi gli
argomenti accennanti nelle pagine dedicate al commento dei madrigali.
Tra questi vanno ricordati anche alcuni componimenti che il Principe dedicò ai fratelli Giovanni e
Garzia morti anch’essi in circostanze misteriose allorquando Francesco si
trovava alla corte di Madrid.
Le malelingue riportarono allora un racconto che
voleva la morte di Giovanni avvenuta per mano del fratello, forse per un
incidente di caccia, e la morte di Garzia per mano del padre, il Granduca di
Toscana Cosimo I, accecato dal dolore per la perdita del figlio prediletto
Giovanni.
Un po’ forzatamente l’autore del volume tende a voler
vedere nei versi di Francesco de’ Medici quasi una conferma di tale apparente
calunnia.
Nel libro, poi, non mancano alcune imprecisioni come
laddove si attribuisce la morte di Isabella de’ Medici al marito Paolo
Orsini e al padre Cosimo I. in verità, se Isabella davvero fu assassinata dal marito, ciò avvenne con la complicità del fratello Francesco I e non del padre che non solo all’epoca era già passato a miglior vita, ma che nutrì sempre una particolare predilezione per quella figlia dall’intelligenza tanto
vivace.
Nell’insieme si tratta di una lettura molto particolare, suggestiva e piacevole che non manca
di indicare nuovi spunti di lettura e di interpretazione sia sulla storia tra
Bianca e Francesco sia sulle vicende dell’epoca in cui essi vissero.
Il libro edito a Firenze nel 1894 è reperibile sul mercato secondario.