giovedì 13 febbraio 2025

“Bianca Cappello” Atti del secondo convegno: le signore di Firenze

Nello scorso dicembre, al Palagio di Parte Guelfa, si è tenuto il secondo convegno dedicato alla scoperta e riscoperta delle donne di Casa Medici. Dopo un primo seminario incentrato su Anna Maria Luisa de’ Medici, questo secondo incontro ha puntato i riflettori su Bianca Cappello, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle sue vicende umane e storiche.

I convegni organizzati dall’Associazione degli Amici del Museo Stibbert colmano una significativa lacuna nella storia della Toscana, riportando l’attenzione sull’importante contributo delle donne della Famiglia Medici, protagoniste della storia al pari dei loro padri, mariti e figli, sebbene spesso trascurate dalla storiografia.

La figura di Bianca Cappello è alquanto controversa, sia per il suo avventuroso arrivo a Firenze, sia per la sua morte, avvenuta poche ore dopo quella del secondo marito, Francesco I de’ Medici. Le maldicenze attribuirono la colpa al cognato Ferdinando de’ Medici, futuro terzo Granduca di Toscana.

Nei vari interventi riportati in questi atti, si cerca non solo di chiarire l’improbabile coinvolgimento di Ferdinando I nella morte del fratello e di Bianca Cappello, ma anche di esaminare le motivazioni alla base di tali calunnie e le origini dell’ostilità del cardinale nei confronti della cognata.

Molti elementi interessanti emergono da queste pagine sulla famiglia di Bianca Cappello, in particolare sul legame del padre di lei con Cosimo de’ Medici, legame nato molti anni prima. Vi sono inoltre riferimenti e aneddoti sull’educazione della giovane veneziana, che aiutano a comprendere sia la sua fuga a Firenze con Pietro Bonaventuri, sia l’attrazione di Francesco de’ Medici per lei, che la portò a diventare prima la sua amante e poi, una volta rimasti entrambi vedovi, sua moglie.

Bianca Cappello era una donna di straordinaria bellezza, ma il profondo legame tra lei e Francesco aveva radici ben più profonde, come la condivisione degli interessi legati alla scienza alchemica.

In queste pagine viene dato ampio risalto ai fondamentali della dottrina alchemica, ma altrettanto spazio è dedicato anche all'influenza che essa esercitò sulla vita di Bianca Cappello e Francesco de’ Medici. Questo lo troviamo ancora oggi riflesso nelle decorazioni delle loro dimore, ma anche nella rilettura dell'atteggiamento che Francesco tenne nei confronti di Bianca in alcune particolari circostanze.

Un volume prezioso per chi desideri ottenere una visione più completa e approfondita della figura di Bianca Cappello, ma anche una lettura che pone le basi per ulteriori ricerche sull’argomento.





domenica 26 gennaio 2025

“Voci da casa Pascoli” di Claudio Giovanardi

Il libro non è una biografia di Giovanni Pascoli, ma un romanzo in cui la storia si dipana attraverso i ricordi esposti in prima persona dal poeta e da coloro, familiari e amici, che fecero parte della sua vita.

Le memorie e i fatti di vita vissuta non seguono un ordine cronologico prestabilito, ma incalzano il lettore in un ininterrotto susseguirsi di flashback. Gli avvenimenti e i dialoghi riportarti in queste pagine non necessariamente sono accaduti davvero, ma nascono dalla lettura della figura di Pascoli da parte dell’autore che ne fa un racconto che si potrebbe definire verosimile.

Molto suggestiva è l’immagine che Giovanardi dà dei suoi personaggi definendoli come coriandoli e al lettore sembra quasi di vederli volteggiare nel vento quei coriandoli, figure di uomini e donne che fecero parte della vita del poeta.

La scuola ha consegnato a noi studenti la figura di un Pascoli ossessionato dalla morte del padre, un uomo che aveva sofferto profondamente l'essere orfano. Forse proprio per questo motivo, attribuiva un'importanza fondamentale al nido familiare, considerandolo l'unico luogo dove poter trovare la pace.

