Frances Mayes racconta in prima persona la storia
dell’acquisto della sua casa nei pressi di Cortona avvenuto nel 1990. In quegli
anni era piuttosto inusuale acquistare una casa in un paese straniero a ben 12.000
km di distanza dalla propria residenza. Oggi può sembrare una cosa banale, ma
all’epoca la maggior parte degli amici della Mayes e del suo compagno Ed
pensarono che fossero completamente impazziti. Gettare via i risparmi di una
vita in un’impresa che sembrava quasi impossibile, un capriccio, eppure…
La vera protagonista è Bramasole. Pagina dopo pagina, quella casa abbandonata da trent’anni in cima alla collina, riprende vita insieme al terreno circostante con i suoi ulivi, gli alberi da frutto e i terrazzamenti.
Tanti i problemi
con cui confrontarsi dopo aver acquistato la proprietà: dagli scontri con
la farraginosa burocrazia italiana per la concessione dei permessi alla
difficile ricerca dell’impresa più valida a cui affidare i lavori di
ristrutturazione.
Tante le piccole
e grandi scoperte: da quelle più
piacevoli, come il ritrovamento di un vecchio lavandino, a quelle più
angoscianti come un pozzo improvvisamente asciutto.
Innumerevoli
gli incontri fatti nel corso degli anni:
conoscenze occasionali, ma anche tante amicizie che col tempo hanno avuto modo
di consolidarsi dando luogo ad una fitta rete di rapporti con le persone del
luogo e non solo.
Il romanzo
non ha una trama vera e propria. Il racconto consiste piuttosto nell’evocazione
di ricordi e sensazioni.
Profumi, colori e sapori quasi si sprigionano dalle
pagine immergendo il lettore in quella meravigliosa terra che è la Toscana. Una
terra moderna ed antica allo stesso tempo perché, come scrive l’autrice, “i
toscani vivono nel tempo attuale, solo che hanno avuto il buon senso di
portarsi dietro il proprio passato”.
Con l’acquisto di Bramasole la Mayes decise di tenere
un diario in cui riportare dettagliatamente ogni cosa: aneddoti, stato di
avanzamento dei lavori di ristrutturazione, scoperte, ricette, impressioni ecc.
Uno
zibaldone scritto sulle pagine bianche di un quaderno con la copertina di carta
fiorentina chiuso con dei nastri azzurri.
A questo quaderno di appunti negli anni ne seguirono
molti altri, ma è dalle pagine di questo primo diario che nacque l’idea di pubblicare
il libro, quasi una sorta di bilancio dell’esperienza vissuta fino a quel
momento.
Un bilancio
totalmente positivo perché, nonostante la complessa burocrazia italiana, i
politici pazzi, gli scorpioni, la negligenza della manodopera e tanti altri
elementi destabilizzanti, nulla avrebbe potuto mai screditare agli occhi dell’autrice
quei valori ancestrali di cui questa terra è ancora oggi fortemente permeata.
“Sotto il
sole della Toscana” nel 2003 diventa anche un film con Diane Lane nella parte
della protagonista. Si tratta di una
commedia leggera e divertente.
Dopo aver visto il film diverse volte e complici i
miei continui viaggi in Toscana, era forte la curiosità di leggere anche il
libro.
In verità, libro
e film non hanno molto in comune. Il film ha una trama molto più romanzata
e ci sono personaggi di pure invenzione come ad esempio l’amante della
protagonista, figura alquanto discutibile, interpretato da Raoul Bova.
Possiamo dire che libro e film sono due facce della stessa medaglia, due differenti modi di raccontare la medesima storia e trasmettere l’amore per questa bellissima terra. Entrambi molto piacevoli nella loro diversità.