Il quasi venticinquenne Zachary Ezra Rawlins è uno studente
della facoltà di Nuovi media, frequenta
il secondo anno di laurea specialistica e la sua materia di studio sono i
videogiochi.
È un ragazzo schivo, nella sua vita qualche conoscenza, ma nessun vero
amico; l’unica persona che potrebbe essere annoverata come tale è solo la sua
compagna di studi Kat Hawkins, laureanda in Nuovi media e in Discipline teatrali.
Zachary ama leggere e perdersi nelle storie; assiduo frequentatore della biblioteca del campus, viene spesso
scambiato per uno studente della facoltà di Letteratura.
Un giorno, prima dell’inizio dell’anno
accademico, piuttosto casualmente si
imbatte in biblioteca in uno strano
volume intitolato “Dolci rimpianti”, un libro che racconta strane storie
come quella del pirata e la fanciulla e di un mondo fantastico regolato da un
ordine segreto di cui fanno parte custodi, adepti e guardiani.
A prima vista potrebbe sembrare una
raccolta di storie fantastiche come tante altre se non fosse che, tra le varie storie, Zachary riconosce un
episodio della sua infanzia.
Un giorno, quando era ancora un
ragazzino, tornando da scuola aveva
scorto in un vicolo una porta dipinta su un muro, apparentemente un trompe
l’oeil molto ben eseguito, ma così
realistico che Zachary si era trattenuto a stento dal tentare di aprire quella
porta.
Zachary oggi si chiede cosa sarebbe
accaduto se ci avesse provato.
Quale
mondo avrebbe scoperto al di là di quella finta porta così perfetta da sembrare
vera e che forse vera lo era realmente sebbene tutto sembri così surreale?
Il giovane ormai ossessionato dal libro
verso il quale ha sviluppato un insolito e smisurato istinto di possesso, tanto
da portarlo con sé in ogni suo spostamento, decide di indagare sulla provenienza del volume.
Seguendo il solo indizio a sua
disposizione, i simboli impressi sulla
copertina del libro (un’ape, una chiave e una spada), si reca a Manhattan per
partecipare ad una festa in maschera, organizzata da una anonima società di
beneficenza, dove Zachary crede di avere buone possibilità di conoscere
qualcuno in grado di illuminarlo sul mistero del contenuto del libro e sulla
sua provenienza.
Proprio alla festa gli eventi
precipitano, Zachary entra in contato
con personaggi singolari come l’affascinante Dorian, la pericolosa Allegra e l’originale
Mirabel.
Sarà proprio Mirabel a condurlo nel
mondo fantastico delle storie, un mondo sotterraneo
popolato da strane creature, dove i personaggi non sono mai quello che sembrano,
dove si trovano innumerevoli porte che si aprono su altrettante innumerevoli
storie, storie di amori impossibili, persi e ritrovati, storie di bambole e
case di bambole, di feste e di luoghi
fantastici.
Questa è a grandi tratti la trama del
romanzo, a grandi tratti perché “Il mare
senza stelle” in realtà contiene in sé infinite storie.
Dalla
trama principale, che vede appunto il giovane Zachary
protagonista della sua avventura, si dipanano tutti gli altri racconti sia
quelli presenti nei libri con i quali Zachary entra direttamente in contatto, sia quelli che egli incontra lungo il suo cammino, sia quelli che si celano
dietro le porte che Zachary e gli altri protagonisti del racconto principale aprono
o avevano aperto nel passato.
Un mondo fatto di storie e di racconti,
stanze piene di libri che arrivano fino al soffitto sfidando ogni legge gravitazionale,
ricordano un po’ il cimitero dei libri
dimenticati del compianto Carlos Ruiz Zafón, ma quello dello scrittore spagnolo
era un’immensa biblioteca, mentre il
mondo nato dalla penna di Erin Morgenstern è un mondo dove le storie non restano
sulle pagine, ma prendono vita e i personaggi che le popolano interagiscono
tra di loro e con i protagonisti della storia principale che, in alcuni casi, sono
essi stessi personaggi di quelle stesse storie svoltesi in un altro tempo e in
un altro luogo.
