IL MATRIMONIO DELLE SORELLE
WEBER
di Stephanie
Cowell
BEAT
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Ci sono volte in cui scrivere una
recensione è più difficile di altre, non perché non si sappia cosa dire, ma
semplicemente perché scriverla significa che si è giunti all’ultimo atto,
terminato questo calerà per sempre il sipario su quei personaggi che ci hanno
tenuto compagnia e saremo inevitabilmente costretti a lasciarli andare.
E’ vero ci saranno altri libri, altre
storie, magari altri mondi da esplorare e senza dubbio altri personaggi da
conoscere che prenderanno il loro posto, ma questo pensiero non attenua quella
malinconia che ci ha colti immediatamente dopo aver letto l’ultima riga
dell’ultima pagina.
E’ con questo spirito dunque che oggi mi
accingo a parlarvi di “Il matrimonio delle sorelle Weber” di Stephanie Cowell.
Siamo
nel 1842 a
Salisburgo e Sophie Weber, la più piccola delle quattro sorelle, ormai
ottantenne si appresta a raccontare la storia della sua famiglia a Vincent
Novello, un giovane inglese, interessato a raccogliere materiale sulle
giovani Weber e sul famoso musicista e compositore al quale esse furono molto
vicine ovvero Wolfgang Amadeus Mozart.
Un giovedì sera come tanti a Mannheim in
casa Weber, Herr Fridolin attendeva gli ospiti insieme alla moglie Maria
Cecilia ed alle quattro figlie: Josepha, la maggiore di diciannove anni,
Aloysia, Costanze e Sophie.
Le
riunioni del giovedì sia per Fridolin Weber che per tutta la sua famiglia erano così importanti da
passar sopra al fatto che gli altri giorni della settimana sarebbero stati
costretti a fare i salti mortali per fare quadrare il bilancio perché in verità
di soldi in casa ce n’erano davvero pochi.
Fridolin Weber era un copista di musica,
un po’ compositore, sapeva suonare diversi strumenti. Gli incontri del giovedì
erano riunioni in cui si faceva musica con gli ospiti e in cui le due figlie
maggiori potevano dare sfoggio delle loro grandi qualità canore.
Proprio
in una di quelle sere la famiglia Weber fece la conoscenza del giovane Mozart
accompagnato nell’occasione dalla madre.
Mozart
si innamorò perdutamente della bella Aloysia, ma non potendola sposare subito perché pressato dalla
propria famiglia affinché raggiungesse il successo e l’indipendenza economica
prima di accasarsi, fu costretto a chiedere alla ragazza di aspettarlo.
Aloysia accettò la proposta, ma in
seguito si lasciò sedurre da un giovane
pittore Joseph Lange e, in attesa di un figlio da questi, decise di
sposarlo abbandonando Mozart al suo destino.
Herr
Mozart uscì col cuore a pezzi dalla storia con Aloysia, ma col tempo riuscì a superare
l’amara delusione e trovò un nuovo amore.
Si innamorò di un’altra sorella Weber e
nonostante i numerosi contrattempi, fraintendimenti e malintesi questa volta
riuscì a coronare il suo sogno d’amore e a sposare la fanciulla.
Sappiamo dalle prime pagine che non si
può trattare di Sophie, io narrante della storia, resta quindi da scoprire chi sarà la prescelta tra Josepha o
Costanze.
Io non vi svelo il mistero e il mio
consiglio è quello di non leggere il riassunto sulla quarta di copertina del
libro in modo da non rovinarvi il piacere della lettura.
Il
romanzo è basato sugli avvenimenti della vita del giovane Mozart e ci racconta
di un periodo della vita del compositore forse meno conosciuto di altri.
Spesso, infatti, la letteratura, le
biografie, il cinema e la televisione ma anche le rappresentazioni teatrali ci hanno
riportato aneddoti sulla vita di Mozart enfant prodige oppure ci hanno riferito
dei suoi costanti e gravosi contrasti con Salieri.
