Pamela
Aidan nasce nel 1953 in
Pennsylvania. Svolge per trent’anni il lavoro di bibliotecaria senza mai
dimenticare la passione coltivata fin da adolescente per Jane Austen. Proprio
questa passione mai sopita la spinge a “riscrivere” il grande capolavoro
dell’amata autrice inglese “Orgoglio e pregiudizio”.
Chi,
tra coloro che adorano questo romanzo, può dire di non aver mai desiderato
almeno una volta conoscere i pensieri di Mr. Darcy? Chi non si è mai chiesto
cosa provasse? O come avesse occupato il tempo lontano da Elizabeth? Della
vivace, sensibile, intelligente e razionale Miss Elizabeth Bennet sappiamo
tutto, ma cosa possiamo dire dell’orgoglioso, freddo e controllato gentiluomo?
Pamela
Aidan prova a darci una risposta attraverso questa trilogia e, grazie alla sua
fervida fantasia, ricostruisce perfettamente le ambientazioni storiche, sociali
e politiche del periodo Regency, attraverso uno stile di scrittura scorrevole e
fedele a quello dell’epoca.
“Per orgoglio e per amore” il primo volume,
racconta l’incontro tra Mr. Darcy ed Elizabeth.
Questo
l’incipit del romanzo:
Fitzwilliam George Alexander Darcy si
alzò dal divanetto della carrozza di Bingley e mise riluttante il piede a
terra. Erano davanti alla sala delle feste situata al piano superiore
dell’unica locanda che potesse vantare il centro agricolo commerciale di
Meryton. Lassù si aprì una finestra, lasciando che la musica di una
contraddanza, briosa ma di mediocre esecuzione, dilagasse nella quieta aria
notturna. Con una smorfia, abbassò lo sguardo sul cappello che aveva tra le
mani e poi, sospirando, lo collocò sul capo proprio nella giusta angolatura.
Come, come hai potuto permettere, si redarguì, che Bingley ti trascinasse in
questa sconclusionata scorreria nella vita sociale campagnola?
Nel
secondo volume “Tra dovere e desiderio” Elizabeth non è presente; il romanzo ci
racconta, infatti, le vicende di Mr. Darcy durante la sua assenza dalle pagine
di “Orgoglio e pregiudizio”.
Darcy
per dimenticare Miss Bennet decide di accettare l’invito di un vecchio compagno
di studi e si ritrova in mezzo ad intrighi tessuti dagli amici e dagli altri
ospiti, circondato da signore appartenenti all’alta società inglese, in cerca
di marito. Dei tre volumi questo è forse quello meno avvincente, nonostante la
creatività dimostrata dalla Aidan. Poco apprezzabile il taglio da romanzo giallo
stile Agatha Christie; ottimi i dialoghi, molto ben curati, ed interessante il
risalto dato a Fletcher, il valletto di Mr. Darcy, (personaggio di pura
invenzione dell’autrice), una macchietta simpatica e divertente.
Il
volume conclusivo si intitola “Quello che resta” e qui Pamela Aidan ritorna
nuovamente ad attingere alla trama originale.
La
scelta di dividere in tre romanzi la storia è da ricondursi ovviamente ad una
scelta puramente commerciale. Tra i nuovi personaggi introdotti dalla Aidan
oltre alla figura del valletto Fletcher, già precedentemente citata, molto ben
riuscito è anche il personaggio di Lord Dyfied Broughman, che gioca sulla sua
ambiguità facendosi passare per un vanesio perfettamente a suo agio nella vita
mondana, ma che si rivelerà ben presto una persona di buon senso ed un amico
affidabile nei confronti di Darcy; sarà proprio lui il pigmalione che, sotto la
sua ala protettrice, aiuterà la timida ed insicura Georgiana durante il debutto
in società, valorizzandone doti e qualità; l’approfondimento della conoscenza
tra i due porterà a sviluppi piuttosto scontati, ma tuttavia piacevoli da
leggere. Il ritratto di Darcy durante il suo “periodo mondano” lascia
quantomeno un po’ perplessi, in quanto viene descritto come un dandy al
cospetto del quale persino Lord Brummel impallidirebbe; l’impressione è che
Pamela Aidan per la descrizione di questo Darcy, piuttosto improbabile, così
come per quella degli altri personaggi, delle ambientazioni e dei costumi,
molto abbia attinto alla produzione ambientata nell’epoca Regency di Georgette
Heyer.
Nei
romanzi di Pamela Aidan non c’è più traccia dell’ironia e dell’arguzia con cui
Jane Austen illustrava i suoi personaggi e rappresentava la società dell’epoca;
qui tutto è incentrato sulla storia d’amore tra Elizabeth e Darcy che, tra
tormenti e sospiri, incertezze e patimenti, cade un po’ troppo spesso nella
banalità del romanzo rosa.
Allora aveva infilato la mano in tasca
del panciotto e ne aveva tratto l’oggetto del suo ricordo, rigirandosi tra le
dite emozioni e desideri con la stessa delicatezza con cui toccava i fili che
lei aveva dimenticato tra le pagine dei versi del Paradiso perduto.
Negli
ultimi tempi sono stati pubblicati molti, forse troppi, romanzi in cui Jane
Austen o i suoi personaggi sono protagonisti delle diverse storie; a partire
dalla serie di libri in cui la Austen
si improvvisa detective, quasi fosse l’antenata di Jessica Fletcher ovvero la
signora in giallo, fino ad arrivare a titoli improponibili come “Orgoglio
pregiudizio e zombie”, “Sospetto e
sentimento o lo specchio misterioso”…Ho letto per curiosità “Shopping con Jane
Austen”, un romanzo illeggibile, l’idea di fondo sarebbe stata anche originale,
ma la realizzazione si è rivelata pessima, un libro senza trama, senza finale, in
breve assurdo e senza senso!
Non
mi piacciano rivisitazioni, sequel e riletture dei classici; ricordo ancora con
orrore a teatro un Amleto in abiti contemporanei, lo so è soggettivo, ma per me vuol
dire snaturare un’opera, cancellare la sua anima…Ho visto pochissimi esperimenti
ben riusciti in questo senso; è vero, non sono impossibili, ma sono davvero molto
rari. La trilogia di Pamela Aidan però, anche se ben lontana dal potersi
definire un capolavoro della letteratura contemporanea, è comunque una lettura
piacevole, non impegnativa e per certi versi originale; l’autrice ha la
capacità di farci ritornare con la fantasia in luoghi familiari e di farci
rileggere dialoghi ed emozioni che ci hanno fatto sognare. Libri da leggere
sotto l’ombrellone…