Tantissimi sono i riferimenti alla letteratura alcuni più espliciti quando vengono
menzionati autori quali Fitzgerald o Chandler, altre volte solo sottintesi come
quando ci si riferisce ad esempio all’armadio delle Cronache di Narnia di Lewis
o a un luogo come Gran Burrone tratto dal Signore degli Anelli di Tolkien.
Innumerevoli sono i riferimenti ad “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis
Carroll che ritroviamo nella storia della bambina che cade nel mondo
sotterraneo per non parlare dei richiami al Bianconiglio e così via.
“Il
mare senza stelle” è un inno a tutta la letteratura, ad esempio non si può non pensare al
racconto “Davanti alla legge” di Kafka quando si legge
Altri,
di fronte alla porta, la lasciano indisturbata, anche se la loro curiosità è
stimolata. Pensano che gli serva un permesso. Credono che la porta aspetti
qualcun’altro, anche se, in realtà, sta aspettando loro.
Non sono solo i riferimenti alla letteratura
a colpire il lettore, ma ci sono anche
citazioni come la scritta incisa sulla fiancata della nave che solca il
mare senza stelle Cercare e Trovare di
vasariana memoria o il cartello sopra una porta che recita conosci te stesso e impara a soffrire, richiamo al “conosci te
stesso” del tempio di Apollo di Delfi.
Numerosi sono inoltre i riferimenti alla mitologia classica come
la Luna che si innamora di un uomo, un locandiere, così come la Luna si
innamorò di Endimione; ma più di tutte al mito classico si rifà la storia di
Tempo e Fato, lo smembramento di Fato il cui solo cuore viene salvato dal topolino
coraggioso, richiama alla mente il mito di Dionisio Zagreo fatto a pezzi dai
Titati e il cui cuore viene salvato da Atena e da questa riportato a Zeus.
Possiamo infine parlare delle corrispondenze tra i culti iniziatici
e le prove a cui vengono sottoposti gli adepti del mondo del mare senza stelle
o dello scorrere del tempo diverso tra
il mondo in superficie e quello sotterraneo che molto ricorda la differenza
tra Chrònos e Aiòn.
“Il mare senza stelle” è un libro piuttosto complesso e senza dubbio
di non semplicissima interpretazione, tanto che al termine rimangono aperti
alcuni interrogativi, ma è pur vero che come è scritto nel romanzo stesso forse
le storie migliori sono
quelle
che danno la sensazione di proseguire, da qualche parte, fuori dallo spazio
della storia
La
lettura non è agevole e a tratti è piuttosto impegnativa, non tanto per le storie che si
sovrappongono le une alle altre, quanto piuttosto per la lentezza di alcuni passaggi e per le lunghe descrizioni che, per
quanto utili a tratteggiare un luogo totalmente sconosciuto, tendono a rallentare e a spezzare un po’
troppo il ritmo della narrazione.
Per quanto mi sia appassionata alla trama del racconto e alle varie storie correlate,
in particolare ho trovato davvero emozionanti quelle della Luna e del
locandiere e quella di Tempo e Fato, non
sono rimasta altrettanto affascinata dal mondo sotterraneo che personalmente ho
trovato un po’ troppo claustrofobico; preferendo per natura gli spazi
aperti, l’idea di questo mondo sotterraneo mi ha inquietata parecchio.
Al di là però di quelli che possono
essere chiamiamoli i miei “stati di ansia”, ho trovato “Il mare senza stelle” un romanzo molto particolare e di
difficile definizione.
Credo sia uno di quei romanzi che o li
si ama o li si odia, ma difficilmente possono lasciare indifferente il lettore.
Il mio consiglio, quindi, può essere solo
quello di non fidarvi delle opinioni
espresse da altri perché mai come in questo caso il giudizio su un libro è davvero molto,
molto soggettivo e solo voi, leggendolo, sarete in grado di capire se
schieravi tra i suoi sostenitori o tra i suoi detrattori.