Horatio
Nelson, l’ammiraglio britannico più famoso di tutti i tempi, nasce nel 1758 a Burnham Thorpe nel
Norfolk. Figlio di un uomo di chiesa, il
reverendo Edmund Nelson, e della pronipote di Sir Walpole (primo ministro del
parlamento), sesto di undici figli, perde la madre a soli nove anni e, dopo
aver frequentato la scuola, all’età 12 anni entra nella marina reale inglese.
Prestando
servizio nelle Indie Occidentali, nel Mar Baltico e in Canada, viene nominato
capitano e nel 1878 sposa Frances Nisbet.
Tornato
in patria, vi trascorre un tempo per lui interminabile (cinque anni) a mezza
paga, senza vedere il mare, in preda allo sconforto ed alla frustrazione.
Quando
nel 1793 l’Inghilterra entra in guerra contro la Francia Rivoluzionaria ,
Nelson ottenuto il comando del vascello Agamemnon, combatte nel Mediterraneo,
dove nella battaglia di Calvi, perde la vista dell’occhio destro.
Il
14 febbraio 1797, contravvenendo agli ordini del suo superiore e mostrando
tutta la sua audacia al limite dell’insubordinazione, chiude il passaggio alla
flotta spagnola e attacca due navi nemiche, divenendo il principale artefice
della vittoria della Royal Navy nella battaglia di Cape St. Vincent.
Nominato
commodoro, una carica che, di fatto, ha le stesse responsabilità di ammiraglio,
mentre partecipa alla battaglia di Santa Cruz (1797) per la conquista di
Tenerife, viene colpito al braccio destro e, complici le poco evolute arti
mediche del tempo, subisce l’amputazione dell’arto.
Horatio
Nelson, nonostante l’incidente, continua a guidare con coraggio e
intraprendenza le sue navi e nel 1798 ottiene un’altra grande vittoria sui
Francesi nella famosa battaglia del Nilo, meglio conosciuta come la battaglia
di Abukir che gli permette di essere nominato “Barone del Nilo”.
Giunto
in seguito a Napoli, si impegna a proteggere la famiglia reale di Re Ferdinando
IV di Borbone e della Regina Maria Carolina dall’invasione francese e, proprio
in questa città, si innamora di Emma Hamilton, giovane moglie dell’ambasciatore
inglese, la quale diviene ben presto la sua amante e dalla quale ha una figlia,
Horatia.
Nel
1799 partecipa alla riconquista di Napoli dopo il periodo repubblicano e viene
nominato Duca di Bronte. A causa di alcuni problemi legati alla sua condotta
professionale nel ruolo svolto nella violenta repressione e nella condanna a
morte dell’ammiraglio Caracciolo, viene richiamato in patria dove l’Ammiragliato,
anche con l’intenzione di allontanarlo da Lady Hamilton, decide di affidargli
nuovi incarichi.
Partecipa
nel 1801 alla battaglia di Copenhagen diventando il protagonista del terribile
bombardamento della città.
La
battaglia per la quale Nelson verrà ricordato in eterno resta però la gloriosa
battaglia di Trafalgar (21 ottobre 1805); proprio grazie a questo successo,
infatti, l’Inghilterra riesce scongiurare un’imminente invasione dell’esercito
napoleonico.
HMS Victory
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Nelson
fa issare sull’albero maestro la famosa frase “England expects that every man
will do his duty” (L’Inghilterra si aspetta che ognuno compia il suo dovere) e
porta alla vittoria la flotta inglese, chiudendo così in maniera definitiva il
duello anglo-francese per il controllo dei mari e degli oceani.
Durante
la battaglia un proiettile ferisce Nelson alla spalla sinistra procurandogli
una perforazione polmonare e raggiungendo la colonna vertebrale. L’ammiraglio
resta cosciente ancora per quattro ore prima di morire, riuscendo così ad
assistere al trionfo inglese.
Il
suo corpo non viene seppellito in mare, come avveniva per tutti coloro che morivano
all’epoca su una nave, ma viene trasportato in patria immerso nel rum, in modo
che l’alcool ne consenta la conservazione fino al funerale che sarà celebrato
in maniera solenne e grandiosa. La tomba di Nelson si trova a St Paul’s
Cathedral a Londra.
Questa
a grandi linee è la biografia di Horatio Nelson, un eroe indomito, coraggioso e
al tempo stesso contradditorio; un personaggio che mi ha sempre affascinato per
la sua vita avventurosa e romantica, per il suo amore appassionato per una
donna famosa all’epoca per la sua bellezza e per la morte precoce che lo colse
proprio all’apice del suo successo.
Questa
mia passione per Nelson e per la storia della Royal Navy all’epoca delle guerre
napoleoniche, mi ha portato a leggere diversi libri sul tema. Ecco qualche
lettura consigliata per chi volesse approfondire l’argomento:
“Nelson.
