Le donne della famiglia Medici
ebbero tutte, sebbene alcune più di altre, un ruolo fondamentale per la
dinastia e, se ad Anna Maria Luisa si deve il lascito di un patrimonio che
ancora oggi rende grande Firenze e la Toscana intera, a Eleonora di Toledo dobbiamo
l’invenzione della corte medicea così come noi la conosciamo.
Eleonora di Toledo giunse a
Firenze diciasettenne; il suo matrimonio con Cosimo I de’ Medici fu un
matrimonio politico, ma si rivelò fin da subito un’unione ben riuscita.
Eleonora portò con sé il rigido cerimoniale spagnolo, ma non solo. La duchessa fu
amante delle arti, delle lettere e della moda. Eleonora di Toledo non ebbe
nulla da invidiare alle altre celebri donne del Rinascimento quali Isabella
d’Este e Vittoria Colonna.
Eleonora amministrò il ducato
in assenza del marito per il quale fu fin dall’inizio una valida alleata. Si
dice che il duca si fidasse del giudizio della moglie, una donna capace di
determinare in prima persona le sorti dello stato e la sua economia, più che di
quello di chiunque altro dei suoi consiglieri e anche di quello della madre
Maria Salviati a cui era particolarmente legato.
La bella e affascinante
Eleonora di Toledo diede a Cosimo undici figli di cui però solo quattro le
sopravvissero. La duchessa fu una donna politicamente molto
accorta e lo si vide anche nel suo modo di programmare l’avvenire dei figli fin
dalla loro più tenere età.
Il libro è il catalogo
dell’omonima mostra che si è svolta a Palazzo Pitti nell’anno 2023. Nel volume si mettono in evidenza i molteplici aspetti della complessa
personalità di Eleonora di Toledo. Si analizzano le sue capacità
imprenditoriali e politiche, ma anche il suo rapporto con la religione, gli
artisti e i membri della famiglia di origine e di quella d'adozione.
Tra i vari temi analizzati in
questo catalogo troviamo il rapporto venutosi a creare non solo tra i Medici e
i Toledo, ma anche le somiglianze e le differenze tra Firenze e Napoli, due
città con affinità senza dubbio politiche, ma anche culturali e artistiche.
Fu Eleonora ad acquistare
Palazzo Pitti e il terreno circostante su cui sorsero per suo volere i
Giardini di Boboli. Insieme al marito si occupò della ristrutturazione e della
scelte iconografiche per le decorazioni delle stanze di Palazzo Vecchio; a lei
si deve inoltre la nascita della ritrattistica ufficiale di corte.
Si indagano nel libro anche i
rapporti con gli artisti del tempo. Non mancano poi divertenti aneddoti
come quello che vide protagonista un Benvenuto Cellini in difficoltà perché
costretto, suo malgrado, dalla duchessa ad intercedere per lei presso il duca per
l’acquisto di una collana di perle il cui valore era molto inferiore a quello
richiesto dal venditore.
Eleonora di Toledo, ben
lontana da svolgere una mera funzione decorativa presso la corte medicea, fu
una donna indipendente e capace di affermare la propria autorità, di plasmare
la propria immagine e quella del ducato.
Eleonora fu spesso immortalata
dal Bronzino per ritratti ufficiali da usare anche come modello sia per
repliche destinate ad adornare le varie residenze sia per essere utilizzate come
doni diplomatici per assicurare la diffusione dell’immagine di Eleonora stessa, ma soprattutto della solidità del ducato grazie all’immagine dei figli spesso
rappresentati accanto a lei oppure da soli.
Eleonora, dopo aver ampiamente
assolto il suo compito, ovvero quello di garantire una discendenza alla
dinastia Medici, morì a Pisa nel 1562. Il suo corpo, già minato dalla
tubercolosi e provato dalle numerose gravidanze, non riuscì ad avere la meglio
sulle febbri malariche che la colpirono.
Morì appena quarantenne senza
potersi fregiare del titolo di granduchessa perché il Granducato di Toscana,
per il quale lei tanto si era adoperata, venne creato solo sette anni più tardi
nel 1569.
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