Il Giovanni Pascoli di Claudio Giovanardi è un uomo, un professore, un poeta, ma soprattutto è un fratello devoto, votato alla felicità delle due sorelle minori. Mentre Ida avrà la forza di vivere la sua vita e rompere il cordone ombelicale, Giovanni quella forza non la troverà mai, restando per sempre legato a Maria che egoisticamente lo terrà avvinto a sé per tutta la vita, impedendogli di spiccare il volo.

Altra figura particolare è quella di Giuseppe Pascoli: un rapporto burrascoso quello del poeta con questo fratello sventurato, inventore mancato e sempre a corto di denaro. Un rapporto fatto di amore e odio il loro, dove Giuseppe dichiara sì di amare Giovanni, ma allo stesso tempo non si esime dal dipingerne un ritratto fosco, attribuendogli talvolta un comportamento ipocrita e a tratti anche crudele.

Nel raccontarsi, i Pascoli spesso cadono in contraddizione, narrando versioni diverse di uno stesso episodio; la situazione si fa quasi pirandelliana, inducendo il lettore ad interrogarsi su quale sia il personaggio che sta dicendo la verità, ma forse non esiste mai una sola verità.

Dieci fratelli, una famiglia numerosa, eppure solitudine e silenzi sono le due parole che ricorrono più spesso per descrivere i rapporti tra loro e il loro comune sentire.

La vita di Giovanni Pascoli orfano, studente, anarchico socialista, carcerato, insegnante sempre in giro per l’Italia e poi finalmente professore universitario, sembra aver avuto come filo conduttore il vivere sempre ai limiti dell’indigenza.

Le sue poesie parlano di un vissuto quotidiano, di piccoli gesti, di cose semplici; quanto diversa la sua poesia da quella roboante di D’Annunzio, ma anche da quella del suo maestro Giosuè Carducci.

Il libro di Claudio Giovanardi non può prescindere dalla poetica e dai testi di Giovani Pascoli, ma non manca neppure di riferimenti alla poesia di altri poeti, come la sillaba storta che appare all’improvviso, eco di montaliana memoria.

“Voci dal Passato” è un romanzo particolare, dalla prosa scorrevole ed intensa, un testo profondo e intimo reso con un linguaggio elegante e poetico.




 


domenica 19 gennaio 2025

“Il caso Ildegarda” di Edgar Noske

La mia prima scoperta di Ildegarda di Bingen, suora, scrittrice, scienziata, filosofa, profetessa e visionaria, avvenne quasi per caso attraverso la sua musica.

Ildegarda fondò ben due monasteri e, a testimonianza della sua eclettica personalità, ci sono pervenuti numerosi canti, lettere, scritti scientifici e poesie. Fu anche l'ideatrice di un nuovo linguaggio, noto come lingua ignota o litterae ignotae. Di lei ci sono giunte anche molte composizioni musicali accompagnate da originali testi poetici.

Il romanzo di Edgar Noske è un giallo storico in cui il personaggio di Ildegarda emerge con tutta la forza, l’energia e la determinazione che ne contraddistinsero il carattere.

Corre l’anno 1177 quando il monaco Wiber von Gembloux riesce, con un sotterfugio, a ottenere il permesso del suo priore per recarsi presso il monastero di Rupertsberg. Il suo più grande desiderio è infatti quello di diventare segretario della badessa Ildegarda, la mistica e visionaria profetessa teutonica.

In una giornata di piogge torrenziali, un cadavere emerge dal terreno, segnando l'inizio di una serie di rivelazioni a lungo taciute.

L'anziana Ildegarda inizia a raccontare le difficoltà incontrate nel fondare il suo monastero, svelando i personaggi insospettabili, come l'abate Kuno, che per avidità e invidia tentarono con ogni mezzo, spesso illecito, di ostacolarla. Un racconto suggestivo e ricco di misteri e intrighi, popolato da personaggi affascinanti e complessi, che cattura l'attenzione del lettore e lo trasporta in un'epoca lontana, dove le passioni e le lotte di potere si intrecciano in una trama avvincente.

L'autore ha saputo magistralmente ricreare le atmosfere dell'epoca, regalandoci un intrigante e appassionante giallo storico medievale. La trama, ben costruita, cattura l'attenzione dalla prima all'ultima pagina, grazie all'accuratezza storica e alla ricchezza di dettagli che rendono il racconto ancora più realistico e affascinante.