IL GIARDINO DELL’ARTE
di Claudio
Strinati
SALANI
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David,
il protagonista del romanzo, si sta per laureare in Storia dell’arte
all’Università di Halifax in Canada.
Affascinato
dalle bellezze del nostro paese, riceve in regalo dalla nonna un viaggio in Italia per poter ammirare
parte dei tesori che sono stati per anni oggetto dei suoi studi.
In
questo Grand Tour sarà affiancato, seppur virtualmente, dal suo
professore che lo seguirà passo passo tramite un continuo scambio di mail e
tramite le lezioni che il giovane prima di partire ha caricato sul suo iPod.
Il
nostro paese più di ogni altro al mondo è in grado di offrire bellezze
artistiche e David purtroppo dovrà fare i conti fin da subito con l’amara
sorpresa che i giorni a sua disposizione
sono troppo pochi per poter visitare l’Italia come avrebbe desiderato.
Firenze, Roma, Venezia,
Napoli sono le mete più
ambite e conosciute dai turisti, esse racchiudono un inestimabile patrimonio
artistico, ma come si può passare sotto silenzio le ricchezze di altre affascinanti città come Cremona, Udine,
Orvieto solo per citarne alcune?
Durante
il suo viaggio David conoscerà molte persone, farà esperienze importanti per la
sua futura carriera universitaria, incontrerà forse anche l’amore, ma
soprattutto imparerà a conoscere se stesso.
“Il Giardino dell’arte” è
un romanzo di formazione oltre che un emozionante viaggio attraverso le
meraviglie d’Italia che ci farà guardare con occhi diversi le bellezze del
nostro paese.
Leggendo
questo romanzo mi è tornato in mente un altro libro piuttosto simile come
tipologia che trattava però di tutt’altra materia, per la precisione di
filosofia, libro che tutti voi consocerete intitolato “Il mondo di Sofia” di
Jostein Gaarder.
“Il
giardino dell’arte” non è un libro che si possa definire di facile lettura e vi
confesso che ha messo a dura prova la mia resistenza perché alcune digressioni
sono davvero ardue da affrontare, però vi assicuro che gli sforzi sono stati ben
ripagati.
La
narrazione risulta piuttosto frammentaria e non è facile prendere subito
dimestichezza con i vari registri narrativi, ma una volta che ci si riesce a
sintonizzare sul ritmo del racconto, si riesce
anche ad apprezzare appieno non solo la spiegazione delle opera d’arte, ma
anche i dialoghi tra i vari personaggi, dialoghi spesso divertenti e
scanzonati.
Il
protagonista, devo confessarvi, non mi ha ispirato molta simpatia, ma non
fraintendetemi, credo sia una figura davvero ben riuscita; David è un personaggio vero e ben caratterizzato.
Quando
leggiamo di questo giovane e bel ragazzo straniero e delle sue peripezie in
giro per l’Italia, degli imprevisti che deve affrontare, delle sue paure e delle
sue ansie ci sembra di vederlo proprio lì davanti ai nostri occhi.
Il
mio riserbo nei suoi confronti, proprio perché l’ho letto e riconosciuto come
un personaggio così vivo e reale, è
senza dubbio dovuto al mio essere vagamente prevenuta nei confronti del turista
un po’ presuntuoso d’oltreoceano che giunge in Italia ad ammirare le nostre
bellezze.
La figura del professore, invece, mi ha ispirato fin da subito
molta simpatia così come la nonna italiana di David della quale
facciamo la conoscenza solo attraverso i racconti di David stesso e dei suoi
parenti a Venezia.
Un
consiglio per chi volesse affrontare la lettura di questo tomo, ebbene sì il
libro consta di ben 700 pagine, munitevi di un tablet o tenete a portata di
mano lo smartphone poiché a tratti diventa
impossibile seguire l’esposizione, perché di lezioni si tratta, senza un pronto
riscontro delle opere di cui l’autore ci parla.
Pagina
dopo pagina vedrete che sarà oltremodo emozionante scoprire quanti degli
artisti di cui ci viene raccontata la storia o di cui ci vengono illustrate le
opere, sono in realtà già parte di noi, nascosti tra i nostri ricordi, mentre noi pensavamo di averli scordati completamente.
“Il
giardino dell’arte” ci insegna a riscoprire il piacere dello studio e dell’approfondimento; troppo spesso infatti
facciamo l’errore di andare in giro cercando di vedere il più possibile, mossi
senza dubbio dalle migliori intenzioni, ma finiamo per fare indigestione di
opere d’arte senza in realtà guardarle davvero.
Claudio
Strinati con questo libro prova a riportarci sulla retta via, ricordandoci l’importanza del guardare, azione che sembra che noi abbiamo ormai dimenticato, noi
vediamo le cose ma non le guardiamo e questo errore spesso lo facciamo
anche quando ci avviciniamo alle opere d’arte.
Ci
soffermiamo a vederle, le giudichiamo belle o brutte, secondo il nostro gusto
estetico o rifacendoci a quanto leggiamo o percepiamo dall’ambiente che ci circonda,
ma senza guardarle con attenzione, senza indagarle a fondo, senza pensare al
periodo in cui l’artista è vissuto, senza confrontarle con altre opere coeve o
meno.
Spesso
subiamo l’arte, ci meravigliamo sì di fronte ad essa, ma non la indaghiamo, non
la viviamo come dovremmo, non la facciamo veramente nostra.
Come
avrete notato non ho fatto alcun nome di artista riportato nel libro, è stata
una scelta voluta perché ritengo sia giusto che scopriate da soli i loro nomi
leggendo il romanzo.
Vi
posso però anticipare che accanto ai nomi più famosi ne troverete molti che non
vi sareste mai aspettati di incontrare tra queste pagine e, perché no, vi
stupire anche della mancanza di altri di cui non è stata fatta menzione.
Se
dovessi descrivere questo libro con tre aggettivi? Direi stimolante,
prezioso ed emozionante.
A
questo punto, non mi resta che augurarvi buon viaggio tra le meraviglie della
nostra splendida Italia.