Tracy
Chevalier è nata a Washington nel 1962. Trasferitasi a Londra nel 1984, ha lavorato per
diversi anni come editor, prima di dedicarsi a scrivere romanzi a tempo pieno.
Il suo primo romanzo si intitola La Vergine
Azzurra (1997), seguito poi da La ragazza con l’orecchino di perla (1999), libro che ha venduto
nel mondo quasi 4 milioni di copie e dal quale è stato tratto l’omonimo film
con Colin Firth e Scarlett Johansson. I romanzi successivi sono: Quando cadono gli angeli (2001), La dama e l’unicorno (2003), L’innocenza (2007), Strane creature (2009).
Ho
letto per ora solo tre libri di questa autrice ma mi sono ripromessa di
leggerli tutti perché sono rimasta positivamente colpita dalla sua bravura fin
dalla prima lettura. Tracy Chevalier è in grado di fondere sapientemente nei
suoi romanzi verità storica e finzione narrativa, riuscendo con abilità
magistrale a far interagire personaggi di pura invenzione con personaggi
realmente esistiti. Lo svolgersi delle varie vicende è sempre inserito
accuratamente nel contesto storico-sociale dell’epoca in cui avviene, le
descrizioni sono sempre suggestive e particolareggiate, i personaggi sempre ben
delineati.
La
ragazza con l’orecchino di perla,
ambientato a Delft nel XVII secolo, narra la storia di Griet, giovane figlia di
un decoratore di piastrelle privato del lavoro a causa di un incidente agli
occhi, costretta ad andare a servizio nella casa del pittore Vermeer. Tra i due
si instaura immediatamente una relazione fatta di sguardi, sospiri e frasi non
dette. La giovane è invisa alla moglie dell’artista, gelosa del marito, ed è costretta
a subite continui rimproveri dalla madre di quest’ultima. Griet però decide di
sfidare per amore (un amore platonico, conturbante e crudele) le convenzioni
dell’epoca e, dando prova di dedizione e straordinario coraggio femminile,
arriva a posare per Vermeer nel celebre quadro conosciuto come “La fanciulla
con il turbante”.
Lui teneva un orecchino sospeso per il
gancetto. Riceveva la luce dalla finestra e la catturava in un piccolo
quadratino di bianco splendente.
“Eccoti Griet”. Mi porgeva la perla.
Vermeer
rappresentò nel quadro una giovane volta di tre quarti, con le labbra socchiuse
e lo sguardo enigmatico. La modella indossava una giacca gialla ed un turbante
azzurro, da cui scendeva una fascia intonata all’abito; portava all’orecchio
una perla a goccia, dai riflessi opalescenti.
L’innocenza è ambientato nelle trafficate strade della Londra di
fine Settecento ed in particolare in Hecules Buildings, ventidue case a schiera
di mattoni con un giardino sul davanti ed un pub a ciascuna estremità della
strada. In esso si narrano le vicende di Jem Kellaway, appena arrivato dalla
campagna del Dorsetshire insieme alla famiglia, e della sua nuova amica Maggie
Butterfield. Il personaggio storico con cui i ragazzi fanno presto conoscenza è
William Blake poeta, incisore e pittore inglese, autore de “I canti
dell’innocenza” e “I canti dell’esperienza” che, con le sue folgoranti e
improvvise apparizioni, completa lo sfondo sul quale si muovono tutti
personaggi.
Il signor Blake invece annuiva piano,
come se avesse le idee chiarissime al riguardo, e non pensasse ad altro dalla
mattina alla sera. “Hai ragione, ragazzo. Proviamo a fare un esempio. Qual è il
contrario dell’innocenza?”
“E facile”, si intromise Maggie. “La
malizia”.
“Giusto, mia cara ragazza, ovvero
l’esperienza del mondo”. Maggie sorrise radiosa. “E dimmi un po’: tu sei
innocente o smaliziata?”
(…) Accigliata, Maggie si voltò a
guardare un passante e non rispose.
“Capisci? Non è facile rispondere a una
domanda del genere. Ma mettiamola in un altro modo: se l’innocenza è al di là
del fiume”, disse Blake indicando l’abbazia di Westminster, “e l’esperienza al
di qua”, e qui fece un cenno verso l’anfiteatro Astley, “cosa c’è in mezzo?”
Maggie aprì la bocca ma non le venne in
mente nulla.
“Pensateci, figlioli. Mi darete la
risposta un’altra volta”.
La
storia narrata in Strane
creature è basata sulla storia
vera di Mary Anning, una raccoglitrice di fossili per professione, che portò
alla luce il primo scheletro completo di ittiosauro e che, con il suo lavoro,
contribuì a fondamentali cambiamenti negli studi sull’evoluzione e nel pensiero
scientifico riguardo alla storia della terra.
La
vicenda del romanzo è ambientata nel 1811 a Lyme un piccolo villaggio del Dorset.
Protagoniste della vicenda sono le sorelle Philpot, la diciottenne Margaret e
la venticinquenne Elizabeth, che appena giunte da Londra, sorprendono gli
abitanti del villaggio per il loro aspetto elegante ma soprattutto per l’indipendenza,
l’istruzione e la libertà che ostentano così apertamente in contrasto con il
conformismo della tranquilla vita di provincia dell’epoca.
Stringono
immediatamente amicizia con Mary Anning, una ragazzina vivace e sveglia, che
trascorre le sue giornate sulla spiaggia alla ricerca di fossili. Mary insegna
ad Elizabeth a riconoscere quelli che lei definisce i ninnoli e che ritiene essere ossa di enormi coccodrilli vissuti
in un lontanissimo passato. La loro amicizia però sarà messa in crisi da un
uomo, il colonnello Birch, un collezionista per cui entrambe le donne perdono
la testa.
Tracy
Chevalier attraverso la descrizione del rapporto tra Mary ed Elizabeth descrive
una società ancora dominata dagli uomini e dove ogni novità è vista in modo
negativo. Un mondo dove è necessario lottare per abbattere quelle convenzioni
sociali e religiose che impediscono di aprire la strada alla conoscenza.
Lo disse con affetto, ma le sue parole
mi punsero sul vivo. Sbagliava se pensava che lo facessi solo per i soldi. Naturalmente
dovevo essere pagata, ma i fossili non erano solo un affare, erano la mia vita
ormai, il mio mondo, uno strano modo di pietra. E forse tra migliaia di anni
anche il mio corpo sarebbe diventato così. Forse un giorno qualcuno mi avrebbe
trovata dentro la scogliera…Cosa ne avrebbero fatto di me?