L’uomo che sconfisse Napoleone” (di Terry Coleman – Mondadori)
Una
biografia nella quale viene evidenziato il genio militare di Nelson, il suo
patriottismo, ma senza dimenticare di evidenziare anche le caratteristiche
dell’uomo, una figura piena di contrasti, eroico ma anche ossessionato di
raggiungere la gloria, geniale e meschino nello stesso tempo.
Il
saggio ripercorre gli esordi navali del giovane Nelson, raccontandoci il suo
periodo italiano e più precisamente quello ligure (il battesimo del fuoco di
fronte a Capo Noli, l'inseguimento per tutta la Riviera di contrabbandieri
genovesi e francesi e le spericolate azioni ad Alassio, Laigueglia, Vado e
Voltri).
George
Samuel Parsons è un ufficiale che combatté e prestò servizio sotto Lord Nelson
e ci offre quindi l’eccezione testimonianza degli avvenimenti di cui fu
spettatore. Le sue memorie furono pubblicate per la prima volta a puntate tra
il 1837 e il 1840 sul Metropolitan Magazine ed in seguito, nel 1843, furono
raccolte e pubblicate in un unico volume.
Nel
libro vengono raccontati due anni, a partire dal 21 ottobre 1793, della vita di
Horatio Nelson, quando ancora era un semplice capitano di vascello al comando
dell’Agamemnon. Basandosi su diari, lettere e rapporti ufficiali, che vengono
spesso citati nelle pagine di questo saggio, l’autore ricostruisce i fatti
svoltisi 12 anni prima della battaglia di Trafalgar.
“Trafalgar.
La battaglia che fermò Napoleone” (di Marco Zatterin – Rizzoli)
Il
libro è una delle tante opere che sono state scritte e pubblicate nel 2005
sulla scia dei festeggiamenti per il duecentesimo anniversario della celebre
battaglia di Trafalgar.
Come
si intuisce dal titolo stesso, Zatterin ricostruisce con dovizia di particolari
la battaglia, raccontandola minuto per minuto e riportando l’attenzione anche
sui personaggi minori, quali marinai e fanti, che normalmente vengono
dimenticati dalla storia fatta solo di ammiragli ed alti ufficiali.
"Lady
Hamilton” (di Gilbert Sinouè – Neri Pozza)
A metà
tra romanzo storico e biografia, il libro racconta la vita della donna che
affascino Nelson e scandalizzò la buona società londinese diventandone
l’amante. Fantasia e verità si fondono insieme regalandoci una storia
appassionante, una biografia romanzata di scorrevole lettura.
Le
pagine in cui vengono ricostruite le vicende della rivolta di Napoli sono molto
dettagliate ed accurate.
Per
chi volesse invece leggere qualche romanzo ambientato al tempo delle guerre
napoleoniche e al quale facciano da sfondo i combattimenti della flotta
anglo-fracese consiglio due scrittori in particolare:
C.S.
Forester scrittore inglese (1899 – 1966) autore, oltre che di numerosi romanzi
di avventure, dei libri dedicati a uno dei miei personaggi di fantasia
preferiti: Horatio Hornblower, un
antieroe ostinato, taciturno, a disagio in società ma imbattibile al comando
della sua nave.
Alcuni
definiscono le sue imprese come la più
grande epopea che sia mai stata scritta sulla guerra sui mari ed io non
posso che essere d’accordo.
Purtroppo
non tutti i libri sono reperibili in traduzione italiana e credo che alcuni non
siano stati più ristampati essendo pertanto irreperibili.
Sono
disponibili comunque nell’edizione BUR Narrativa i seguenti tre volumi (una
volta raccolti anche in un unico cofanetto):
Guardiamarina
e tenente Hornblower
Le
avventure del capitano Hornblower
Commodoro
e Lord Hornblower
Il
personaggio di Hornblower fu interpretato da Gregory Peck nel film “Le
avventure del cap. Hornblower” (1951) di Raoul Walch
Da
questa saga inoltre è stata tratta anche una bellissima serie TV in otto
episodi, diretti da Andrew Grieve tra il 1998 e il 2003, ed interpretati da
Ioan Gruffudd.
Patrick
O’Brian, pseudonimo di Richard Patrick Russ (1914 – 2000) è scrittore, saggista
e traduttore. Autore di vari romanzi, deve però la sua fama alla saga
incentrata sui personaggi del Capitano Jack Aubrey e del suo amico fraterno ed
inseparabile compagno, il dottor Stephen Maturin (naturalista ed agente
segreto). Sono in totale 21 libri, di cui l’ultimo conclusivo purtroppo è
incompiuto. I romanzi sono caratterizzati da un’alta qualità delle ricerche
storiche effettuate da O’Brian, un’accurata esposizione delle complesse manovre
navali e dalla dettagliata descrizione della società, della marina e della vita
in genere dell’epoca.
Da
questi romanzi nel 2003 è stato tratto un film “Master and Commander. Sfida ai
confini del mare” diretto da Peter Weir e nel quale il ruolo di Jack Aubrey è
stato affidato a Russel Crowe. Il film fu candidato a 10 premi Oscar e ne vinse
due tra cui quello per la miglior fotografia.