Il periodo trattato dal romanzo della
Cowell è invece quello in cui il giovane
Wolfgang Amadeus Mozart cerca di affermare se stesso come musicista
indipendente: egli non vuole vestire nessuna livrea ed il suo unico
desiderio è quello di poter vivere liberamente della sua musica scrivendo
quello che più gli aggrada.
Una fase, questa, nella vita del famoso
musicista per nulla semplice; un periodo in verità fatto di molte rinunce e tante
porte sbattute in faccia oltre a qualche bella pedata assestata nel
fondoschiena nel vero senso letterale del termine!
La
presenza delle sorelle Weber nella vita di Mozart ebbe un’importanza davvero
significativa non solo a livello sentimentale, ma anche artistico.
La conoscenza di queste giovani donne fu
fondamentale per la sua educazione sentimentale, ma lo fu ancora di più perché
esse divennero anche le sue muse, le sue principali ispiratrici.
Mozart scrisse pezzi sia per Aloysia che
per Josepha, ma al di là dei componimenti che scrisse perché loro potessero
cantarli, significativa fu la profonda ispirazione che egli trasse dalle Weber
per delineare i personaggi femminili delle sue opere.
Diversi sono i libri in letteratura le
cui protagoniste sono quattro sorelle, possiamo ricordare tra i grandi classici
“Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, “Piccole donne” di Louisa May Alcott e
“La storia di una bottega” di Amy Levy.
“Il
matrimonio delle sorelle Weber” (titolo originale "Marrying Mozart") si può
tranquillamente collocare tra questi classici che ci parlano dell’iniziazione di
giovani donne alla vita adulta, unica differenza è che il romanzo di Stephanie
Cowell è tratto dalla vita reale.
Le quattro sorelle Weber erano dotate
tutte quante di forte personalità nonostante avessero caratteri molto diversi
tra loro.
La bella Aloysia, una giovane viziata, altezzosa ed egoista, non riesce a
suscitare la simpatia del lettore e sinceramente non si può che tirare un
sospiro di sollievo per il giovane Mozart quando il matrimonio va in fumo.
Le parole di Josepha riguardo alla
sorella ed il promesso sposo sono molto indicative al riguardo:
mi
spiace per lui, perché lui la ama e lei non ha cuore
Josepha dotata come Aloysia nel canto era però
penalizzata dall’alta statura che la rendeva meno bella della sorella.
Costretta a vivere all’ombra di Aloysia,
soffriva di un complesso di inferiorità che la rendeva incostante e ribelle. Il
suo più grande e unico desiderio era trovare qualcuno che la amasse a dispetto
di tutto e di tutti.
Costanze era forse delle tre sorelle quella che
più sentiva la musica pur non essendo particolarmente dotata, non era, infatti,
né una brava esecutrice né una brava cantante.
Si limitava a copiare quella musica che
amava così tanto e che spesso la faceva commuovere fino alle lacrime.
Costanze riconosceva un grande valore ai
legami familiari. Il suo obiettivo era quindi quello di riuscire a tenere unite
le sorelle e la madre cercando in ogni modo possibile di evitare contrasti,
ripicche e contese.
Infine c’era la piccola Sophie: dolce, gentile e comprensiva,
amava gli animali, sempre pronta a difendere i più deboli e disposta a spendere
una buona parola per chiunque. Credeva fermamente che la sua vita dovesse
essere dedicata a Dio ed alle opere di carità.
L’intrigo
del romanzo è appassionante;
il racconto ricco di pianti, dispetti, rivalse, riconciliazioni, bugie e cose
non dette è narrato da un punto di vista tutto femminile.
E’ vero che la storia è molto romanzata, ma è altrettanto vero
che è scritta con tanta grazia, arguzia
e garbo che non la si può non apprezzare e restarne affascinati e coinvolti
fin dalle prime pagine.
“Il matrimonio delle sorelle Weber” è un
libro divertente e scorrevole; una lettura gradevole, poco impegnativa che decisamente
vi consiglio.